DOPO IL NO ALLE OLIMPIADI SETTE IMPIANTI SPORTIVI SONO A RISCHIO
ERANO LE OPERE PREVISTE DAL DOSSIER OLIMPICO: ORA PER PAGARLE VIRGINIA DOVRA’ CHIEDERE CONSIGLIO A PREVITI O AL RE DELLA MONNEZZA?
Le vele di Calatrava
Il progetto della «Città dello Sport» dell’archistar spagnola Santiago Calatrava fu pensato nel 2005 per accogliere, quattro anni dopo, i Mondiali di nuoto nell’area dell’Università di Tor Vergata.
L’opera, però, è incompiuta e lo scheletro dello stadio del nuoto ( soprannominato le «Vele» ) che svetta sul panorama è emblema dell’abbandono.
Grazie alle Olimpiadi sarebbero dovuti arrivare circa 400 milioni di euro per completare l’opera (Calatrava era già pronto a rivedere al ribasso il progetto) e, l’intera area di Tor Vergata avrebbe ospitato il villaggio da 17.000 posti letto (con la successiva trasformazione in campus universitario) e il velodromo.
Dopo il no all’Olimpiade, la Raggi assicura: «Sistemeremo gli impianti esistenti:”
«Ho parlato con il rettore di Tor Vergata – ribatte il presidente del Coni, Giovanni Malagò – e non è come dice Raggi. È stato chiesto un finanziamento alla Bei (Banca europea per gli investimenti, ndr) che però è stato rifiutato». Rischia di restare un costoso incompiuto
Stadio Flaminio in abbandono
Inaugurato nel 1959, lo stadio Flaminio è stato progettato da Antonio Nervi con la collaborazione del padre Pier Luigi. Ospitò le partite del torneo olimpico di Roma1960 e poi fu utilizzato prevalentemente per le partite di rugby (nonchè per ospitare grandi concerti come quello di David Bowie e U2 nel 1987).
Oggi è in stato di abbandono – ridotto a distesa di sterpaglie e strutture pericolanti – dopo che in tanti hanno cercato invano di farlo rinascere: prima il Coni, con la a concessione al rugby e poi il transito dalla Figc, quindi il ritorno in Campidoglio senza un effettivo stop al degrado.
Il Comitato promotore di Roma 2024 aveva previsto un budget low cost da 5,3 miliardi di euro per gli impianti sportivi, di cui 3,2 a copertura dei costi di gestione e organizzazione dei Giochi e 2,1 per la costruzione o il rifacimento degli impianti permanenti (proprio come il Flaminio, in cima alla lista).
Per rimettere a posto l’impianto servono almeno 20 milioni che, al momento, il Comune non può tirare fuori.
Il raddoppio di Fiumicino
Il dossier di Roma 2024 prevedeva anche il raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino realizzato proprio in occasione delle Olimpiadi del 1960 (anche se fu inaugurato in ritardo).
Che ne sarà ora del progetto di allargamento dello scalo?
Tramvia della Musica
Tra le opere infrastrutturali promesse alla città dal Comitato promotore di Roma2024 c’è anche il finanziamento della Tramvia della Musica: un percorso di 5,9 km (e un budget di 45 milioni di euro) che servirà l’area Foro Italico e che collegherà Prati a Parioli, passando per viale Angelico e il Ponte della Musica e l’Auditorium con una media di 85mila passeggeri al giorno.
Il Campidoglio prevede di realizzarla tra il 2018 e 2022: ma senza il contributo olimpico, ora tutto sarà a carico del Comune che dovrà reperire risorse e portare avanti il progetto.
Metro C più lunga
La più importante delle opere infrastrutturali in ballo è senza dubbio il completamento della Linea C della metropolitana (compreso l’asse Lodi-Colosseo), prevista già dal piano del Campidoglio Con i giochi, secondo il dossier, sarebbe stato previsto un prolungamento: i capolinea della metro C sarebbero arrivati a servire Tor Vergata e la Farnesina, ovvero i due poli olimpici(Villaggio Olimpico e Stadio Olimpico).
Anche qui, il Campidoglio resta solo: senza i finanziamenti di Roma2024, il progetto risulta davvero oneroso per le casse comunali. Da ricordare che la metro C è la più costosa al mondo: iniziata nel 2006 è ancora in fase di realizzazione per ritardi che nel tempo si sono accumulati.
La cittadella paralimpica
Dicendo no alle Olimpiadi, la Raggi ha comunque garantito che «il Tre Fontane dei Mondiali di Nuoto diventerà un impianto paralimpico». L’impianto dell’Eur ( che fino al 2011 ospitava le gare della Rugby Roma) si trasformerà nella «Cittadella dello Sport disabili»: in realtà , già nel 2008 Luca Pancalli, presidente del Comitato paralimpico (nonchè uno dei principali artefici della candidatura appena bocciata da Raggi) aveva ottenuto un finanziamento di 15 milioni per la realizzazione del progetto, la Raggi non c’entra.
Lo stadio della Roma
Nel dossier olimpico c’è anche il nuovo stadio della Roma che dovrà sorgere a Tor di Valle: un investimento da 1,7 miliardi di euro (allo stato attuale dei lavori sono stati spesi 60 milioni) totalmente a carico dei privati, di cui 440 milioni per le infrastrutture necessarie come il raddoppio della Via del Mare e dell’Ostiense.
La nuova arena è prevista nella primavera del 2019 (se tutto andrà bene). L’iter, infatti, è molto lungo e ora – dopo il no ai Giochi – la Raggi prova a strappare alla dirigenza della squadra giallorossa qualcosa in più. La scorsa settimana, al presidente James Pallotta che cercava garanzie sull’inizio dei lavori, la sindaca ha chiesto un aiuto per un intervento ad ampio spettro sugli impianti comunali.
Una condizione che, a quanto sembra, non è piaciuta agli americani.
(da “il Corriere della Sera”)
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