GRILLO: “FORSE NON SIAMO ALL’ALTEZZA”. BUFFAGNI: “CON TONINELLI PERDIAMO VOTI? NON POSSO RISPONDERE…”
IL SOTTOSEGRETARIO: “TROPPI ERRORI, BASTA URLA, SERVE CONCRETEZZA”… MA NESSUNO OSA DIRE CHE IL PROBLEMA E’ LA LINEA POLITICA ASSERVITA ALLA LEGA
Acque agitate nel Movimento, all’indomani del crollo elettorale in Sardegna. Già ieri sera è stato Beppe Grillo a manifestare malumore nel corso del suo spettacolo a Catania. “Forse non siamo all’altezza, forse siamo principianti come dicono”, ha detto. E su Salvini: “È furbo perchè sfrutta le piazze come facevamo noi”.
E stamattina, nel corso del programma Circo Massimo su Radio Capital – condotto da Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto – il sottosegretario agli Affari regionali Stefano Buffagni, esponente molto vicino a Luigi Di Maio, ha ammesso le difficoltà del momento: “Dobbiamo dare di nuovo un motivo alle persone per capire perchè c’è differenza tra noi e la Lega o tra noi e gli altri. Spesso, probabilmente, essendo al governo insieme subiamo questo abbinamento e questo avvantaggia loro. Stiamo facendo una serie di errori”.
Secondo Buffagni “evidentemente sulla comunicazione noi non siamo bravi abbastanza, io sicuramente non lo sono, diciamo anche che ci massacrate tutti i giorni incredibilmente…”, dice a proposito dei giornalisti.
Poi parole che sembrano un atto d’accusa nei confronti dell’anima barricadera del Movimento: “Io sono lombardo: prima bisogna fare e poi comunicare, bisogna essere più concreti. La gente – prosegue – ci ha mandato al governo per governare non per rincorrere gli altri e annunciare. E credo sia utile portare a casa risultati concreti perchè la gente ha speranza in noi, ha messo grandi aspettative. Al governo non si può continuare ad avere un approccio barricadero come quello di prima con urla, toni alti…”.
E sul ministro Toninelli: “Se perdiamo voti quando parla? Non posso rispondere”, dice dopo una pausa, ridacchiando.
Quanto al ministro dell’Economia Giovanni Tria, messo in discussione dal Movimento, dichiara: “Deve andare a casa? No, questo non compete me e non ne vedo il motivo. Il ragionamento che faccio è un altro: ciascuno di noi deve fare il suo lavoro. Se sei andato a prendere un impegno all’1,6 (il riferimento è al rapporto deficit/pil che Tria avrebbe concordato con l’Ue prima del varo della manovra) senza averlo concordato con i tuoi numeri uno, con quelli che avevano i voti, hai generato un danno successivo”.
E le parole di Grillo (“forse non siamo all’altezza”)? “Non vedo tanti fuoriclasse negli altri”, è la replica di Buffagni.
In queste ore parte la riorganizzazione del Movimento, che dovrebbe essere ratificata domani con un voto su Rousseau. I cardini del nuovo corso dovrebbero essere la fine delle regole sul doppio mandato, il sì all’alleanza con le liste civiche, e poi la nuova struttura dei 5Stelle con una sorta di segreteria politica e la scelta di referenti tematici. Nomine che avranno poi un passaggio formale con il voto online.
(da agenzie)
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