D’ALEMA: “CONSIGLIAI A BERSANI DI CANDIDARE RODOTA’ COME PREMIER”
“DOPO IL VOTO, PIERLUIGI HA PERSO LUCIDITA'”… “PRODI? L’ERRORE DI UNA SCELTA IMPOSTA”… “RENZI E’ FIGLIO DEL NOSTRO TEMPO, DI UNA POLITICA ESTERIORE”
Dopo le elezioni Pier Luigi Bersani “ha perso lucidità , era dominato dall’idea che senza avere la maggioranza avrebbe comunque potuto fare il governo, cosa palesemente infondata”.
Lo ha detto Massimo D’Alema, intervistato nell’ultimo libro di Marco Damilano “Chi ha sbagliato più forte”, edito da Laterza.
“Ne parlammo e gli dissi di stare attento, era il segretario del partito che aveva la maggioranza alla Camera ed era la chiave della maggioranza presidenziale, era in una posizione di forza, insistere per farsi dare l’incarico di formare il governo lo avrebbe invece seriamente indebolito. Gli consigliai di fare un gesto, di cambiare lo scenario, di candidare Rodotà alla guida del governo”, ha spiegato l’ex premier secondo anticipazioni del libro che saranno pubblicate domani dall’Espresso.
“Il Movimento 5 Stelle sarebbe stato messo in difficoltà e forse la legislatura sarebbe cominciata diversamente”, ha aggiunto.
D’Alema parla anche della mancata elezione di Prodi al Quirinale. “Nelle ore che precedettero le votazioni per il presidente della repubblica ho parlato al telefono con Prodi, era ancora in Africa, è stata una conversazione molto sincera e amichevole. Lo avvertii che il modo in cui si era giunti alla sua candidatura, dopo la liquidazione di Franco Marini, rischiava di esporlo a una vera e propria trappola. Non è vero che quella mattina tutti applaudirono Prodi, nessuno si è dato pena di sapere cosa è successo quella mattina. Non c’ero, ma me l’hanno raccontato in tanti: i parlamentari si sono trovati di fronte a quella che è stata da molti vissuta come una scelta imposta, come una decisione contraddittoria, non discussa. In sala c’era la metà di chi avrebbe dovuto partecipare, c’è stato l’applauso di alcuni, c’è stato l’errore grave di chi non era d’accordo, avrebbe dovuto parlare e non lo ha fatto”.
“Trovo grave – aggiunge D’Alema – che dopo il disastro che era accaduto con Marini la segreteria non abbia sentito il dovere di aprire una discussione politica: si poteva votare scheda bianca e intanto riflettere su cosa fare”.
D’Alema parla anche delle ambizioni di Matteo Renzi alla guida del Pd e della coalizione. “Ritengo sbagliata la pretesa di Renzi di impadronirsi del partito con l’idea di farne il tramite per la presidenza del consiglio. E’ un errore grave, destinato a creare una ferita seria e rendere il suo cammino verso la premiership non più agevole ma più difficile. Non so che cosa possa accadere, c’è una parte del nostro mondo che per protesta adesso lo sostiene, vedo anche episodi di opportunismo. Non so se Renzi abbia davvero voglia di impegnarsi a fare il segretario del partito e comunque temo che lo guiderebbe in un quadro di fortissima conflittualità . Rischia di logorarsi, e per non logorarsi ha una sola via d’uscita: logorare il governo Letta. Ma non è il Pd che può assumersi la responsabilità di far cadere il governo Letta per la fretta di qualcuno”.
Aggiunge D’Alema: “Renzi è figlio del nostro tempo. Di un’idea della politica molto esteriore, non so quali capacità effettive di governo abbia. Letta viene da una scuola più robusta e ha esperienze di governo che Renzi non ha. Il suo compito non è la pacificazione con Berlusconi, ma creare le condizioni per cui il confitto sia più civile e produttivo per il paese. Un compito transitorio. La verità su questo governo si vedrà quando usciranno le proposte di riforma costituzionale e elettorale: se il progetto ha un senso allora il governo andrà avanti, ci sarà il semestre di presidenza europeo e si potrà votare nel 2015, altrimenti si deve fare una legge elettorale di tre righe in cui si abolisce il porcellum e si ripristina il mattarellum e poi tornare a votare”.
(da “Huffingtonpost“)
Leave a Reply