FONTANA, IL MINISTRO ALLA FAMIGLIA CHE STRIZZA L’OCCHIO AI NAZISTI
VERONESE E CATTOLICO A MODO SUO E’ UN ACCUMULATORE DI POLTRONE: PARLAMENTARE, VICESINDACO DI VERONA, VICEPRESIDENTE DELLA CAMERA, VICESEGRETARIO FEDEREALE DELLA LEGA
Fa il tifo per Orban e per l’Hellas Verona, la “squadra a forma di svastica” – come cantano gli ultrà pro-Hitler della curva Sud dove il neoministro è presenza fissa da quando era giovane.
Oltre a quella per Vladimir Putin ha un’ammirazione politica per il Front National di Marine Le Pen e va fiero di essere stato – da europarlamentare – tra gli artefici dell’ “alleanza storica” tra il partito dell’estrema destra francese e la Lega.
Una bella medaglia per uno che, sul tema immigrazione, agita da sempre lo spauracchio della “sostituzione etnica”, che parla di “annacquamento devastante dell’identità del Paese che accoglie”, che come gli imprenditori della paura associa il calo della natalità in Italia al fenomeno migratorio qui inteso come “invasione”, termine mantra dei leghisti e dei neofascisti.
Trentotto anni, laurea in scienze politiche, sposato con doppio rito (tridentino, celebrato da don Wilmar Pavesi sacerdote pre-conciliare vicino ai tradizionalisti cattolici; e civile, celebrato dall’ex sindaco di Verona Flavio Tosi con Matteo Salvini testimone).
Paladino degli ultracattolici veronesi nella città dove la “difesa delle tradizioni” è sempre stata appannaggio di un fronte che vede mischiarsi le associazioni iper-religiose e l’estrema destra dell’odio e dell’intolleranza.
Eccolo, il neo ministro della famiglia e della disabilità Lorenzo Fontana. Il “più a destra” del governo Conte, come l’hanno già definito.
Un predestinato della politica, alla quale si avvicina a 16 anni folgorato dalla Lega Nord. A 22 anni è già consigliere della terza circoscrizione del comune di Verona, a 27 anni consigliere comunale e a 29 anni entra nel Parlamento Europeo dove viene rieletto (farà due mandati) nel 2014 quando la Lega entra nel Gruppo Enf (Europa delle Nazioni e delle Libertà ) con il Front National.
Fontana, “veronese e cattolico” come si presenta su Twitter, è accumulatore di incarichi: parlamentare, vicesindaco di Verona, vicepresidente della Camera dei deputati, vice segretario federale della Lega.
Il suo pedegree? Quello tipico del veronese di destra: posizioni molto radicali su aborto, diritti delle donne, diritti Lgbt e richiedenti asilo, anti immigrazionista. Per il giovane ministro salviniano Islam e terrorismo sono due concetti dilatabili fino a essere quasi sovrapponibili.
Fontana è amico e sostenitore del sindaco Federico Sboarina con cui lo scorso febbraio ha partecipato al “Festival per la vita” (organizzato da Pro Vita vicina a Forza Nuova) e ha applaudito l’arrivo del “Bus per la Libertà “, un pullman con la scritta “Non confondete l’identità sessuale dei bambini”.
Il ministro, nella città scaligera, è conteso da altre due associazioni: Fortezza Europa (“Festung Europa”, in tedesco, era il termine impiegato dalla propaganda del Terzo Reich durante la Seconda guerra mondiale per indicare l’Europa nazista: la parte di Europa continentale dominata dalla Germania in contrapposizione con gli alleati anglosassoni). E l’ultracattolica e destrorsa Reazione Identitaria.
A novembre 2017 Fontana ha portato i suoi saluti a un discusso convegno per avvocati organizzato proprio da Fortezza Europa (valido per crediti formativi forensi): tema, la legittima difesa.
La curva, la politica, la Lega, l’ultradestra. E ora al governo.
(da “La Repubblica”)
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