GRILLO SOSPENDE IL VOTO SUL DIRETTIVO, UN ORGANISMO DI 7 PERSONE VALUTERA’ MODIFICHE ALLO STATUTO (MA SOLO DUE SONO VICINE A CONTE)
UN ESCAMOTAGE DEL PADRE PADRONE PER RIPRENDERSI IL M5S E FINGERSI DEMOCRATICO
L’atto di mediazione di Beppe Grillo è arrivato. In serata, mentre tutta Italia era davanti alle tv per seguire la Nazionale di calcio, il garante del M5s ha pubblicato un post su facebook con cui ha bloccato il voto sul comitato direttivo, che aveva deciso dopo la conferenza stampa di Giuseppe Conte e sul quale peraltro si era consumato anche un braccio di ferro con il reggente, Vito Crimi.
Grillo, però, non rinuncia a mettere mano allo statuto redatto in questi 4 mesi – da quando lo ha “incoronato” leader in pectore – dall’ex premier, quello statuto che aveva definito “seicentesco”.
Incaricato di modificare la struttura di regole dei Cinquestelle (oltre allo statuto, anche la cosiddetta Carta dei valori e il Codice etico) sarà un comitato di sette esponenti che ricoprono vari incarichi: Vito Crimi, presidente del comitato di garanzia, Davide Crippa ed Ettore Licheri, capigruppo di Camera e Senato, Tiziana Beghin, capodelegazione all’Europarlamento, i due ministri Luigi Di Maio e Stefano Patuanelli, il presidente della Camera Roberto Fico. “Il comitato dovrà agire in tempi brevissimi” scrive Grillo. Il suo compito sarà compiere “modifiche ritenute più opportune in linea con i principi e i valori della nostra comunità”.
La mossa di Grillo arriva dopo le pressanti richieste di mediazione arrivate in particolare dai gruppi parlamentari di Camera e Senato. Era stato questo – ricomporre la frattura, far riavvicinare le parti – l’appello che era uscito sia dopo l’assemblea dei deputati (sia pure spaccata su posizioni diverse) sia dopo quella del Senato, che più chiaramente aveva chiesto a Grillo e Conte “un passo indietro” in questa tenzone che dura ormai da una settimana.
Vale la pena sottolineare che Grillo non fa mai il nome di Giuseppe Conte e quindi non è chiaro se la eventuale rielaborazione delle carte statutarie che il garante affida agli esponenti più autorevoli del movimento sottintende una mano tesa nei confronti dell’ex presidente del Consiglio, nonostante le parole tutt’altro che amichevoli che i due si sono scambiati negli ultimi giorni.
L’impressione è che la mossa del garante sia un modo per “riprendersi il Movimento”, agendo in prima persona – rivendicando il suo ruolo che è stato il centro della disputa con Conte – e indicando però un percorso partecipativo, sia pure attraverso le figure più autorevoli tra i Cinquestelle.
“Riprendersi il Movimento” e allo stesso modo mettere Conte davanti a un bivio che solo due giorni fa aveva detto che non avrebbe tenuto il suo progetto politico nel cassetto.
(da Il Fatto Quotidiano)
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