E’ UN UOMO DI MATTEOLI IL DEPUTATO INDAGATO PER LA CORRUZIONE ANAS
MARCO MARTINELLI, EX AN, E’ VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE DI MATTEOLI “PER IL BENE COMUNE”
Diciannove persone arrestate, tutti dirigenti e funzionari dell’Anas e imprenditori titolari di appalti di opere pubbliche di primaria importanza.
Tra gli indagati c’è anche un politico.
Si tratta di Marco Martinelli di Forza Italia, già eletto alla Camera con Alleanza Nazionale che è anche vicepresidente della Fondazione della libertà per il Bene Comune presieduta dall’ex ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli (non indagato), ente scelto dagli indagati come sede per alcuni incontri chiave.
A Martinelli gli inquirenti contestano i reati di concorso in turbativa d’asta e corruzione.
In particolare nell’ordinanza si parla del suo ruolo di intermediario politico con il costruttore siciliano Giuseppe Ricciardello (indagato dallo scorso ottobre, oggi ai domiciliari) a proposito di alcuni appalti dell’Anas in Sicilia.
L’imprenditore, padre del sindaco di Brolo Irene Ricciardello e suocero dell’onorevole regionale Nino Germanà , aveva chiesto a Martinelli anche un intervento di Matteoli, ma soprattutto ha consegnato alla dama nera delle tangenti Anas, Antonella Accroglianò, un anticipo di 30mila euro per “l’interessamento svolto”.
La somma, alla quale si sarebbe aggiunto il saldo di 270mila euro, è stata divisa dalla destinataria in tre quote di 10mila euro l’una: una per sè, una per Martinelli e una per Elisabetta Parise, dirigente delle risorse umane dell’Anas che nel 2013 era candidata in Consiglio comunale a Roma con la Lista “Alfio Marchini Sindaco”.
I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti per le ipotesi di reato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, autoriciclaggio, favoreggiamento personale e truffa.
Emblematica la sintesi operata dal gip che nel suo provvedimento parla di “un marciume diffuso all’interno di uno degli enti pubblici più in vista nel settore economico degli appalti”, reso ancora più “sconvolgente” dalla facilità di intervento del sodalizio per eliminare una penale, aumentare interessi e facilitare il pagamento di riserve, nonchè, ancora più grave, far vincere un appalto ad una società “amica”, a discapito di altre risultate più meritevoli.
“Il mercimonio della pubblica funzione — sostiene poi la Guardia di Finanza — e la sistematicità dell’asservimento della medesima sono stati i tratti essenziali che hanno caratterizzato per anni” l’operato dei pubblici funzionari dell’Anas che sono stati arrestati. In cambio di questo mercimonio, i dirigenti, ma anche il deputato di Forza Italia indagato, “hanno ottenuto utilità e provviste corruttive dai titolari di aziende affidatarie di commesse di opere pubbliche di interesse nazionale”.
Utilità che, secondo quanto è stato accertato, sono pari alle disponibilità finanziarie sequestrate, circa 800mila euro. Le perquisizioni sono state effettuate nel Lazio, in Sicilia, in Calabria, in Puglia, in Lombardia, in Trentino-Alto Adige, in Piemonte, in Veneto, in Molise e in Campania.
Perquisite anche le sedi Anas di Roma, Milano e Cosenza. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati anche 225mila euro in contanti.
Il deputato Martinelli avrebbe garantito ad un imprenditore la nomina di un presidente di gara “non ostile” per un appalto in Sicilia.
Grazie al suo intervento e in virtù del ruolo istituzionale ricoperto l’imprenditore si è poi aggiudicato l’appalto.
Un ruolo di intermediazione viene contestato anche ad un avvocato romano arrestato, il quale, sempre secondo l’accusa, avrebbe fatto da intermediario, per conto di un’azienda romana, nella corresponsione alla Dama Nera di una mazzetta da 10mila euro in cambio della facilitazione nell’erogazione di pagamenti e nello sblocco di contenziosi tra l’impresa e l’Anas.
(da agenzie)
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