GRANDE MANIFESTAZIONE DEGLI UNIONISTI A BARCELLONA, MENTRE I SONDAGGI PARLANO CHIARO: IL 59% DEI CATALANI NON VUOLE L’INDIPENDENZA
“UNITI SIAMO PIU’ FORTI”, STRADE DI BARCELLONA INVASE DALLA MAGGIORANZA SILENZIOSA CHE VUOLE RESTARE SPAGNOLA
“Basta, recuperiamo il buon senso”: con questo slogan pronunciato in coro, decine di migliaia di persone stanno sfilando per le strade di Barcellona contro l’indipendenza. Sono la ‘maggioranza silenziosa’, i catalani e gli spagnoli che si oppongono all’indipendenza della Comunità autonoma.
E che si considerano “quelli che non hanno avuto voce in capitolo” da quando le autorità indipendentiste hanno organizzato lo scrutinio di domenica scorsa.
Secondo i sondaggi, infatti, se la maggioranza dei catalani reclamasse un referendum regolare, il 59% dei catalani voterebbe contro l’indipendenza della regione.
Ieri, per le stesse strade hanno sfilato gli indipendentisti, chiedono dialogo per affrontare la situazione in Catalogna. Fra due giorni il presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, pronuncerà nel Parlament un discorso sulla “situazione politica attuale” con la dichiarazione di indipendenza sul tavolo.
La marcia di oggi è organizzata dalla Società civile catalana (Scc), la piattaforma contro l’independenza, e hanno risposto in tanti. È appoggiata da Pp e Ciudadanos. Il Psc (Partito Socialista della Catalogna) non si è unito, ma ha spronato i suoi militanti a partecipare.
Sono arrivati con i colori delle bandiere intrecciati, con la voglia di gridare che “l’unione fa la forza”.
Il corteo è partito da piazza Urquinaona a mezzogiorno, si sono sentiti fischi di protesta al passaggio dei Mossos d’Esquadra, poi le persono hanno sfilato nel centro della città , un chilometro attraverso Via Laietana fino al viale Marques de Argentera, di fronte alla stazione Francia.
In prima fila il prefetto spagnolo in Catalogna Enric Millo, il ministro della sanità di Madrid Dolors Montserrat, il Nobel di letteratura Mario Vargas Llosa, che si è pronunciato più volte contro l’indipendenza, l’ex-presidente spagnolo dell’Europarlamento Josep Borell.
Dietro diversi esponenti politici spagnoli, fra cui la presidente Pp della regione di Madrid Cristina Cifuentes, il presidente di Ciudadanos Albert Rivera e il dirigente del Pp catalano Xavier Albiol.
“In difesa della democrazia, la Costituzione e la libertà . Preserviamo l’unità della Spagna Non siete soli”: ha incitato via Twitter i manifestanti a favore dell’unità della Spagna il premier spagnolo Mariano Rajoy con l’hashtag #RecuperemElSeny (recuperiamo il buon senso).
In un ‘tweet’ di poco precedente il premier spagnolo aveva ripetuto che il governo di Madrid “impedirà l’indipendenza della Catalogna”.
“Devo cercare di essere giusto, devo ascoltare la gente, e so quanto pensano in molti. Ho però soprattutto l’obbligo di mantenere la calma. È il mio primo dovere, altrimenti potrei prendere una decisione sbagliata”, ha dichiarato rispondendo alle critiche di chi lo accusa di non aver ancora sospeso l’autonomia catalana per impedire una dichiarazione di indipendenza. “Ho l’obbligo di non sbagliare, è probabilmente la cosa più difficile di tutte”.
“L’unità della Spagna non è negoziabile”, “sotto ricatto non si può costruire nulla” ha detto Rajoy nell’intervista a El Pais oggi anche su Repubblica.
“Fino a quando non si tornerà alla legalità , ovviamente non negozierò”, ha detto, aggiungendo che impedirà “che qualsiasi dichiarazione d’indipendenza si concretizzi in qualcosa” e che “la Spagna continuerà a essere la Spagna, e lo sarà per molto tempo”.
Rajoy ha sottolineato che il governo, come le autorità catalane sa, è fermo sulla “idea che non si può negoziare sull’unità della Spagna, nè mediare, esser oggetto di mediazione, nè negoziare con la minaccia di rompere l’unità ” nazionale.
(da agenzie)
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