EDITORIALE
LA NUOVA ROMA VA AMMINISTRATA IN CAMICIA VERDE? NO, BASTA LA POLITICA SOCIALE DEL VECCHIO MSI
Prendiamo spunto da un interessante articolo di Matteo Orsucci, pubblicato sul quotidiano “Libero” un paio di giorni orsono e dal titolo provocatorio ” La nuova Roma va amministrata in camicia verde” dove l’autore avanza la sua tesi ” A Gianni Alemanno non si chiede tanto. Si chiede di andarci piano con le consulenze, di portare in fondo i lavori della terza linea della metropolitana, di buttare fuori i rom che stuprano. Siccome An non esiste più, siccome pure la corrente di “destra sociale”, burla del destino, si è sciolta da tempo nel grande mare del PdL, ecco che ad Alemanno si chiede di amministrare guardando al Nord e capire che chi sa amministrare bene è la Lega”. Continua Orsucci sostenendo che “verrebbe da dire amministri come solo un missino saprebbe fare, ma il Msi è ormai messo in cantina. Ad Alemanno si chiede una amministrazione serena, decisa, quella che una volta avrebbe fatto il Movimento Sociale e che oggi riesce invece bene solo agli eletti della Lega. L’unica traccia di destra rimasta in Italia ha la camicia verde e quindi Alemanno amministri Roma come un leghista amministrerebbe una città del Nord.”
Prendiamo atto del riconoscimento postumo alla “serietà ” di tanta classe dirigente missina ma, pur riconoscendo a molti sindaci leghisti un “approccio militante” e corretto alla amministrazione di molte città del nord, non mischiamo per cortesia troppo le carte, nell’inveterato, italico sport di salire sul “carroccio del vincitore”, vero o presunto che sia. I sindaci leghisti non hanno inventato nulla: sono sempre esistiti dei buoni e dei cattivi sindaci, dei politici seri e altri corrotti, sotto tutte le latitudini partitiche. E sono esistite sempre visioni “minimaliste” della pubblica amministrazione e altre che tendevano a “volare più alto”, non limitandosi a soddisfare le pance dei cittadini e gli istinti più egoistici, ma cercando di incidere anche sulle coscienze e sui cervelli, proponendo anche un “modello di città “, dal centro alle periferie, dalla cultura all’urbanistica, dai trasporti al tempo libero, dal commercio al turismo.
Si dà il caso che il sottoscritto, in 5 anni di attività pubblica, in qualità di capogruppo Msi alla provincia di Genova, non abbia mai, dicasi mai, accettato un compromesso e mai abbia usufruito di un “passaggio” su un’auto blu, persino quando era previsto un taxi per legge se lo pagava di tasca sua per non avere nulla a che fare con la “prassi della casta”. Si dà il caso che un esponente leghista pochi anni dopo non seguisse tale criterio. Si dà il caso che lo stesso esponente leghista di primo piano nell’organigramma attuale della Lega, approdato in parlamento pensò bene di accordarsi con un altro deputato del suo partito per assumere reciprocamente come portaborse ciascuno la moglie o amante dell’altro, nel silenzio dei vertici del partito. E’ questa, caro Orsucci, l’etica a cui Alemanno dovrebbe uniformarsi per amministrare bene Roma? Spero di no, e potrei ricordare altresì che non sia un buon esempio amministrativo per la capitale, fare riferimento a fidi concessi dalla banca leghista per finanziare casinò in Croazia o sale Bingo in Italia, società chiuse con perdite che incisero nella crisi della banca della Lega, dove tanti risparmiatori in camicia verde ci rimisero i propri risparmi, nonostante l’aiuto di Fioroni per evitare il fallimento. Cito soli alcuni esempi, conclamati e accertati, per rimarcare che la classe dirigente missina era un’altra cosa e certi paragoni sono impropri: altra scuola, altra cultura, altre motivazioni ideali, alri valori sociali. E poi non si era abituati a fare le ronde con la scorta della Digos…
Ma, precisato l’aspetto “etico”, occorre spendere due parole anche su quello “valoriale”, con particolare riferimento al sociale. Amministrare una metropoli, necessita non solo di affrontare i problemi della sicurezza, peraltro ora prioritari, non significa solo allontanare gli irregolari, cosa ora improcrastinabile, non vuol dire solo strade linde, obiettivo ora sentito dopo anni di sporcizia. Significa anche curare le periferie, costruire case per le giovani coppie, prevedere piani regolatori che tengano conto della armonizzazione tra città e hinterland, affrontare il degrado urbano, risolvere i problemi delle fasce sociali più deboli, vuol dire creare occupazione, coodinare politiche del lavoro, assistere gli anziani, far crescere le occasioni di socializzazione, vuol dire fare cultura, tenere musei aperti, incentivare l’accoglienza turistica, organizzarla, promuoverla, indirizzarla. Significa assicurare ai meno fortunati un tetto e un pasto, collaborare con il volontariato, le associazioni, gli enti preposti.
C’è chi parte dalla risoluzioni delle “urgenze” e si ferma qua. C’è chi va oltre il contingente e”vola più alto”, appena possibile. Non possiamo far gestire le città in eterno da “carabinieri mancati” con il complesso rondista. Occorre recuperare il senso dello Stato, da parte di tutti, senza restrizioni di confini geografici, compresi quelli fasulli. Ecco perchè Alemanno non avrà bisogno di indossare alcuna camicia verde, è uomo preparato per sapere che altri debbono essere i punti di riferimento per una visione complessiva della buona amministrazione. Non ci scandalizzeremo se ci deluderà , non sarebbe la prima volta…siamo abituati ai “prudenti” e agli “incompiuti”…se saprà stupirci glielo riconosceremo onestamente. Non conta il colore delle camicia per nessuno ormai…conta la testa che sta oltre il colletto.
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