GELO DELL’EUROPA SUL “BLOCCO NAVALE” PROPOSTO DALLA MELONI: “NON SI PUO’ FARE, VIOLEREBBE ALMENO TRE TRATTATI INTERNAZIONALI”
FONTI UE SPIEGANO CHE E’ UNA IDEA PRIVA DI OGNI FONDAMENTO GIURIDICO, ILLEGALE E IMPRATICABILE
Un blocco navale che alzi un muro nel Mediterraneo e lasci da una parte gli italiani e dall’altra i migranti «viola almeno tre fra trattati e convenzioni internazionali». È semplice, spiega l’alto funzionario chiedendo garanzia di anonimato.
L’Unione e i suoi Paesi non possono indiscriminatamente rifiutare l’accesso a chi arriva e chiede protezione, altrimenti viene meno il sacrosanto diritto di asilo.
Il principio è lineare, assicura un esperto bruxellese: «Bisogna accogliere chi ha titolo per essere accolto, chi fugge dalle guerre o dalle persecuzioni; si deve rimpatriare chi questo titolo non ce l’ha». Ogni altro comportamento è fuorilegge.
La Commissione Ue non commenta le parole di Giorgia Meloni, come d’abitudine in questi casi. «Non esprimiamo pareri sulle singole posizioni dei partiti», afferma un portavoce di Palazzo Berlaymont. In realtà sono tutti dibattiti già consumati e respinti al mittente.
Del resto, i Fratelli battono da tempo sul tasto del blocco navale, che definiscono «l’unica misura concreta utile per fermare l’afflusso di migranti irregolari dal Nord Africa». Senza trovare sponda.
È un vecchio cavallo di battaglia delle destre. Una per tutti, la risoluzione parlamentare del 2015 con cui Forza Italia ha invocato il blocco, con la piena approvazione dei pezzi grossi dello schieramento berlusconiano – da Toti a Gelmini il coro dei favorevoli fu largo -, naturalmente accolta con entusiasmo da Matteo Salvini.
Per fare chiarezza, in un documento della primavera 2021, Fdi ha precisato di avere in mente una missione militare europea realizzata in accordo con le autorità libiche, mirata a impedire ai barconi di immigrati di partire in direzione dell’Italia.
A loro avviso non si tratterebbe di respingimenti, «perché questi avvengono in mare aperto». «Non è così», spiega la fonte europea: il blocco in mare è sempre un «pushback» coattivo. E, in quanto tale, inaccettabile.
Le regole
Il principio di fondo è che se sei una autorità nazionale europea e ricevi una richiesta di asilo sei vincolato a prenderla in considerazione. Lo stabilisce la Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951, ma anche la direttiva comunitaria sulle procedure di asilo e la normativa sulla gestione delle frontiere prevista nel quadro Schengen.
Senza dimenticare il Diritto del Mare, che impone di salvare chiunque finisca in acqua o in avaria, caso frequente nel Mediterraneo, anche se non sempre accidentale. Ma così vanno le cose.
Pertanto, se un barcone parte dalla costa nordafricana e si imbatte in una nave non libica, non c’è scampo dall’accettare la richiesta di esaminare l’ipotesi di asilo.
Il che implica portare gli uomini, le donne e i bambini sulla terra ferma (amica) e controllare la loro storia, per offrire ospitalità a chi ne ha diritto e rispedire a casa gli altri, laddove sia possibile e sicuro. Il rischio di un trattamento disumano, in Libia, è sempre presente. In buona sostanza, la discussione potrebbe finire qui.
«Impedire ai barconi di partire», scrivono i Fratelli. Lo possono fare solo gli africani, ai quali il diritto concede di arrestare gli aspiranti migranti e richiuderli nei loro disputabili campi di internamento.
Per fermare i gommoni sul “bagnasciuga” ed evitare che salpino, gli italiani o gli europei dovrebbero schierarsi in forze sulla spiaggia, con l’autorizzazione di libici o tunisini. Sarebbe “un blocco terrestre”, nel caso. «Non ce lo farebbero fare e, semmai, avrebbe un costo politico, umanitario e d’opportunità che renderebbe comunque la mossa irrealizzabile», sottolinea la fonte diplomatica.
Le leggi del mare E le navi? Ci risiamo, è un circolo vizioso.
Qualunque imbarcazione europea ha l’obbligo di valutare l’asilo o la protezione di altri umani. Oltretutto, mettere portaerei e incrociatori davanti alle coste meridionali di quello che era il Mare Nostrum avrebbe esattamente l’effetto di attrazione che le destre contestano alle Ong.
È il motivo per cui, alla fine, l’Unione europea ha sospeso le sue operazioni. «Missione militare europea», auspica Fdi, ritenendo che l’aggettivo “europeo” comporti una congiunzione col bilancio comunitario.
«Bisogna essere proprio naif per sperare di trovare un’intesa collegiale a Bruxelles nel quadro della Politica comune di sicurezza e difesa», confessa la fonte. Come la giri, non funziona. La questione è aperta. Nel 1909 si cercò di disciplinare il blocco, ma la dichiarazione di Londra sul Diritto della Guerra Marittima non entrò mai in vigore, nonostante i conflitti mondiali
Gli stessi Fratelli riconoscono che la misura fa riferimento a norme di natura consuetudinarie e s’ aggrappano a un Regio decreto del 1938. Forza Italia, sempre nel 2015, tirò in ballo una risoluzione Onu del 1974 secondo cui il blocco navale può essere giustificato in casi di legittima difesa o di aggressione, cioè di guerra.
Era un modo per salvarsi l’anima dopo che la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva condannato l’Italia tre anni prima per i respingimenti in mare che il governo del Cavaliere aveva definito con Gheddafi.
Utile solo per la propaganda. Tutta questa agitazione non è ingiustificata. L’Ue non esprime una politica di gestione dei confini comuni efficace, tanto meno è stata sinora all’altezza delle ambizioni nel garantire chi ha diritto a essere protetto. Le proposte intavolate dalla Commissione Ue sono state annacquate dai governi, soprattutto nelle capitali più ammirate da Salvini e Meloni.
Avrebbe senso compiuto cambiare registro. Archiviare gli slogan e pregiudizi per costringere i Ventisette a darsi regole condivise e comuni. A trovare un modo per non lasciar fuori i disgraziati e a cacciare i furfanti.
Servirebbe un talento politico che sinora è stata assai poco diffuso in buona parte dell’arco costituzionale. Populisti e sovranisti hanno trovato più facile promettere un blocco navale impossibile che impegnarsi in una saggia politica. Lo hanno fatto come se il problema fosse sempre del vicino. Invece riguarda maledettamente tutti quanti. E sempre di più.
(da agenzie)
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