DECADENZA, IL PD: “NIENTE VOTO SEGRETO PER SILVIO”, IL PDL INSISTE MA E’ IN MINORANZA
DOMANI LA GIUNTA, A FINE MESE LA DECISIONE IN AULA
La notizia è ghiotta.
Il Pd, con un distinguo non da poco, non vuole abolire del tutto, e soprattutto adesso, il voto segreto, ma vuole quello palese sulla decadenza di Berlusconi da senatore.
Una posizione destinata ad arroventare un clima già bollente giusto nella settimana in cui, nell’ordine, si vota (oggi alle 18)in giunta per le immunità ed elezioni la relazione del presidente Dario Stefà no sulla decadenza; si discute (domani) nella giunta per regolamento del Senato la richiesta dell’M5S di eliminare il voto segreto; si riunisce (sabato 19) la Corte d’appello di Milano per ricalcolare la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici rispedita lì dalla Cassazione il primo agosto.
La seconda notizia è che il Pdl, già oggi, farà di tutto per rinviare il voto sulla relazione di Stefà no.
Un escamotage per guadagnare tempo in vista dell’inevitabile voto in aula.
Così raccontano le indiscrezioni da palazzo Sant’Ivo alla Sapienza.
Ma Stefà no che andrà avanti. Leggerà il suo testo che sarà votato dalla stessa maggioranza che il 4 ottobre si è pronunciata a favore della decadenza dopo l’udienza pubblica.
D’accordo Pd, M5S, Sel, Sc, Psi. Contro Pdl, Lega, Gal.
Ma proprio l’identica maggioranza può diventare nuovamente protagonista domani nella giunta per il regolamento.
Al vertice il presidente del Senato Pietro Grasso, 13 componenti.
Qui è approdata la richiesta dei grillini di abolire il voto segreto, possibile in Parlamento quando in ballo c’è una questione che attiene alla persona, per sostituirlo con quello palese.
Proprio qui si materializza la novità della posizione del Pd. Presente in giunta anche con due esponenti di spicco come il capogruppo Luigi Zanda e la presidente della commissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro.
Ebbene, l’idea dei Dem è che la richiesta dei grillini non può essere accolta in toto, per almeno due buone ragioni.
La prima: non si possono cambiare le regole proprio alla vigilia di un appuntamento come quello della decadenza di Berlusconi.
La seconda: comunque il voto segreto va mantenuto quando si decide effettivamente su una richiesta della magistratura che attiene alla libertà personale del parlamentare e sulla quale ci può essere un fumus persecutionis.
Fatta questa premessa, il Pd ritiene che una riflessione vada fatta sulla legge Severino, applicata per la prima volta per far decadere un parlamentare (ed è un caso che sia capitato proprio a Berlusconi), e che parte dal presupposto che una decisione della magistratura c’è già stata, una sentenza della Cassazione per sua stessa natura definitiva.
Quindi il Senato non è chiamato a dare un voto che poi avrà una conseguenza giudiziaria. Il Senato vota sulla correttezza della sua composizione, si pronuncia sul fatto se un condannato definitivo per un reato grave (la frode fiscale) e con una pena pesante (4 anni) possa continuare a svolgere regolarmente il suo ruolo, oppure se debba lasciare il posto a un altro con la fedina penale pulita.
Qui sta il punto.
E qui il Pd ha deciso per il voto palese. Lo proporrà in giunta, dove è certo che a quel punto lo scontro sarà durissimo perchè la pattuglia del Pdl – i lealisti “falchi” Nitto Palma, Donato Bruno, Anna Maria Bernini – nonchè Roberto Calderoli della Lega, per certo non saranno favorevoli.
Pronti a dire che quello del Pd è solo un escamotage per chiedere il voto palese per Berlusconi, senza neppure cambiare il regolamento.
Sono già pronti a gridare allo scandalo per una decisione contro il Cavaliere. Ma i numeri anche stavolta, come per la giunta delle immunità , sono “contro” l’ex premier. La maggioranza – Pd, Svp, Sel, Sc, M5S – batte ampiamente 8 a 5 (il presidente Grasso non vota) Pdl, Lega e Gal.
Anche se l’M5S non ottiene il massimo del risultato – sempre il voto palese – è scontato che voti a favore di quello comunque palese per Berlusconi.
I tempi in vista dell’aula sulla decadenza.
È assai probabile che la giunta del regolamento avrà bisogno di un approfondimento tecnico e procedurale sulla questione del voto palese sulla decadenza. Ma non dovrebbe servire a molto.
Il voto potrebbe esserci la prossima settimana, dopodiche i capigruppo dovrebbero mettere in calendario la decadenza di Berlusconi per la quale il presidente Grasso, a quel punto, non potrà accettare la richiesta di voto segreto.
Si può andare in aula l’ultima settimana di ottobre.
Liana Milella
(da “La Repubblica”)
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