ELEZIONI EUROPEE? AL 66% DEGLI EUROPEI NON INTERESSANO NULLA
APPENA IL 16% SA QUANDO SI VOTA, IL 62% RITIENE IL PARLAMENTO EUROPEO IRRILEVANTE, IL 55% DISTANTE DALLA GENTE COMUNE, IL 20% E’ CONTRARIO PERSINO A CHE ESISTA… LA FIDUCIA STA APPENA SUL 40%
Le elezioni europee del 6 e 7 giugno prevedono uno sfoggio degno di miglior causa: 23 lingue ufficiali, 700 traduttori, 430 interpreti fissi più una riserva di 2.500 esterni, 170 giuristi linguisti, tutti impegnati ad assicurare la conformità dei testi nelle varie lingue comunitarie.
Eppure la bellezza di due cittadini europei su tre sono pronti a disertare le urne per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo.
A testimoniarlo è l’Europa stessa, che sta per diffondere e rendere pubblico un sondaggio apposito, curato da Eurobarometro, la fabbrica dei sondaggi ad hoc sul rapporto tra i cittadini e le istituzioni europee.
Anticipato dal quotidiano francese “Liberation”, il contenuto del sondaggio è riassunto nel 66% di tasso di astensione previsto per la prossima tornata che coinvolgerà milioni di abitanti dalla Lettonia al Portogallo.
La scarsa affluenza alle urne in verità è un dato in costante crescita da quando si vota per mandare i rappresentanti dei vari paesi a Strasburgo.
Nel 1979 le astensioni furono del 37%, si è arrivati nel 2004 a toccare la punta massima del 54,3.
Il nuovo dato di previsione, se fosse confermato dai risultati ufficiali, farebbe segnare un altro minimo storico con la previsione del 66% di europei che se ne stanno a casa, invece che andare a votare.
E meno male che l’Italia tira un po’ su la media in quanto, votandosi anche per le amministrative, si prevede un flusso maggiore rispetto alla media europea.
In testa agli assenteisti al voto spicca invece la Polonia, storicamente tra i Paesi più scettici verso il processo di integrazione europea.
Significativo poi che alla domanda “quando si terranno le elezioni per il parlamento europeo?”, appena il 16% degli europei sia stato in grado di indicare almeno il mese in cui si terranno le elezioni ( figurati se avessero chiesto anche il giorno…).
Se poi si cerca di andare a fondo, indagando sulle motivazioni del previsto “non voto” emergono in particolare le seguenti: la convinzione dell’irrilevanza del Parlamento europeo ( 62%), la sua distanza con la vita comune della gente ( 55%), l’avversione esplicita all’istituto ( 20%), con punte del 35% in Austria, tanto per capire che aria tira…
E si comprende quindi anche il crollo della fiducia nel Parlamento e nella Commissione europea, entrambe sul 40%, mentre sta peggio la Bce con la fiducia crollata al 39%.
Insomma un quadro desolante, nonostante tutta la propaganda “europeista” e i vari summit.
Viene da chiedersi a che serva spendere milioni di euro nei vari Stati per sostenere i costi delle elezioni, quando a due europei su tre non frega nulla e il trend è sempre peggio.
Si potrebbero nominare direttamente in proporzione ai vari parlamenti nazionali e magari si potrebbero destinare i quattrini risparmiati ad opere di bene.
Tanto non se ne accorgerebbe nessuno.
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