DIREZIONE PD, CUPERLO A RENZI: “LA SUA PROPOSTA NON CONVINCE, UN PARTITO NON SI GUIDA DA SOLO”
“AVEVAMO PROMESSO AGLI ITALIANI CHE AVREMMO RIDATO LORO LA POSSIBILITA’ DI INDICARE LE PREFERENZE, NON CHE AVREMMO FATTO LE PRIMARIE”
Parte col piede sbagliato la proposta di Matteo Renzi sulla legge elettorale.
“Non convince” per vari aspetti: è questo il messaggio che la minoranza Pd ha lanciato durante la direzione del Partito democratico.
Il primo a parlare è il presidente dell’assemblea dei democratici Gianni Cuperlo, che rileva possibili “profili di dubbia costituzionalità “, in particolare sul premio di maggioranza.
Dubbi solo in parte fugati dall’introduzione del doppio turno: “Alzare quella soglia e portarla al 40%, secondo me è un tema da porre”.
Ma i rilievi di Cuperlo sono anche sulla questione preferenze: “Le primarie le abbiamo già fatte alla vigilia delle ultime elezioni. Ma avevamo promesso, anche con qualche solennità , che avremmo restituito a milioni di italiani la facoltà di scegliere con le preferenze e non che avremmo nuovamente fatto le primarie. Tra le due cose c’è una certa differenza, a meno che non si stabilisca per legge che tutti siano tenuti a fare le primarie”
Con l’Italicum, aggiunge il presidente del Partito democratico, “non è risolto il tema delle segreterie che decidono la composizione del Parlamento”. Soprattutto, “dobbiamo essere animati da una seria disponibilità all’ascolto. Dobbiamo farlo qui e fuori di qui e penso sia saggio accelerare una forma di consultazione degli iscritti”.
Quanto all’incontro tra Renzi e il Cav, Cuperlo parla di “piena rilegittimazione politica del capo della destra” Silvio Berlusconi: “Una cosa è discutere con un leader di una forza politica, altro è stringere un patto politico su questioni di rilevanza costituzionale con un esponente che non era più egemone nel suo campo”.
Infine lancia una stoccata al segretario sul suo modo di guidare il partito: “Si dice che è tutto deciso con il voto delle primarie dell’8 dicembre? che altrimenti è come fare esplodere la macchina e boicottare la storica riforma istituzionale? se si dice questo è inutile convocare la direzione tra quindici giorni. Andate spediti e ci rivediamo a una nuova direzione che riconvoca le primarie la prossima volta. Funziona così un partito? io spero di no. E credo di no”.
Critiche arrivano anche dal bersaniano Alfredo D’Attorre: “Se l’accordo Berlusconi resta sulle liste bloccate, la mia previsione è che il gruppo rischia di spaccarsi”.
Intervistato per Piazzapulita, annuncia che presenterà un emendamento “per sostituire le liste bloccate con le preferenze e i collegi”, anticipa che “una parte voterà a favore, una parte voterà contro” ma soprattutto il deputato bersaniano descrive così il campo in casa Pd: “Su questa cosa delle liste bloccate, detto tra noi, sono d’accordo soltanto i renziani del cerchio stretto, che pensano di essere tutti tutelati dalle liste bloccate, e un nucleo ristretto di franceschiniani. Franceschini pensa di fare l’accordo con Renzi e di tutelare i suoi. Tutti gli altri, non sono d’accordo. Io – conclude – non credo che si possa votare una legge elettorale che restituisce un parlamento fatto tutto di nominati” e su questo “stiamo facendo una battaglia a viso aperto, vigliaccate ne abbiamo avute fin troppe”.
(da “Huffington Post“)
Leave a Reply