FONDAZIONI, SOLDI E SEGRETI
NELLE 65 FONDAZIONI POLITICHE LA TRASPARENZA E’ UN OPTIONAL: IL 93,3% NON RENDE ACCESSIBILE L’ELENCO DEI SOCI E DEI DONATORI
Nella informativa degli investigatori del NOE, nell’ambito dell’inchiesta Consip, è spuntato anche il nome del senatore Gaetano Quagliariello che fece un finanziamento di 50 mila euro alla Fondazione Magna Carta, della quale il senatore di Idea è presidente.
Lui stesso ha chiarito che si tratta di un contributo, tracciato, del 2016: «Fondi destinati a un progetto editoriale, per il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, La Verità ».
La società della moglie di Romeo nel 2014 ha donato 60 mila euro alla Fondazione Open (motore del fundraising di Renzi).
Il Corriere della Sera in un articolo a firma di Dino Martirano oggi racconta il proliferare delle fondazioni, ovvero di quegli enti dotati di un patrimonio destinato a determinati scopi: «possono essere culturali o politici, religiosi o scientifici, in ogni caso devono essere esplicitati nell’atto costitutivo e nello statuto (insieme a nome, sede, patrimonio). Negli ultimi anni, dopo il taglio del finanziamento pubblico ai partiti, è lievitato il numero delle fondazioni politiche: se ne contano 65».
Nelle 65 fondazioni politiche (tante ne ha censite Openpolis), il cui numero è lievitato dopo l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, la trasparenza è un optional: il 93,33% della fondazioni omette, con la scusa della privacy, di rendere accessibile l’elenco dei soci e dei donatori.
Poca trasparenza, dunque, anche se poi i 60 mila euro donati nel 2014 dalla società della moglie di Romeo alla Fondazione Open (il motore del fundraising di Matteo Renzi) erano stati oggetto di un’intervista dell’allora sindaco di Firenze: «Io quel finanziamento non l’avrei accettato…».
Ma quei soldi andavano restituiti? «Non so, chiedetelo alla Fondazione», tagliò corto Renzi.
Per il resto, il biglietto da visita di Open ce l’ha in tasca il presidente, l’avvocato Alberto Bianchi, che oltre a essere consigliere d’amministrazione dell’Enel è «arbitro» nelle controversie che investono la Consip.
(da “NextQuotidiano”)
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