GRILLO COSTRETTO A STILARE UN REGOLAMENTO DEL M5S PER GARANTIRE DEMOCRAZIA INTERNA CI RIFILA UNA PATACCA
NASCE UN COMITATO PER RICORSO CONTRO ESPULSIONI MA RESTA IN MANO A GRILLO… E IL CONTROLLO DEL VOTO ON LINE NON SI SA BENE A CHI ANDRA’
Un comitato d’appello per fare ricorso contro le espulsioni, un ente che certifica le votazioni online e la possibilità per un quinto degli iscritti di chiedere l’indizione di una consultazione in rete.
Sarebbe il nuovo regolamento M5S, pubblicato sul blog di Beppe Grillo.
Tra le apparenti novità introdotte la nascita di delegati territoriali per autorizzare l’utilizzo del simbolo o la possibilità di chiedere un voto in contrasto con il parere del capo politico.
La democrazia diretta dei 5 stelle fa un passo in avanti? No perchè resta il potere centrale del leader 5 Stelle.
Intanto a stilare questo nuovo regolamento i vertici Cinquestelle sono stati costretti dal timore di di vedersi vietare la partecipazione alle elezioni per la mancanza di un regolamento democratico.
“Siamo obbligati”, scrive il leader sul blog, “a depositare un testo che attesti alcune modalità operative in particolare con riferimento alla cosiddetta democrazia interna (molte già esistenti) entro il 28 dicembre 2014. Non ottemperarvi potrebbe portare a contestazioni sulla possibile partecipazione a elezioni politiche”.
La richiesta di alcuni chiarimenti infatti è stata fatta dagli uffici della Camera ai 5 stelle: secondo il decreto Letta sui rimborsi elettorali, i gruppi parlamentari devono avere un regolamento preciso a prescindere dal fatto che prendano i finanziamenti o meno.
“Avrei preferito”, scrive su Facebook la parlamentare critica Silvia Benedetti, “che i colleghi del direttorio ci avessero avvertito prima. Dopo anni di questioni spesso risolte col ‘taglio di una mano per il furto di una mela’, per stare sul metaforico, oggi si risponde ad un adempimento di legge. Mi sarebbe piaciuto che a rispondervi fossimo stati tutti, per seguire lo stesso metodo utilizzato per scegliere la legge elettorale, metodo di cui andare fieri. Spero che i nomi del comitato non siano un listino bloccato”.
Anche in questo passaggio non mancheranno le polemiche interne.
Nasce un comitato d’appello farsa a cui fare ricorso contro le espulsioni
Una delle novità più consistenti (articolo 4) è quella della nascita di un comitato d’appello. Il 24 dicembre (dalle 10 alle 19) gli iscritti potranno scegliere due dei tre componenti del nuovo comitato (quindi uno lo sceglie Grillo) tra una lista di cinque nomi proposti dal consiglio direttivo dell’associazione Movimento 5 stelle, composto sempre da Grillo, suo nipote (avvocato) e il suo commercialista. Il terzo sarà nominato direttamente dallo stesso consiglio dell’associazione.
Se questa è democrazia…
Tra le funzioni del nuovo organo, i cui componenti rimangono in carica cinque anni, l’intervento in caso di espulsione: tramite mail “l’interessato può proporre ricorso” che “viene esaminato entro il mese successivo. Il Comitato d’appello ha facoltà di acquisire informazioni o chiarimenti, nel rispetto del contraddittorio.
Se il Comitato d’appello ritiene sussistente la violazione contestata, conferma l’espulsione in via definitiva. Altrimenti i tre esprimono il proprio parere motivato al capo politico del Movimento 5 Stelle, che se rimane in disaccordo rimette la decisione sull’espulsione all’assemblea mediante votazione in rete di tutti gli iscritti, la quale si pronuncia in via definitiva sull’espulsione”.
Il comitato d’appello (articolo 5) decide anche “sulla compatibilità con l’impostazione del programma del Movimento 5 Stelle ed i principi del ‘non statuto’ delle eventuali proposte di modifica del presente regolamento, preventivamente alla sottoposizione delle proposte all’assemblea mediante votazione in rete”.
Insomma tutto rimane saldamente in mano a Grillo e Casaleggio
Introdotta la figura dei delegati territoriali che autorizzano l’uso del simbolo M5s
All’articolo 1 si regolamenta il ruolo degli iscritti al Movimento 5 stelle e i loro diritti: possono partecipare alle discussioni sul blog di Grillo e “contribuire alla determinazione dell’indirizzo politico degli eletti sotto il simbolo”; partecipare alle votazioni in rete; candidarsi alle elezioni secondo le regole e le procedure. Gli iscritti invece non possono usare il simobolo M5S per iniziative o manifestazione se non sono autorizzate da Grillo o da delegati territoriali.
Quindi nessuna iniziativa autonoma anche qua.
L’articolo 2 invece determina quando e perchè si può chiedere il voto della rete: programmi politici, scelta dei candidati, modifica al regolamento, nomina dei membri del comitato d’appello, espulsioni e soprattutto qualsiasi argomento che venga sottoposto dal capo politico dell’M5s o da un quinto degli iscritti.
Il voto sulle questioni regionali o locali è limitato agli iscritti residenti in un determinato territorio: entro 10 giorni dalla consultazioni in rete Grillo o un quinto degli iscritti possono chiedere la ratifica dell’assemblea nazionale.
“Il voto”, si legge nel regolamento, “è valido indipendentemente dal numero dei votanti”. A meno che non si sia chiamati ad esprimersi per la modifica del regolamento o del programma: in questi casi serve la partecipazione di almeno un terzo dell’assemblea. E’ possibile chiedere un voto su un punto sui cui il comitato ha espresso parere negativo, ma serve la maggioranza dei 2/3 dell’assemblea. “Le decisioni sono vincolanti per gli eletti e per il capo politico”.
Diciamo cose scontate e aria fritta.
Il voto sarà certificato da un organismo tecnico indipendente
L’articolo 3 si concentra sui voti online ovvero “la convocazione dell’assemblea M5s”. Questa è indetta con una email di avviso 24 ore prima della consultazione in cui si spiegano i punti che saranno posti in discussione. Il risultato viene pubblicato sul sito “entro il giorno successivo al termine del voto”. Ma soprattutto: “La regolarità di funzionamento del sistema sarà verificata e certificata da un organismo tecnico indipendente, nominato con cadenza triennale dal consiglio direttivo dell’associazione”, quindi sempre da Grillo.
Ma se per la certificazione dei bilanci dei partiti esistono organi terzi registrati in apposito albo, parlare di “organismo tecnico indipendente” in questo caso non vuol dire nulla. Scegliere una società indicata da Casaleggio ad es. che garanzie di terzietà darebbe?
Per concludere: solo Di Maio poteva parlare di “rivoluzione copernicana”, a chi ci capisce sa solo di “tappullo peggior del buco”.
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