DELITTO EMMANUEL, CLAMOROSA SVOLTA. LA PERIZIA DEI RIS: “I TESTIMONI HANNO MENTITO”
SUL PALETTO CHE AVREBBE USATO IL NIGERIANO DOPO LE OFFESE RAZZISTE ALLA MOGLIE NON C’E TRACCIA DEL SUO DNA, MA C’E’ INVECE QUELLO DI MANCINI… ALTRO CHE LEGITTIMA DIFESA INVOCATA DALLA FOGNA RAZZISTA… CHI HA ORCHESTRATO I FALSI TESTIMONI?
Non c’è il Dna di Emmanuel Chidi Nnamdi sul paletto che il nigeriano avrebbe usato per colpire Amedeo Mancini.
Le tracce di quest’ultimo, invece, sono molto evidenti sul segnale stradale.
È l’esito della perizia firmata dai carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche di Roma e trasmessa alla Procura di Fermo.
Un risultato inatteso che smentisce clamorosamente quanto dichiarato dai cinque “presunti” testimoni oculari, i quali hanno detto che è stato proprio Emmanuel, lo scorso 5 luglio, durante la colluttazione iniziata per difendere la compagna Chinyere da un insulto razzista («africans scimmia») e terminata con il pugno fatale ricevuto dall’ultrà , a brandire il segnale posizionato all’incrocio tra via Veneto e via XX Settembre e a usarlo per colpire l’altro.
Nessun contatto con il paletto
Insomma, Emmanuel non avrebbe avuto contatti con il paletto (cioè non lo avrebbe toccato nè sarebbe stato colpito da questo).
Un punto decisivo a favore dei legali della vedova, che ora potrebbero sostenere con più forza la tesi secondo cui è stato Mancini a far degenerare la lite e mettere in crisi la ricostruzione della difesa del fermano, che punta con decisione sulla legittima difesa per scagionarlo durante il processo dall’accusa di omicidio.
La novità potrebbe dimostrare anche che Chinyere ha sempre detto la verità .
La relazione del Ris
«Attendo di leggere attentamente la relazione del Ris di Roma», afferma l’avvocato Letizia Astorri, legale della vedova di Emmanuel, «ma è certo, e me lo conferma anche il nostro consulente che ha assistito all’esame, il professor Adriano Tagliabracci (presente insieme all’altra consulente di parte, la genetista Eugenia Carnevali, ndr), che sul segnale stradale sono chiarissime e anche consistenti le tracce di Mancini mentre non sono presenti quelle di Emmanuel. E non c’è soltanto il palo, restano da vagliare i risultati degli esami sugli indumenti di entrambi».
Sorprese
Insomma, le sorprese potrebbero non finire qui, lascia intendere Astorri.
L’esito della perizia ha colto di sorpresa la difesa di Amedeo Mancini, tuttora rinchiuso in carcere in attesa del braccialetto elettronico con il quale dovrebbe essere attuata la misura dei domiciliari disposta dal gip.
«Non me l’aspettavo», ammette l’avvocato Francesco de Minicis, che insieme al collega Savino Piattoni difende il fermano.
A questo punto gli inquirenti potrebbero cominciare a indagare su chi ha orchestrato le false testimonianze rilasciate per scagionare in parte Mancini.
(da “il Corriere della Sera”)
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