DESTRA IN ORDINE SPARSO A ROMA: LE RAGIONI PER CUI NON CI SARA’ UN CANDIDATO UNICO
ANCHE SE LA LEGA DOVESSE RITORNARE SU BERTOLASO NON E’ CERTO IL 2-3% DI SALVINI CHE CAMBIERA’ L’ESITO DELLE COMUNALI… MARCHINI ANDRA’ PER CONTO SUO, COSI’ COME STORACE PER LA STRATEGIA ANTI-FDI
Le ultime vicende romane meritano un breve nota di approfondimento.
Le primarie tarocco della Lega hanno solo certificato la spaccatura all’interno del centrodestra nella Capitale.
Bertolaso è e resterà il candidato di Forza Italia e Fdi per due ragioni: la prima è che Berlusconi non ne ha trovati altri con un minimo appeal, la seconda è che la Meloni ha paura di perdere e quindi non ha mai avuto intenzione reale di metterci la faccia in prima persona, come peraltro Salvini a Milano.
Quindi meglio perdere con Bertolaso.
Salvini si è reso conto del fallimenti delle sue liste nel centrosud e legge i sondaggi che danno alla Lega romana un 2-3%. Agita le acque solo per garantirsi una via di fuga, rompere e non farsi contare.
Non può permettersi un distacco del 10% rispetto al competitor Meloni. Fermo restando che avrebbe preferito Marchini a Bertolaso.
Marchini non è catalogabile in un’area definita, questa è la sua forza e il suo limite. Avrebbe anche accettato l’endorsement di Berlusconi, ma la Meloni non vuole che emerga a livello nazionale una personalità in grado di offuscarla e ha posto il veto. Non certo per il passato di palazzinari della famiglia Marchini, visto che i contributi di quegli ambienti li ha presi anche la Meloni (e regolarmente registrati).
Quindi Bertolaso e Marchini non li smuove nessuno, al massimo Salvini dovrà decidere che fare.
Storace non si ritirerà : con il suo 5% ha la mission di indebolire Fdi per una strategia più ampia che parte dal congresso della fondazione An e dall’alleanza Alemanno-Fini che ha dato vita ad Azione Nazionale.
Obiettivo arrivare alle politiche e “negoziare” con Fdi un numero adeguato di parlamentari in nome di una “destra unita” a tempo debito. Diciamo con il riciclaggio di qualche notabile: se l’obiettivo fosse stato di dare vita a una “nuova destra” non ripeterebbero il mantra dei temi bolsi e reazionari della Meloni.
Quindi tutti cercano solo di far restare l’altro con il cerino in mano, non di presentarsi uniti, ciascuno seguendo i propri interessi di bottega.
E anche se Bertolaso o Marchini arrivassero al ballottaggio, state certi che gli esclusi non tiferebbero per uno dei due nella votazione finale.
Mors tua vita mea o padroni a casa loro, fate voi.
Leave a Reply