GRILLINI: “SPARITA” META’ DELLA QUOTA DA RESTITUIRE
A MARZO GRILLO ANNUNCIAVA: “RESTITUIREMO 12 MILIONI L’ANNO”, MA ORA L’IMPORTO SI E’ QUASI DIMEZZATO… E SUL BLOG I “70 MILIONI DI RISPARMIO TOTALE” CHE IL LEADER AVEVA STIMATO, ORA DIVENTANO QUARANTA
Certo, 1.569.951 euro (virgola quarantotto) è tanta roba.
Mai nessun gruppo parlamentare in oltre 60 anni di storia repubblicana era arrivato a tanto, a restituire allo Stato una cifra così importante. Per questo il Restitution Day del Movimento Cinque Stelle è destinato a passare alla storia come esempio per tutti.
Ma dietro questa lodevole operazione si nasconde un sintomo tipico di quella malattia che da sempre colpisce la politica: quello di promettere più di quanto è nelle proprie possibilità .
Una patologia da cui Grillo, evidentemente, non è immune.
Il Movimento Cinque Stelle oggi ha versato 1,5 milioni euro, relativi a due mesi e mezzo di «eccedenze» negli stipendi dei parlamentari.
Una media di 600 mila euro al mese.
Fatti due conti, se i deputati e i senatori grillini dovessero andare avanti di questo passo (auguriamocelo), in un anno restituirebbero 7,2 milioni di euro. Mica male. Peccato che le promesse fossero altre: «L’indennità parlamentare del cittadino portavoce del MoVimento 5 Stelle sarà di 5 mila euro lordi mensili invece di 11.283 euro lordi percepiti da tutti gli altri parlamentari. Il residuo sarà lasciato allo Stato» disse Beppe Grillo il 14 marzo scorso, invitando il Pd a fare altrettanto (un invito rimasto lettera morta), e aggiungendo che «il risparmio per le casse dello Stato, grazie al M5S, sarà di oltre 12 milioni all’anno.».
Cioè un milione al mese, anche se in realtà sono 600 mila quelli effettivamente versati in questo periodo.
Tutto ciò perchè, tra il dire e il fare, ci sono di mezzo tante cose, tra cui anche i complicati calcoli legati alle cifre delle trattenute fiscali (per non parlare dell’annoso dibattito sulla diaria che per settimane ha tenuto in ostaggio i gruppi a Montecitorio e a Palazzo Madama) che evidentemente non erano stati ben considerati in sede di «annuncio».
E così, mentre due mesi e mezzo fa Grillo tuonava «se ogni parlamentare seguisse l’esempio del M5S, il risparmio annuale sarebbe circa 70 milioni», oggi – sceso dal piedistallo delle promesse e alle prese con la realtà dei fatti – corregge il tiro: «Se i partiti facessero lo stesso si risparmierebbero 40 milioni l’anno».
Trenta milioni in meno di quelli stimati due mesi e mezzo fa.
Tra le tante da rendicontare, evidentemente, qualche caramella è sfuggita dalla calcolatrice.
Marco Bresolin
Commento del ns. direttore
Facciamo due conti: i Cinquestelle hanno restituito complessivamente circa 600.000 euro al mese, sono 160 tra deputati e senatori, quindi la media è di 3.700 euro al mese a testa che hanno versato a un fondo suicida (così lo Stato se li sputtana come vuole).
Di questi 3700 euro circa 3000 costituiscono il netto dello stipendio base dimezzato.
Degli altri 8.700 euro netti che incassano tra diaria e indennità di mandato ne hanno quindi restituito in media appena 700.
La conclusione è quella che abbiamo sempre previsto e indicato: un parlamentare Cinquestelle incassa circa 11.000 euro al mese contro i 13.700 degli altri parlamentari.
Non ci sembrano dei grandi “rivoluzionari”.
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