GLI SPIONI DI PUTIN IN AZIONE, IN GERMANIA LE INFILTRAZIONI RUSSE NELL’INTELLIGENCE SONO TORNATE AI LIVELLI DEL 1961
IL CASO DI CARSTEN L.: DA CAPO DEL DIPARTIMENTO DI TECHNICAL INTELLIGENCE, AVEVA ACCESSO A DOCUMENTI ALTAMENTE CLASSIFICATI SULLA GUERRA, HA PASSATO INFORMAZIONI COPERTE DA SEGRETO DI STATO AI SERVIZI RUSSI
A Berlino, il caso della spia chiamata Carsten L. è stato considerato come «estremamente serio». Bisogna andare molto indietro nella storia, per trovare un livello così pericoloso e sofisticato di infiltrazione nei servizi segreti tedeschi (Bnd). Era il 1961 e si scoprì che Heinz Felfe, addirittura dirigente del dipartimento di controspionaggio sovietico, era in realtà un informatore del Kgb e aveva spiato la Germania per 17 anni. Aveva rivelato anche decine di operazioni della Cia.Con l’aggressione dell’Ucraina, la minaccia rappresentata dallo spionaggio russo, dalle campagne di disinformazione agli attacchi informatici, hanno assunto un’altra dimensione. Dopo quasi un anno di indagini e in seguito a una soffiata da parte degli 007 occidentali, Berlino ha smascherato il presunto doppio agente, che ricopriva un ruolo delicatissimo nel Bundesnachrichtendienst: Carsten L. era capo del dipartimento di Technical Intelligence. Aveva accesso a documenti altamente classificati sulla guerra, condivisi con Washington, Londra e gli altri alleati. Informazioni coperte da segreto di Stato che la talpa avrebbe passato ai servizi russi. Se fosse così, rischierebbe l’ergastolo
Ma il lavoro sotterraneo del funzionario d’alto rango rappresenta un duro colpo per l’apparato di sicurezza tedesco. Berlino teme che altri agenti russi stiano spiando autorità, ministeri, aziende tedesche. E che Putin usi l’intero arsenale a disposizione per influenzare, infiltrarsi, sovvertire. Una guerra parallela alla guerra in Ucraina. Che riguarderebbe anche lo spionaggio industriale, nel tentativo di compensare il mancato accesso alla tecnologia occidentale a causa delle sanzioni.
Soprattutto, nei settori dell’aerospazio, dell’elettronica, dei semiconduttori. La Germania era mal preparata a questo tipo di minacce, almeno quanto lo era a un conflitto militare. Dopo la caduta del Muro, l’Est è stato considerato amico per molti anni. Nel 2001, dopo l’11 settembre, il Bnd ha persino fermato per più di un decennio il controspionaggio, che indagava sui servizi segreti stranieri. La Russia era un partner nella lotta al terrorismo islamico e Putin al Bundestag dichiarava, applaudito: «La Guerra Fredda è finita».
Ad aprile scorso, dopo l’incontro dei capi delle intelligence europee a Parigi per cercare un fronte comune contro lo spionaggio del Cremlino, sono stati espulsi 600 funzionari in vari Stati, 40 da Berlino. I report di inizio 2022 ipotizzavano che più di 150 spie russe con accreditamento diplomatico stessero ancora lavorando nella sola Germania. Carsten L. pare sia riuscito a diventare il grande orecchio dei servizi tedeschi, superando severi controlli di sicurezza, in qualità di alto funzionario statale. Ha potuto filtrare, con buona probabilità, le comunicazioni top secret dell’Occidente su guerra, governi corrotti, terrorismo.
(da la Stampa)
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