EVADE DAL CARCERE CON LE TORRETTE DI CONTROLLO VUOTE: SUCCEDE SOLO IN ITALIA
ACCADE A BRESCIA: PERSONALE RIDOTTO PER I TAGLI, UN DETENUTO SE NE VA INDISTURBATO… PREVISTI 300 AGENTI, CE NE SONO SOLO 180 E IN SERVIZIO ERANO APPENA IN 12
Quanti agenti erano in servizio ieri mattina lungo il muro di cinta del carcere di Brescia quando un detenuto è scappato?
«A noi risulta nessuno» dichiara Roberto Santini, del sindacato autonomo degli agenti. Possibile?
«Sì, anche a noi risulta così: zero agenti» conferma Luigi Pagano, responsabile degli istituti di pena dell’intera Lombardia.
L’evasione di Fatmir Gashi, rapinatore kosovaro che ieri mattina se n’è andato insalutato ospite dal carcere di Canton Mombello, non passerà alla storia come la più spettacolare.
Sono bastati tempismo, agilità e l’incredibile circostanza verificatasi nel vecchio fortino al centro della città : causa penuria di personale, conseguenza di tagli e blocco del turn over, nessuno stava facendo la guardia lungo il perimetro del carcere.
E Gashi non ci ha pensato due volte prima di saltare il muro mentre due suoi compagni sono stati ripresi poco prima che tagliassero pure loro la corda.
I numeri prima di tutto spiegano come è potuto accadere che un detenuto sia scappato con tanta facilità . «Canton Mombello potrebbe ospitare 250 persone – dice Santini, dirigente del Sinappi – e invece là dentro ce ne sono 520; la pianta organica prevede 300 agenti, se ne contano appena 180 e ieri mattina al momento dell’evasione l’intera struttura era affidata ad appena 12 uomini in divisa».
Ieri anche una concatenarsi di circostanze ha spianato la strada a Fatmir Gashi.
Il kosovaro era considerato uno tranquillo; era dentro per delle rapine compiute in provincia di Brescia, il suo «fine pena» era fissato nel 2016.
Era stato assegnato alla pattuglia dei «lavoranti» ed era in servizio alle cucine di Canton Mombello.
Alle 10 in punto il detenuto è uscito in cortile spingendo un carrello con i bidoni dell’immondizia. Li doveva svuotare e, regolamento alla mano, questa operazione richiedeva la presenza di un agente, invece Gashi era solo; o meglio: era in compagnia di due compagni di cella che poco più tardi sono stati trovati nascosti proprio dentro i bidoni.
Il kosovaro ha approfittato di un mucchio di mattoni e calcinacci appoggiati contro il muro, ha iniziato la scalata aiutato anche da un lampione e addio.
Nessun agente era nelle torrette anche perchè ieri c’erano da piantonare tre detenuti in ospedale e 7 uomini sono stati «sacrificati» a quel servizio.
Tanto il sistema di videosorveglianza avrebbe provveduto a vigiliare. «Macchè, anche quello risulta solo parzialmente in uso: ormai non ci sono più soldi nè qui nè nel resto d’Italia» denuncia Santini.
A Brescia si precipita Pagano, prende atto della situazione avvia un’inchiesta interna mentre iniziano le ricerche in tutta Brescia.
Ma di Gashi nessuna traccia.
Claudio Del Frate
(da “Il Corriere della Sera“)
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