ECCO LE FOTO SCATTATE A CASA DI HASIB OMEROVIC SUBITO DOPO CHE IL SORDOMUTO È VOLATO DALLA FINESTRA DI CASA A ROMA
LE IMMAGINI SEMBRANO SMENTIRE LA VERSIONE DEI QUATTRO POLIZIOTTI, CHE PARLANO DI UN NORMALE CONTROLLO: PORTA DI CAMERA SFONDATA, UNA SCOPA SPEZZATA, IL SANGUE SULLA MAGLIETTA DI HASIB. TUTTI ELEMENTI CHE FANNO PENSARE A UNA LOTTA VIOLENTA
La fotografia del corpo di Hasib Omerovic disteso sull’asfalto, dopo essere precipitato dalla finestra della sua camera da letto, non è l’unica istantanea scattata quel giorno.
Ci sono alcune fotografie che raccontano ciò che è accaduto in quella casa al primo piano di via al civico 24 di via Girolamo Aleandro, tra il lotti popolari di Primavalle: sono immagini che mal si coniugano con la tesi dei poliziotti, secondo cui Hasib si sarebbe improvvisamente lanciato dalla finestra.
Piuttosto sembrano confermare il racconto di Sonita, la sorella della vittima, una ragazza che potrebbe non essere ritenuta attendibile per la sua disabilità. A supporto della versione di Sonita ci sono le immagini finite sulla scrivania del pm Stefano Luciani che indaga per falso e tentato omicidio.
Il sospetto è che si sia trattato di un intervento muscolare, di una spedizione organizzata dagli agenti per intimorire il trentaseienne, nella convinzione che potesse aver infastidito una parente, forse la nipote, di uno dei quattro poliziotti coinvolti.
La sequenza di fotografie sono a supporto del racconto della sorella di Hasib. La ragazza dice di aver aperto la porta, «una donna con degli uomini vestiti normalmente sono entrati in casa, la donna ha chiuso la serranda della finestra del salone, hanno chiesto i documenti di Hasib» . Ed effettivamente, dicono i parenti del ragazzo mostrando la prima foto, «sul tavolo del salone abbiamo ritrovato in bell’ordine una serie di documenti e altri effetti personali di Hasib».
«Hanno fatto le foto, lo hanno picchiato con il bastone», continua il racconto che Sonita ripete da quel giorno come un mantra. La seconda immagine mostra infatti «il bastone di una scopa spezzato all’interno della camera da letto». «Hasib è caduto e hanno iniziato a dargli i calci, è scappato in camera e si è chiuso in camera loro hanno rotto la porta, gli hanno dato pugni e calci», prosegue la ragazza rendendo altre tre foto sospette.
La prima ritrae «la serratura della porta d’ingresso della camera di Hasib: è completamente divelta ed è stata rinvenuta smontata, a terra, dietro a un secchio della camera”. I segni sullo stipite mostrano con ogni evidenza che la porta è stata sfondata, mentre la seconda e la terza foto, quelle che ritraggono i resti di un ventilatore adagiati per terra e «la tubatura esterna del termosifone della camera da letto di Hasib sradicata dal muro», sembrano elementi caratteristici di una colluttazione.
E poi ci sono tutti gli altri elementi, le altre foto, le macchie che sporcano di sangue il ponte di Brooklyn e lo skateboard stampati sulla felpa grigia indossata da Hasib, le macchie ematiche sulle lenzuola verdi e le immagini che certificano l’unica verità: Hasib disteso sull’asfalto, dopo un volo di 9 metri.
«Lo hanno preso dai piedi e lo hanno buttato giù», dice Sonita. Una dichiarazione che ha portato la procura a ipotizzare il reato di tentato omicidio.
(da La Repubblica)
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