FONDI LEGA: SEQUESTRATE LE VILLE SUL LAGO DI GARDA DEI COMMERCIALISTI DELLA LEGA DI RUBBA E MANZONI
“PAGATE CON SOLDI PUBBLICI”
La guardia di finanza di Milano ha sequestrato le due villette sul Lago di Garda dei revisori contabili della Lega, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, acquistate al “Green Residence Sirmione” con i soldi incassati dalla Regione Lombardia per la nuova sede della Lombardia Film Commission.
I due professionisti, dal 10 settembre scorso ai domiciliari per l’inchiesta del procuratore aggiunto Eugenio Fusco e del pm Stefano Civardi, sono accusati di peculato (oltre che di turbativa d’asta ed evasione fiscale) proprio per aver usato gli 800 mila euro del finanziamento pubblico per scopi privati. Di quella cifra, oltre 600 mila euro sarebbero stati usati per le due villette.
La prima acquisizione al “Green Residence Sirmione” riguarda l’abitazione “Bouganville” con box, al prezzo di 310 mila euro, perfezionata il 21 dicembre 2017, undici giorni dopo la vendita dell’immobile di Cormano a Lombardia Film Commission. La seconda è del 30 marzo 2018: Taaac, società riferibile ai due professionisti, acquista l’immobile “Tigli”, sempre con garage, per 330 mila euro. Ne parla intercettato Michele Scillieri, l’altro commercialista della Lega. “Due belle ville sul lago” dice.
Il denaro arrivato da Regione Lombardia e affidato all’ente cinematografico, nel 2017 guidato da Di Rubba, arriva prima ad Andromeda, srl di Scillieri. E dopo un lungo e tortuoso giro di società e bonifici, finisce in parte alla Taaac, la società di Di Rubba e Manzoni che doveva occuparsi di investimenti immobiliari. Ma l’unico investimento rintracciato dalla guardia di finanza di Milano è stato l’acquisto dei due immobili sul lago.
“L’analisi del materiale istruttorio offre — si legge nel provvedimento del gip — plurimi elementi dotati di forte valenza indiziaria nel senso di interpretare la complessa architettura societaria utilizzata, come mero strumento volto al drenaggio delle risorse pubbliche“. Dalla ricostruzione emerge che “la Taaac veniva costituita soltanto in funzione di quell’operazione commerciale complessiva, rappresentata dall’acquisto dei due immobili in questione, in ciò esaurendosi dunque la sua stessa ragion d’essere”. La società Taaac “difetta di risorse finanziarie proprie” e “difetta di ogni fattore di produzione”. Il sequestro preventivo, scattato oggi, è a carico della Partecipazioni srl, l’ultima società ritenuta di comodo dagli inquirenti.
In un’informativa del 28 maggio scorso gli inquirenti ricostruiscono i vari passaggi di denaro: la prima acquisizione al Green Residence Sirmione riguarda una Bouganville al prezzo di 310mila euro, perfezionata il 21 dicembre 2017. La seconda è del 30 marzo 2018: Taaac acquista l’immobile Tigli per 330mila euro. In un documento della Guardia di finanza, la società Taaac “è solamente una delle pedine create e manipolate da Di Rubba e Manzoni per dissimulare l’appropriazione del profitto derivante dall’operazione immobiliare di Cormano, di per sè caratterizzata da plurimi profili di anomalia”. Annotano gli investigatori: “Per l’assenza della benchè minima risorsa finanziaria e produttiva autonoma e per la peculiare composizione del proprio portafoglio, cronicamente a somma zero e dipendente dalle immissioni di liquidità effettuate dalla controllante/incorporante (Studio dea consul ting s.r.l.), la Taaac s.r.l. è risultata predestinata ad avere vita breve, accollandosi la formale ascrivibilità di operazioni immobiliari poste in essere a ritmo incalzante attraverso l’impiego — indispensabile — di denaro altrui. Denaro griffato studio Dea consulting s.r.l., alias Di Rubba e Manzoni, artatamente mescolato con altro denaro geneticamente pubblico in quanto distribuito a pioggia da immobiliare Andromeda s.r.l. per il tramite di altre scatole vuote (E.c.o. S.r.l. e Sdc s.r.l.), società fedeli (Barachetti service s.r.l.) o proprietarie (Studio c.l.d s.r.l.): tutte convergenti su un unico centro di affari e interessi”. Tradotto: la Taaac, per l’accusa, è stata creata solo con l’obiettivo di comprare le due villette sul lago di Como con denaro che in parte veniva dai fondi pubblici erogati dalla Regione Lombardia a Lombardia film commission, e da quest’ultima usati per acquistare il capannone di Cormano. Stabile che, sempre per i pm, era stato ceduto a prezzi gonfiati.
(da agenzie)
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