FINANZIARIA: SVANISCONO LE PROMESSE, RESTANO LE TASSE
PERSINO “LIBERO” PARLA DI UN “PERICOLOSO AUTOGOL DEL GOVERNO” E DI UNA “CLAMOROSA MARCIA INDIETRO”… IL PROBLEMA E’ FARE PROMESSE A VUOTO E NON MANTENERLE MAI… ASPETTARE LE ENTRATE DELLO SCUDO FISCALE CERTIFICA SOLO UNO STATO ACCATTONE CHE ATTENDE LA MANCETTA DAGLI EVASORI
Ormai è stato chiarito: nella legge finanziaria non è prevista alcuna riduzione dell’Irap, dell’Irpef e nemmeno la cedolare secca sugli affitti.
In pratica il governo non intende operare alcun taglio alle tasse, smentendo quello che aveva annunciato poche settimane fa.
Lo avevamo ampiamente previsto, attirandoci le solite critiche di “inguaribili pessimisti”: era evidente a chiunque che quelle promesse inattuabili non avrebbero mai dovuto essere fatte.
Oggi leggiamo che non siamo improvvisamente più soli , nell’area di centrodestra, a esprimere critiche al modus operandi del governo.
Ecco cosa scrive Maurizio Belpietro su “Libero”: “Il problema non è la cancellazione di un singolo provvedimento, bensì la negazione di un programma politico sulla base del quale si è chiesta la fiducia degli elettori…Berlusconi le elezioni le ha vinte promettendo di diminuire le imposte, non certo annunciando il ponte sullo Stretto, le ha vinte cavalcando l’aspettativa di un cambiamento radicale rispetto a chi c’era prima e che sfilava nottetempo i soldi dalle tasche dei contribuenti”.
Conclude Belpietro: “Adesso che qualche segnale di ripresa dalla crisi si intravede, non mantenere la promessa è un errore grave”.
E a chi sostiene che “non ci sono soldi”, Belpietro ricorda la battaglia per l’abolizione delle Province e la necessità dell’innalzamento dell’eta pensionabile.
Cerchiamo di andare per ordine: se un padre di famiglia ha a malapena la possibilità di far coniugare ai figli il pranzo con la cena, non promette certo loro per Natale le vacanze a Cortina.
A maggior ragione un governo serio dovrebbe evitare continue sparate propagandiste senza dar poi mai seguito a nulla.
Secondo quesito: è vero o no che in cassa non c’è un euro?
E’ verissimo, tanto che per racimolare 3,8 miliardi si deve fare la figura dello “Stato accattone” che si mette all’angolo della strada e spera entro Natale che i ricchi supervasori mettano nel cappello qualche banconota.
Non dimentichiamo infatti una cosa grave: chi ha portato all’estero 100 milioni di euro, su quella cifra, se non l’avesse evasa, avrebbe dovuto pagare almeno il 50% di tasse.
Ora invece, col 5% di imposta, la fa rientrare in Italia e pure con la garanzia dell’anonimato.
Ma il motivo per cui non c’è un euro in cassa è anche un altro, come Belpietro in parte conferma: perchè non c’è un vero interesse politico a cercali dove si dovrebbe.
Chi ha fatto spendere 400 milioni di euro per dividire le elezioni dal referendum? Chi non vuole abolire le Province per poter mantenere una Casta di notabili? La risposta è la Lega, i duri e puri, coi soldi di Roma ladrona, ovvio.
Se la corruzione nella Pubblica Amministrazione costa allo Stato italiano, secondo la Corte dei Conti, 60 miliardi di euro l’anno, perchè Brunetta e Co. non la scovano, invece che fare passerella coi fannulloni?
Perchè fanno comodo a tutti i partiti le mangiatoie locali.
Perchè, nonostante la Corte dei Conti abbia quantificato in 92 miliardi di euro il danno erariale subito dallo Stato ad opera dei concessionari di slot machine, per non avere collegato le macchinette ai terminali di controllo, nessuno li ha obbligati ancora a risarcire l’Erario?
Forse perchè molte di quelle concessionarie avevano addentellati e persino amministratori legati a diversi partiti?.
Chissà come mai ci si limita a dire che “i soldi non sono”, quando basterebbe avere la volontà politica di reclamarli indietro o di por fine alla corruzione.
Ora verranno distribuiti a pioggia le entrate “una tantum” dello scudo fiscale, dando qualche contentino qua e la.
Fa gia ridere la promessa di “soldi alla sicurezza”, che ora sono diventati “garantiremo il turn over” (ovvero uno in pensione, uno assunto), ma alla fine l’assunto sarà solo il “volontario a ferma breve”.
Altro che aumenti, straordinari pagati, rinnovo dei mezzi per le forze dell’ordine.
Siamo arrivati al “sostituto temporaneo”.
Sappiateci dire per quanto tempo ancora volete prenderci per i fondelli, così almeno ci regoliamo…
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