DE MAGISTRIS ATTACCA SAVIANO: “SPECULA SULLA PELLE DI NAPOLI”, SAVIANO RISPONDE: “SINDACO POPULISTA, GLI DA’ FASTIDIO CHI DICE LA VERITA'”
IL DURO BOTTA E RISPOSTA
Non è nuova la divergenza di opinioni e la conseguente polemica fra lo scrittore Roberto Saviano e il sindaco di Napoli Luigi de Magistris.
Ma dopo le ultime prese di posizione di Saviano (che risponde definendo de Magistris un “populista”) che nel commentare il ferimento di una bambina in una sparatoria ha parlato di una città in cui non c’è cambiamento, l’affondo dell’ex pm è durissimo, con toni mai usati prima, e arriva via Facebook.
Il primo cittadino partenopeo afferma che “Saviano si arricchisce sulla pelle della città , e per questo non potrà mai ammettere che a Napoli le cose stanno cambiando”.
“Mi occupo di mafie, criminalità organizzata e corruzione da circa 25 anni, inizialmente come pubblico ministero in prima linea, oggi da sindaco di Napoli. Ed ho pagato prezzi alti, altissimi”, premette de Magistris, che prosegue: “Non faccio più il magistrato per aver contrastato mafie e corruzioni fino ai vertici dello Stato. Non ti ho visto al nostro fianco. Caro Saviano, ogni volta che a Napoli succede un fatto di cronaca nera, più o meno grave, arriva, come un orologio, il tuo verbo, il tuo pensiero, la tua invettiva: a Napoli nulla cambia, sempre inferno e nulla più, più si spara, più cresce la tua impresa. Opinioni legittime, ma non posso credere che il tuo successo cresca con gli spari della camorra. Se utilizzassi le tue categorie mentali dovrei pensare che tu auspichi l’invincibilità della camorra per non perdere il ruolo che ti hanno e ti sei costruito. E probabilmente non accumulare tanti denari”.
Il sindaco ammette che “a Napoli i problemi sono ancora tanti, nonostante i numerosi risultati raggiunti senza soldi e contro il sistema, ma non è possibile che Saviano non si sia reso conto di quanto sia cambiata Napoli” e che lo scrittore sia “ignorante” per “mancata conoscenza dei fatti. Saviano – scrive de Magistris – non puoi non sapere. Non è credibile che tu non abbia avuto contezza del cambiamento. La verità è che non vuoi raccontarlo – prosegue il sindaco – Saviano è in malafede? E’ un avversario politico? Non ci credo, non ci voglio credere, non ne vedrei un motivo plausibile. Ed allora, caro Saviano, vuoi vedere che sei nulla di più che un personaggio divenuto suscettibile di valutazione economica e commerciale? Un brand che tira se tira una certa narrazione”.
“E se Napoli e i napoletani “cambiano la storia, la pseudo-storia di Saviano perde di valore economico. Vuoi vedere, caro Saviano, che ti stai costruendo un impero sulla pelle di Napoli e dei napoletani? Stai facendo ricchezza sulle nostre fatiche, sulle nostre sofferenze, sulle nostre lotte. Che tristezza. Non voglio crederci. Voglio ancora pensare che, in fondo, non conosci Napoli, forse non l’hai mai conosciuta, mi sembra evidente che non la ami. La giudichi, la detesti tanto, ma davvero non la conosci. Un intellettuale vero ed onesto conosce, apprende, studia, prima di parlare e di scrivere. Ed allora, caro Saviano, vivila una volta per tutte Napoli, non avere paura”.
“Più racconti che la camorra è invincibile e che Napoli senza speranza e più hai successo e acquisisci ricchezza. Caro Saviano ti devi rassegnare: Napoli è cambiata, non speculare più sulla nostra pelle”. In ogni caso, “senza rancore”, “pensala come vuoi – conclude il sindaco – le tue idee contrarie saranno sempre legittime e le racconteremo, ma per noi non sei il depositario della verità “.
