DIETRO LA FUGA DAI DOMICILIARI DI ARTEM USS, CI SONO GLI 007 DI MOSCA: L’UOMO HA RICEVUTO DEI DIPLOMATICI RUSSI (LE VISITE ERANO APPROVATE DAI GIUDICI DELLA CORTE DI APPELLO)
È STATO PORTATO FUORI DAL CONFINE ITALIANO DA UN COMMANDO DI 6-7 PERSONE… LE AUTORITA’ ITALIANE DORMIVANO? QUALCUNO E’ STATO COMPLICE? PERCHE’ IL GOVERNO TACE?
L’ex cascina Vione di Basiglio è un puntino sulla mappa a 2.700 chilometri da Mosca. Eppure è qui, tra un ristorante di lusso, fossi e strade di campagna che s’è consumato un giallo che assume sempre più i contorni di un intrigo internazionale.
Perché con il passare dei giorni si stringe il cerchio sulla «batteria» di uomini — sembrerebbe tutti dell’Est — che ha «liberato» dagli arresti domiciliari il ricchissimo imprenditore russo Artem Uss, accusato dagli americani di aver acquistato tecnologie statunitensi utilizzate per la guerra in Ucraina.
L’inchiesta ruota attorno ad (almeno) quattro macchine, due di grossa cilindrata, utilizzate da un gruppo di 6 o 7 persone per portare il 40enne oltre il confine. Una fuga verso Est iniziata con un’utilitaria usata forse come specchietto per le allodole.
Ma gli inquirenti lavorano anche sul «secondo livello» perché è impensabile che Uss abbia potuto organizzare un piano così «chirurgico» da solo, considerato che i suoi contatti nel nostro Paese sarebbero limitati. C’è il forte sospetto che dietro ci sia una rete strutturata. Che tradotto potrebbe significare: i Servizi segreti di Mosca.
Anche perché — mentre in Italia il membro del Copasir Enrico Borghi (pd) chiede chiarimenti al governo — gli inquirenti stanno verificando anche la presenza di altre persone di origine russa che vivono a Borgo Vione.
Si scopre così che l’ex cascina persa nel Parco Sud è in realtà una meta molto gradita a Mosca e San Pietroburgo. Durante i domiciliari Uss riceveva diverse visite, tutte autorizzate dai giudici della Corte d’Appello, tra le quali i vertici del consolato russo a Milano e altre figure diplomatiche. Ma non solo.
(da il Corriere della Sera)
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