DRAMMATICA ASSEMBLEA ASSEDIATA DAI MILITANTI: “TRADITORI, MAI PATTI CON BERLUSCONI”
LA FOLLA URLA “TRADITORI” E BERSANI E’ COSTRETTO A USCIRE DALLA PORTA DI SERVIZIO DEL TEATRO… MIGLIAIA DI MAIL E COMMENTI NEGATIVI SU FACEBOOK
A tarda sera la rabbia dei militanti del Pd si sfoga in piazza.
Teatro Capranica transennato dalla polizia, cartelli e slogan per contestare la candidatura di Franco Marini, grandi elettori democratici rinchiusi dentro a leccarsi le ferite.
L’ultimo fotogramma è quello del segretario Pierluigi Bersani che sceglie di andar via dall’uscita secondaria, mentre la folla urla “traditori, traditori”.
La frustrazione dei militanti fatica a rimanere negli argini per l’intera giornata. Basta raccontare la scena che si svolge a metà pomeriggio in Transatlantico.
Il deputato del Pd Guido Galperti, curvo sul suo I Pad, è nel bel mezzo di un’emergenza: «Ho già cancellato quattrocento mail, la casella è intasata. Chi scrive mi chiede di votare Rodotà ». Stessa sorte tocca a buona parte dei parlamentari democratici, che quasi impazziscono per svuotare caselle trafficatissime, vittime di mail bombing.
Un altro deputato dem, Giorgio Brandolin, tormenta gli occhiali da sole mentre ammette sconsolato: «Non è un problema di D’Alema, di Amato o di Marini. Il fatto è che molti elettori non vogliono l’accordo con Berlusconi. Pensi che ieri mi ha chiamato mio fratello per chiedermi: ma davvero vi accordate con il Cavaliere?».
La base del Partito democratico è una pentola a pressione.
Meglio Stefano Rodotà , ripetono ossessivamente.
Si attaccano al telefono e bombardano i parlamentari con mille chiamate, li martellano con sms e li marcano a uomo con infinite mail, respinte a stento da un filtro attivato dal gruppo.
E la Rete si scatena.
Ad aprire le danze è il disegnatore Sergio Staino: «Appello a Bersani – scrive su Twitter – facciamo i seri: o Prodi o Rodotà . Non fatemi “suicidare” Bobo un’altra volta».
Nessun valore statistico, ma certo è che i delusi del centrosinistra si mostrano sconfortati.
Come Gianluca, che si dichiara “ex iscritto e forse a breve ex votante Pd” e cinguetta così:
«Marini, Amato, D’Alema? No, Rodotà per non distruggere il Pd e unire il buono del Paese».
Da una parte c’è chi si iscrive al partito del giurista calabrese – «se il Pd dovesse votare Amato e non Rodotà non glielo perdonerò mai» – dall’altra chi contesta la rosa di nomi dem: «Mattarella, Amato, D’Alema. Siamo ancora in tempo per De Mita e Pomicino in nomination». È una pioggia incessante, un pressing asfissiante.
Molti sospettano che sia un’operazione organizzata. Tutti pregano di «non fare inciuci». O più ruvidamente, di «non fare stronzate».
Anche Facebook è una polveriera.
Sboccia immediato il gruppo “Marini o Rodotà ?” e si dà appuntamento per stamane a Montecitorio.
Sui profili non ufficiali di Fb che si richiamano al segretario Pd, infine, è quasi un coro unanime: «Per favore, Marini no!», «non vi insulto, ma sono incazzatissima », «così mettete su un piatto d’argento milioni di voti a Grillo».
Tommaso Ciriaco
(da “La Repubblica”)
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