FINI, IL CATTIVO MAESTRO UNICO
PARLA DI COSE CHE NON CONOSCE E CHE NON GLI SONO MAI INTERESSATE… NON SI E’ ACCORTO CHE ILLUSTRI STORICI HANNO RIVALUTATO ALCUNI ASPETTI DEL FASCISMO E CONTINUA A INSEGNARE SU TESTI SUPERATI…UNA VITA DA SUB, IMMERSO NEL MARE DEL’OPPORTUNISMO… CON LA LEGGE CARFAGNA ORA RISCHIA
E venne il giorno della lezione magistrale: temendo che le esternazioni di Alemanno e la Russa (che poi non avevano detto nulla di strano) potessero pregiudicare la sua scalata al potere, cui ha dedicato una vita, Gianfranco Fini ha colto l’occasione della convention dei “giovani vecchi” di Azione Giovani in amministrazione controllata, per ritornare indietro di almeno trenta anni, adottando nuovamente i testi di scuola del Cln. Coerente con la Gelmini che vuole ( ma almeno lei per ragioni economiche) il ritorno del maestro unico, il Gianfri, con la spocchia che lo contraddistingue e con la solita cadenza dottorale da laureato in pedagogia, si è autoproclamato (cattivo) maestro unico, facendoci optare per la necessità a questo punto del mantenimento dei tre insegnanti. Perchè, come aveva detto Bossi, prima di cambiare ovviamente anche lui idea, magari almeno uno aggiornato e in gamba su tre si trova.
E di fronte a una classe di giovani e ambizioni virgulti ( se non ambissero a qualcosa non sarebbero ancora lì), di fronte a una platea di ragazzi senza più punti di riferimento ideali, privati persino della fiaccola in nome del “partito unico”, Fini parla di “uguaglianza, libertà e giustizia sociale” e dice “che sono valori a pieno titolo antifascisti”.
Aggiunge che “chi è democratico è antifascista” e conclude che “ prima si riconoscono questi valori fondanti del pantheon dell’antifascismo e prima la destra agevolerà una operazione culturale di ripristino di qualche verità negata”.
Avendo avuto occasione di frequentare per almeno 10 anni i comitati centrali ( e i Congressi) del vecchio Msi, in cui entrai giovanissimo, ho avuto occasione di ascoltare decine di interventi del Gianfri nazionale, con toni e concetti diversi, ma ve li risparmio, non di questo intendo trattare. Anche perchè riconosco a Fini di averla sempre pensata in un certo modo, semplicemente si esprimeva in modo diverso per convenienza. Altrimenti non avrebbe ottenuto il “delfinato” da Giorgio Almirante e non avrebbe iniziato la “brillante” carriera politica che tutti gli riconoscono.
Il discorso è un altro, a mio parere.
Il vuoto pneumatico culturale ( quello ideale lasciamolo perdere, è meglio) che contraddistingue certe sue dichiarazioni, improntate solo alla convenienza del momento.
Negli ultimi 30 anni, abbiamo assistito, dagli studi di De Felice in poi, al riaprirsi del dibattito sul periodo fascista, a decine di saggi che, scevri da posizioni di parte, ne analizzavano aspetti positivi e negativi, sottolineandone spirito innovativo e una impronta rivoluzionaria in campo sociale per quei tempi, unitamente a tragici errori.
Abbiamo oggi giornalisti ed autori di sinistra che stanno facendo opera di “revisionismo storico”, altri che vanno a fondo sulla capacità nei primi anni di Mussolini di coagulare il consenso della stragrande maggiorana degli Italiani sulla sua politica.
Poi arriva il Gianfri e brucia in un attimo centinaia di questi libri, per sputare le sue sentenze in base alla convenienza del momento, senza il minimo di cognizione storica. Tipico di chi portava sempre con sè, quando andava a al Secolo d’Italia da giornalista, una valigetta 24 ore sempre chiusa. Una volta che per curiosità qualcuno la aprì…era vuota, emblema della mancanza di contenuti del proprietario…
A distanza di oltre 60 anni dalla caduta del fascismo si ha paura a riconoscere quello che a livello mondiale ormai si ammette?
Che il primo fascismo introdusse leggi, ad es., a tutela dei lavoratori, delle donne, del lavoro minorile, in termini di riduzione e controllo dell’orario di lavoro, di costruzioni di case popolari , infrastrutture e bonifiche, che furono copiate e prese di esempio dalle maggiori democrazie europee e americane, che erano molto indietro su questo campo?
Che il fascismo segnò una svolta proprio nei confronti di una certa Destra liberale che non si era distinta certo per giustizia sociale?
O vogliamo parlare delle “democrazie” che qualcuno vorrebbe portare ad esempio ?
Quante decine di migliaia di vittime ha fatto la politica razzista degli Stati Uniti nei confronti della popolazione nera nei secoli passati?
Quante decine di migliaia di uomini, donne e bambini sono stati massacrati dalle democratiche e libertarie “bombe intelligenti” a stelle e strisce?
Quanti lavoratori sono morti per incidenti sul lavoro nelle fabbriche dell’800 dei “padroni delle ferriere” che badavano solo al guadagno, senza rispetto della vita degli operai?
Quanti crimini sono stati compiuto in nome e per conto da quel comunismo che qua in Italia ha assunto la denominazione “antifascismo”? Qualcuno ha dimenticato la giustizia proletaria del dopoguerra?
Sono questi i valori di riferimento della Destra italiana oggi?
Quanti ragazzi, nati dopo la caduta del fascismo, sono stati ammazzati nel dopoguerra in nome dell’antifascismo, solo per la colpa di”militare a destra”?
Se lo facciano anche gli antifascisti un bell’esame di coscienza, prima di esaltare l’antifascismo come valore. Lo stesso esame che dovrebbe fare chi dichiara certe cose per opportunismo. Ma non lo pretendo, perchè presupporrebbe di averla una coscienza. E porla al servizio del Paese, non per perseguire i propri interessi e le proprie miserabili ambizioni.
Ecco perchè apprezzo la legge Carfagna e il rigore che viene annunciato. Meno prostitute in giro e più passione in politica.
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