DELRIO VERSO LE INFRASTRUTTURE, MA IL RESTO E’ IN ALTO MARE
NON SOLO PROBLEMI CON NCD, MA ANCHE ALL’INTERNO DEL GIGLIO MAGICO
Di primo mattino, Graziano Delrio fa le sue ultime riunioni da sottosegretario alla presidenza del Consiglio a Palazzo Chigi.
La sua nomina al ministero delle Infrastrutture è cosa ormai fatta. Ma certo deve quadrare con tutto il resto, che ancora sembra in alto mare.
E’ questo il lavoro sul quale oggi si esercita il premier Matteo Renzi, determinato a chiudere la partita del dopo-Lupi entro oggi o al massimo domani.
Comunque prima di Pasqua.
Da riempire ci sono le caselle delle deleghe che Delrio lascia a Palazzo Chigi e il nuovo ministero per Ncd.
Questione tutt’altro che semplice, anche perchè oltre agli equilibri con gli alfaniani, il premier deve fare quadrare anche quelli tra le diverse componenti del renzismo, il suo giglio magico Lotti-Boschi e la componente di Matteo Richetti, battezzata alla Camera a fine febbraio alla presenza di Delrio.
E’ per questo che in queste ore lo scenario è in continuo movimento. Tanto che già in mattinata tramontano ipotesi pur accarezzate ieri.
Come il passaggio delle deleghe di Delrio (fondi Ue e sport) nelle mani di Maria Elena Boschi, che in questo caso avrebbe lasciato il ministero delle Riforme a Gaetano Quagliariello di Ncd. Era una richiesta di Alfano, che ieri ne ha parlato con Renzi a Palazzo Chigi.
Richiesta che il capo del governo ha lasciato decantare per una notte, per poi respingerla.
Oltre che quella sulle Riforme, Boschi infatti ha anche la delega ai Rapporti con il Parlamento, che resterebbe scoperta perchè comunque non andrebbe a Ncd, questo è scontato.
E quindi? Al momento, in pista per il dopo-Delrio a Palazzo Chigi c’è Luca Lotti, segretario del Cipe e sottosegretario con delega all’editoria, oltre che braccio destro di Renzi, fidatissimo del premier tanto da curargli qualsiasi dossier lo interessi direttamente.
Il che è tanto lavoro. Motivo per cui Renzi sta ancora studiando la soluzione.
L’unica delega di Delrio che quasi automaticamente potrebbe passare a Lotti è quella allo Sport, che già inizialmente era destinata per Lotti, l’anno scorso alla nascita del governo Renzi.
Per ora il vero braccio di ferro è con Ncd.
Il capo del governo continua a spingere su Alfano affinchè indichi una donna per il ministero degli Affari regionali (vacante dalle dimissioni di Maria Carmela Lanzetta a fine gennaio).
E sarebbe anche disponibile a corredarlo delle deleghe ai fondi europei, ma non a trasformarlo in un ministero del sud, idea che Renzi stesso aveva lanciato due mesi fa e che adesso avrebbe accantonato per evitare di ‘regionalizzare’ le dinamiche di governo.
Nei circoli renziani gira il nome della trentenne Rosanna Scopelliti, deputata di Ncd alla prima legislatura, soprattutto figlia di Antonino Scopelliti, il giudice ucciso dalla mafia nel 1991. Insomma, un simbolo della lotta alla criminalità organizzata che a Renzi piacerebbe inglobare nel suo governo. Quanto alle deleghe sui fondi europei, in questa maniera di fatto resterebbero alle dipendenze di Palazzo Chigi perchè il ministero degli Affari Regionali è di fatto un dicastero senza portafoglio che dipende dalla presidenza del Consiglio.
Ma la casella Ncd nel governo lasciata da Lupi stenta a prendere una forma: Alfano resiste.
Preoccupatissimo sul futuro delle deleghe ai fondi europei è naturalmente Delrio.
In questo anno di governo, il sottosegretario ha di fatto costituito un’agenzia ad hoc per i fondi Ue, che prima erano in capo al Mise, ora dipendono dalla presidenza del Consiglio.
Un peccato disperdere il lavoro fatto. Tanto più che, almeno in prima battuta, Renzi non sembra intenzionato ad affidarle a Matteo Richetti.
L’idea iniziale era di tenerle lì a Palazzo Chigi, affidate ad un suo fedelissimo.
Ed è qui che si incrociano e scontrano i desiderata del giglio magico con quelli della componente di Richetti.
Ai ‘richettiani’ sarebbe piaciuto una soluzione più ‘soft’: la conferma di Delrio a Palazzo Chigi e un nuovo ministro delle Infrastrutture, magari anche lo stesso Lorenzo Guerini, che certo avrebbe liberato così la casella della vice segreteria del Pd .libera per Richetti?
Irrealistico, dal punto di vista del premier. Sul tappeto resta un confronto velatissimo tra le due variabili del renzismo, confronto con mugugni sotto traccia che comunque non mette in conto rotture di sorta.
Escluso, almeno per ora. Ma il risultato del rimescolamento in corso dirà molto degli equilibri interni: sia nel governo e che nel renzismo.
(da “Huffingtonpost“)
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