EDITORIALE
COL KIT DEL PICCOLO CHIMICO SI DIVENTA DEPUTATI…IL NUOVO GIOCO COSTA 40.000 EURINI
Decadenza della politica? O nuovi sistemi di formazione del ceto della Casta? Siete forse rimasti ai tempi delle ideologie in cui, da ragazzi, si iniziava a maturare una convinzione politica, si cominciava a leggere libri, riviste e giornali, si divoravano con passione i “sacri testi” e ci si avvicinava con pudore a una sede di partito, animati da passione verso la “cosa pubblica” ?
Siete forse tra coloro che, a destra, come a sinistra e come al centro, avete iniziato a “far politica” distribuendo volantini, intasando le cassette delle lettere, rovinando pantaloni, distrutti inesorabilmente dalla colla dei manifesti affissi nottetempo? O assistendo a comizi, partecipando a fumose riunioni, avanzando proposte e litigando sulla posizione del partito su un certo argomento? O raccogliendo firme in mezzo a una strada, prima che apparissero gli angelici “gazebo” prefabbricati, o postulando all’università un voto per la propria lista tra colleghi seccati della tua insistenza ?
Siete allora uomini e donne d’altri tempi, certamente superati e pensionabili, incapaci di “evolvervi” verso le nuove frontiere della politica. Una volta si andava a una conferenza per “ascoltare e maturare“, per conoscere da vicino un uomo politico o un intellettuale d’area, ora se nell’invito non si cita “seguirà buffet” la riunione va deserta: senza tartine e pizzette, aperitivi e dolcetti, assaggini e ripienini la “rivoluzione” è rinviata a data da destinarsi. Probabilmente l’incontro politico è divenuto il pretesto per una ricca merendina, e tale prassi taglia il Paese, dal profondo Sud alla Padania, passando per gli alberghi della Capitale.
Una volta si entrava in una sala di albergo, dove si teneva un incontro elettorale e si chiedeva timidamente: ” E’ già arrivato l’onorevole ?” … Oggi si chiede ” Hanno già allestito il buffet ? “.
Una volta si andava a un comizio di destra con piccole bandiere sorrette da robuste aste, semplice autodifesa in caso di aggressioni, si litigava con la Digos che sosteneva che non c’era proporzione tra l’estensione del tessuto e il legno portante…oggi si va a un “meeting” di centrodestra avendo cura di aver lucidato bene le scarpe per non sembrare un barbone tra “cotanta nobiltà “.
Una volta non si trovava un candidato in lista neanche ad andare alla Madonna della Guardia a piedi, tutti di destra a parole nei quartieri bene di Albaro e Carignano, a Genova, ma ” che non si sappia in giro”…e le liste erano riempite alla fine da giovani studenti e operai, pensionati e lavoratori…già allora era la “destra sociale” che si esponeva, mentre la “borghesia cittadina”, al massimo, ti dava una pacca di incoraggiamento sulla spalla.
Ora invece e da diversi anni, una moltitudine di professionisti, uomini di cultura, docenti, commercianti, esponenti della “aristocrazia economica”, rappresentanti dei “poteri forti” si spintonano per entrare nelle liste di centrodestra. Ci voleva un sistema di regolazione del traffico, un attento vigile che smistasse la circolazione, l’applicazione di criteri precisi per la “precedenza” agli incroci pericolosi.
Forse la tanto conclamata “meritocrazia” ? Forse la desueta “militanza o anzianità di servizio” ? Forse l’abnegazione per la causa? Forse la “preparazione politica”?
No, sia a sinistra che a destra, il criterio adottato è l’oblazione obbligatoria, ovvero sei vuoi essere eletto in Parlamento devi cacciare dai 40.000 euro ( tariffa Popolo della Libertà ) ai 60.000 euro ( tariffa veltroniana del PD ).
Sono queste le cifre che i due maggiori partiti chiedono a chi viene candidato ” nella parte sicura” della lista ( come è noto, non essendoci le preferenze, sono le segreterie dei partiti che stabiliscono l’ordine degli eleggibili). Con la differenza che col Popolo della Libertà l’eletto inizierà a pagare a rate una volta in Parlamento, con trattenute sullo stipendio da deputato e senatore, col PD invece si paga in anticipo ( che malfidati…).
La campagna elettorale ha un costo, pure oneroso, al massimo si fa uno sconto agli uscenti. Nel PdL un uscente che viene ripresentato se la cava con meno di 20.000 eurini di contributo, se sei nuovo ne occorrono 40.000. Nel PD due anni fa si erano chiesti “appena” 20.000 euro per un seggio sicuro, ora ce ne vogliono dai 50.000 ai 70.000, pagamento chash in anticipo…e poi dicono agli Italiani che l’inflazione è contenuta…
Più conveniente ( si fa per dire) l’offerta del PdL che, a fronte del contributo elettorale richiesto, ti dà un ” pacchetto elezioni”, compreso nel prezzo: venti discorsi elettorali pronti, spunti polemici, santini elettorali, ultimo sondaggio, camper a disposizione, gazebo, spot per radio e TV, quaderni di notizie…per informazioni visitare il sito Votaberlusconi.it . …se poi uno vuole strafare c’e’ pure la possibilità di veicolare la propanga tramite aereo con striscione attaccato 5 x 12…di tutto di più.
A Sinistra vige il concetto più materialistico “l’importante sono i quattrini” e non dà nulla in cambio dei 60.000 eurini richiesti.
Sorgono spontanee due domande. Ma lo Stato non rimborsa già i partiti per la campagna elettorale con oltre 5 euro a voto preso, milioni di euro pertanto a ogni partito?
Seconda osservazione: è così che si fa selezione politica? In base alla disponibilità economica del candidato? Chi può pagare entra in Parlamento, chi non può permettersi certe cifre sta fuori? Ma che bello spot per chi accusa la Casta di privilegi. E se uno merita, è preparato, ma non ha 60.000 euro, gli diamo un calcio nel culo, caro Walter? Oh, ma che bel rinnovamento nel PD…hai visto troppo film americani Walter, là girano miliardi di dollari per condizionare l’eletto alle lobbies imperanti…qua ti accontenti di estorcere 60.000 euro…meglio che niente eh?
Funziona così per molti altri partiti, non meravigliatevi poi se il “politico” non sa neanche di cosa parla, non ha passione e valori, stile di vita e ideali…in fondo ha comprato il kit del piccolo chimico e se la domanda non è prevista non sa cosa rispondere…
Scusateci se siamo rimasti a preferire chi si rovina i jeans con la maledetta colla dei manifesti.
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