FORZA ITALIA, LA FRONDA DEGLI ARRABBIATI: PRIMA LA CHAT, ORA IL VERTICE A MILANO
GIOVEDI’ SERA IN UN ALBERGO MILANESE CI SARANNO LA SARDONE, IL SINDACO DI SESTO DI STEFANO, IL LAZIALE PALOZZI E L’ASSESSORA VENETA DONAZZAN… TIRA LE FILA TOTI, MA SI GUARDA BENE DAL METTERCI LA FACCIA
«Forza Italia è pronta a fare una riflessione sui tanti voti persi?». Se lo chiede, lasciando la risposta aperta, Elena Donazzan. Lei è l’assessore al lavoro di Luca Zaia in Veneto, premiata alle ultime regionali da un diluvio di preferenze (oltre 22 mila) e tra i protagonisti della sollevazione dentro il partito azzurro.
Una sommossa che era incominciata, all’indomani delle elezioni, come un gruppo su Whatsapp tra i dissidenti.
Ora, però, gli azzurri arrabbiati cercano di fare rete, ragionare sul momento che vive il partito, darsi degli obiettivi.
Giovedì sera si incontreranno in un albergo milanese la consigliera regionale Silvia Sardone, il sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano,suo marito, l’ex consigliere lombardo Vittorio Pesato, il neo vicepresidente del consiglio regionale del Lazio Adriano Palozzi, oltre alla stessa Donazzan.
Chi non ci sarà , però, è Giovanni Toti. Il governatore ligure, a cui guardano molti dei malcontenti azzurri, nei giorni scorsi era intervenuto per dire: «In Forza Italia c’è poco spazio per il dibattito interno».
A dispetto delle sue perplessità sull’attuale gestione del partito, Toti però per il momento si limita ad osservare: «Condivido molte delle critiche e delle posizioni espresse dai miei colleghi. Però, io credo che al momento sia il caso di non lanciarsi in fughe in avanti che non si sa bene dove vadano a parare».
Alla fronda, aveva fatto da detonatore il caso di Silvia Sardone: consigliera comunale di Milano, oltre 11 mila preferenze alle regionali lombarde, era stata esclusa a sorpresa dalla giunta guidata dal leghista Attilio Fontana.
Oggi spiega che quello di giovedì sarà «un incontro tra persone che lavorano sul territorio e che fanno fatica a riconoscersi nel partito in cui hanno sempre militato». Perchè «ormai il merito sta trasformandosi in demerito, i nomi sono sempre calati dall’alto e primarie e congressi sembrano parolacce».
Primarie e congressi, però, Forza Italia non ne ha mai fatti: «Ma oggi in Lombardia il partito è al 14%. Quando era al 30, forse il problema si sentiva meno».
La pensa in modo simile anche Donazzan: «La Lombardia era la cassaforte di Forza Italia. Noi non vogliamo buttare via il patrimonio costruito in questi anni, non vogliamo andarcene. Ma vorremmo ragionare su come tornare a vincere». Per Vittorio Pesato, il problema sono state anche le liste elettorali: «Non sono sicuro che siano dipese in tutto e per tutto da Silvio Berlusconi». Ma neanche soltanto quelle: «Purtroppo, abbiamo smesso di parlare al nostro elettorato di riferimento, anche gli imprenditori guardano altrove».
Adriano Palozzi non drammatizza: «Perchè ci si stupisce che dentro un partito ci si parli? Credo che il nostro apporto sia un valore per Forza Italia, visto che siamo coloro che hanno conquistato piu consensi in Lazio, Veneto e Lombardia. Ecco, noi vogliamo continuare ad essere una valore per il nostro partito»
(da “il Corriere della Sera”)
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