GIUNTA AUTORIZZAZIONI: “PROCESSATE TREMONTI PER CORRUZIONE”
SULLA PRESUNTA MAZZETTA DI 2,5 MILIONI RICEVUTA DA FINMECCANICA NON C’E’ REATO MINISTERIALE, L’ACCORDO ERA PRECEDENTE… ORA LA PAROLA ALL’AULA
L’8 maggio 2008, quando lo studio Virtax di cui è socio fondatore Giulio Tremonti ottenne da Finmeccanica una consulenza da 2,5 milioni , nelle stesse ore del suo giuramento al Quirinale, il responsabile dell’Economia non era ancora in carica, per cui non commise un “reato ministeriale”.
Per i magistrati di Milano, quell’incarico professionale era una tangente mascherata: soldi allo studio per “comprare” il via libera del ministro a un affare miliardario di Finmeccanica.
Ma già nei giorni precedenti c’era stato uno scambio di mail fra lo studio professionale e la società statale. E questo succedeva quando Tremonti non era ancora stato nominato ministro da Silvio Berlusconi.
Quindi, se davvero corruzione vi fu, l’ex ministro va processato con rito ordinario. Come un privato cittadino.
È la conclusione cui è giunta all’unanimità la Giunta delle autorizzazioni del Senato presieduta da Dario Stefà no (Sel), relatore del caso.
La vicenda è quella raccontata dall’Espresso nelle settimane scorse: l’acquisto da parte di Finmeccanica del gruppo americano Drs – specializzato in tecnologie militari – per 5,2 miliardi di dollari.
Un’operazione rivelatasi disastrosa per le casse dello stato, visto che in questi sette anni il valore della società statunitense si è quasi dimezzato.
Per “comprare” l’assenso di Tremonti – in procinto di assumere il ruolo determinante di ministro dell’Economia e inizialmente contrario all’operazione secondo vari testimoni – la compagnia all’epoca guidata da Pierfrancesco Guarguaglini avrebbe così escogitato un espediente: una finta consulenza da 2 milioni e 615 mila euro, pattuita lo stesso giorno del giuramento del IV governo Berlusconi e pagata fra febbraio e marzo 2009.
Ma per la Giunta, malgrado la coincidenza delle date, non si tratta di un reato commesso durante l’esercizio delle funzioni ministeriali: “il momento genetico della corruzione” è precedente alla nomina governativa.
“La presenza di una corrispondenza nei giorni 24.04.2008, 30.04.2008 e 3.05.2008, benchè non interpretabile come perfetta e effettiva esecuzione dell’incarico professionale – si legge nella relazione di Stefà no – evidenzia chiaramente come l’eventuale accordo corruttivo, semmai esistente, sia preesistente alla assunzione del ruolo governativo, quand’anche previsto e prevedibile”.
E quindi, “se non tutta, certamente parte della condotta illecita contestata al senatore Tremonti appartiene ad un periodo temporale estraneo alla funzione ministeriale”.
Per questa ragione, la proposta è di dichiarare l’incompetenza del Senato e di restituire gli atti alla Procura di Milano.
Di conseguenza i pm titolari dell’inchiesta, Roberto Pellicano e Giovanni Polizzi, dovranno procedere con rito ordinario nei confronti dell’ex ministro. La vicenda politica però non è ancora conclusa: la relazione deve infatti essere comunicata dall’Aula del Senato
Dove qualcuno potrebbe opporsi e costringere a una votazione a scrutinio segreto.
Ma si tratta comunque di una prima indicazione ufficiale su un caso politicamente esplosivo: l’accusa di corruzione riguarda un ministro del calibro di Tremonti, che nel ventennio berlusconiano ha avuto pieni poteri su fisco, spesa pubblica, tagli e politica economica.
Paolo Fantauzzi
(da “L’Espresso”)
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