PUNTI DI VISTA: I TAGLI DI MONTI, L’IMPORTANZA DEL PRIMO PASSO, SCELTE IMPOPOLARI MA UTILI
TAGLIATE SPESE E SPRECHI DI ENTI E MINISTERI E NELLA SANITA’, SPESSO SI TRATTA DI RAZIONALIZZAZIONI NON DI TAGLI, COME PER I TRIBUNALI E I POSTI LETTO… SCONGIURATO L’AUMENTO DELL’IVA E DATA PROTEZIONE AGLI ESODATI
Non è la stangata da 10 miliardi in sei mesi, che poi diventavano 50 in due anni e mezzo, ma il pacchetto di tagli e risparmi passato ieri al vaglio dell’ennesimo Consiglio dei ministri fiume è di quelli destinati a pesare.
O se vogliamo, a mordere la carne viva del corpaccione pubblico.
Non c’è il taglio di 100-200 mila statali o la cancellazione di 50 Province, come ipotizzato in questi giorni, men che meno l’impossibile blocco delle tariffe, che pure avrebbe fatto comodo a tante famiglie; ma l’operazione spending review parte bene. Entrando magari anche un po’ brutalmente nelle pieghe del bilancio il tandem Monti-Bondi taglia spese e sprechi, negli acquisti di enti e ministeri come nella sanità , impone sacrifici nelle parti ancora «grasse» della macchina dello Stato, abolisce qualche altro ente «inutile», mette a stecchetto travet e amministrazioni, impone un nuovo giro di vite sulle auto blu.
Nella sanità , oltre a mettere sotto stretto controllo le spese, e fare quindi in modo che una siringa che vale due centesimi non venga pagata 8 e che una protesi da 250 euro non si acquisti a 1200, come avviene oggi in gran parte delle Asl, è prevista una severa razionalizzazione dei posti letto che verrebbero ridotti di circa 18 mila unità .
Senza contare poi che anche i piccoli ospedali, con meno di 120 posti, dovranno essere sottoposti ad una attenta valutazione.
Nel settore pubblico verranno tagliati il 10% degli impiegati ed il 20% dei funzionari, saranno sforbiciati i ticket restaurant, introdotti giudizi di valutazione (pagelle) per tutti i dipendenti e disincentivati quelli che tendono ad accumulare ferie.
Perchè quelle residue d’ora in poi non saranno più pagate.
Nel settore della Difesa si pensa poi ad una accelerazione della riorganizzazione, con un taglio di quasi 20 mila unità , e ad una severa revisione delle spese per le missioni estere.
Con un provvedimento a parte si interverrà pure sulla giustizia: il piano Severino prevede il taglio di 295 tra procure, tribunali e sedi distaccate.
Scelte impopolari, ma utili.
Scelte anche non facili da prendere in molti casi. O contestatissime in altri, si veda lo scontro violentissimo Regioni-governo per i tagli alla sanità , le proteste del Pd e di tante categorie.
Vista da fuori la «spending review» ha il pregio di mettere effettivamente mano da subito a tante spese, tagliando quelli che appaiono con tutta evidenza prezzi eccessivi, cifre pagate in più senza motivo per beni e servizi.
L’esatto contrario di quanto avveniva in passato, quando andavano per la maggiore tagli lineari, ovvero indiscriminati, senza alcuna selezione delle voci colpite, o ancora peggio interventi che producevano risparmi solo sulla carta.
Basterà questo decreto? Verrebbe da dire di no, per due ragioni: perchè molti interventi, a cominciare dall’abolizione delle Province sono stati rinviati, e perchè lo spauracchio dell’Iva non è del tutto dissolto.
Per ora infatti l’aumento delle aliquote è rinviato solamente sino al giugno 2013.
Per cancellarlo del tutto servono più risorse.
Però, intanto, possiamo incassare il fatto che col decreto in arrivo il governo evita il primo degli aumenti, quello di due punti previsto per ottobre.
Ed in più assicura adeguata tutela ad altri 55 mila esodati, oltre ai 65 mila già coperti col primo decreto Monti-Fornero.
Come primo passo non è male.
Paolo Baroni
(da “La Stampa”)
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