LA DURA REPLICA DI SAVIANO: “QUANDO LE TUE MISTIFICAZIONI VERRANNO AL PETTINE, A PUGNALARTI SARANNO I LACCHE’ DI CUI TI CIRCONDI PER NON AFFRONTARE LA REALTA'”
“Il sindaco De Magistris si rivolge a me in un lungo post su Facebook, ma come sempre non dice nulla sul merito delle questioni, è per questo che è un populista, definizione politica nella quale credo che tutto sommato si riconosca”.
E lo scrittore parte dai fatti. “Napoli 4 gennaio 2017: due sparatorie in pieno centro e una bambina di 10 anni ferita in un luogo affollatissimo della città . Ma il sindaco è infastidito dalla realtà , a lui non interessa la realtà , a lui interessa l’idea, quell’idea falsa di una città in rinascita: problema non sono le vittime innocenti del fuoco della camorra, problema è che poi Saviano ne parlerà . Il contesto nel quale nascono e crescono le organizzazioni criminali, fatto di assenza delle regole e lassismo, da quando lui è sindaco non solo non è mutato, ma ha preso una piega addirittura più grottesca: ora la camorra in città è minorenne e il disagio si è esteso alle fasce anagraficamente più deboli. Ma di tutto ciò lui non ama parlare e detesta che lo facciano altri: pare che la città sia ridotta al salotto di casa sua, a polvere da nascondere sotto al divano”.
Per poi passare al contro attacco diretto: “Basta pensare alla superficialità (per non dire al fastidio) con cui il sindaco parla di periferie annegate nel degrado: al sindaco fa schifo Soccavo, fa schifo Pianura, si vergogna del rione Conocal, se ne frega del rione Traiano. Il sindaco è del Vomero, gli piacciono le cose ordinate, pulite. E così succede che sulla gestione del patrimonio immobiliare comunale, nelle periferie controllate dalla camorra, difficilmente spenda una parola, nonostante inchieste giornalistiche serissime inchiodino l’amministrazione comunale a responsabilità enormi. E chissà che su questa, come su altre vicende, anche la Procura della Repubblica prima o poi non intervenga. Ma che importa, dirà il sindaco: la realtà di Napoli sono le strade affollate e non i killer pronti a sparare nel mucchio, magari per un regolamento di conti, per poche centinaia di euro. E il problema non sono i killer, per carità , ma Saviano che poi ne parlerà “.
“Distoglierei lo sguardo da Napoli se le organizzazioni criminali smettessero di tenere sotto giogo l’intera città , che è tutta una periferia, tranne qualche quartiere collinare ricco dei reinvestimenti della camorra – continua Saviano – Mi piace meno il commento sulla mia pericolosità , quello è da webete: de Magistris, lei è un ex magistrato, dovrebbe sapere che la scorta si dà per proteggere e non per mandare a morire. A Falcone, gente ingenua e priva di riferimenti, diceva che gli attentati se li organizzava da solo, almeno lei non ha detto che la situazione in cui vivo me la sono inventata io, è già qualcosa. Ma lei ha bisogno di me, ha bisogno di contrapporsi a qualcuno: lei ha bisogno delle contrapposizioni perchè senza quelle dovrebbe affrontare la realtà dei tanti soprusi che la sua amministrazione tollera. Ma non è l’unico: quando criticavo Berlusconi ero da strozzare, con Renzi sono diventato un gufo, se parlo di infiltrazioni mafiose al Nord diffamo. Lei mi definisce uno “zelluso” (traduzione italiana: calvo) anemozionale e la cosa, in fondo, mi fa anche un po’ ridere”.
E conclude: “Quel che è certo, sindaco de Magistris, è che quando le mistificazioni della sua amministrazione verranno al pettine, a pugnalarla saranno i tanti lacchè, più o meno pagati, dei quali si circonda per mistificare la realtà , unico modo per evitare di affrontarla”.
(da agenzie)
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