I GIOVANI SOSTENGONO RENZI? BALLE, IL SUO ELETTORE MEDIO HA ALMENO 55 ANNI
LO STRAPPO GENERAZIONALE C’E’, MA IN SENSO CONTRARIO…. LA MAGGIORANZA DEI SUOI SOSTENITORI SONO PENSIONATI E DIPENDENTI PUBBLICI
Matteo Renzi ha un problema. La «rottura» consumata con la sua trionfale elezione a segretario del Pd sbiadisce nella continuità con il vecchio Pd, a leggere l’analisi della composizione sociale e anagrafica dei quasi due milioni che l’hanno votato alle primarie dell’8 dicembre.
Secondo lo studio di Candidate & Leader Selection, gruppo di lavoro della società italiana di scienza politica coordinato dalle università di Cagliari e Milano, pubblicato dal quotidiano Europa, la maggioranza assoluta degli elettori di Renzi ha oltre 55 anni e appartiene a due categorie sociali: pensionati e dipendenti pubblici.
Un elettorato omogeneo sia rispetto a quello dell’avversario Gianni Cuperlo (il candidato «vecchio», «dell’apparato», «non in grado di allargare la base del Pd»…) sia a quello della «non vittoria» del Pd di Pierluigi Bersani alle elezioni politiche del 25 febbraio 2013.
Dunque l’effetto-Renzi, almeno per ora, esiste certamente dal punto di vista mediatico, forse da quello politico, niente affatto da quello sociale e generazionale.
Un dato molto significativo, quando si tornerà alle elezioni: in assenza di sfondamento in altre categorie sociali, peraltro contese da Grillo e Berlusconi, anche il Pd di Renzi dovrà rinunciare a velleitarie «vocazioni maggioritarie».
La ricerca è stata effettuata il giorno delle primarie con oltre 3600 interviste in 150 seggi campione.
I quasi tre milioni di elettori sono prevalentemente maschi (60 per cento) e over 45 (69 per cento).
Le categorie più rappresentate: pensionati (34 per cento) e dipendenti pubblici (18 per cento). Tra gli elettori di Renzi e Cuperlo queste proporzioni sono invariate, salvo lievi scostamenti, mentre tra quelli di Civati ci sono più donne (43 per cento) e giovani: il 14 per cento ha meno di 25 anni (il doppio rispetto a Renzi), il 44 per cento ha meno di 45 anni (contro il 29 per cento di Renzi), il 62 per cento è under 55 (contro il 46 per cento di Renzi).
Inoltre Civati è l’unico candidato il cui elettorato non è composto in maggioranza da pensionati e dipendenti pubblici (insieme al 44 per cento contro il 54 di Renzi) perchè il deputato lombardo viene scelto da una quota più rilevante di studenti, dipendenti di aziende private e lavoratori autonomi (in tutto 39 per cento, contro il 27 di Renzi).
L’effetto Renzi si riscontra nell’orientamento politico del 20 per cento dei suoi elettori, che non avevano mai partecipato a primarie e alle ultime elezioni non avevano votato per il centrosinistra. Qui sta la sua diversità rispetto a Cuperlo e Civati, il cui «valore aggiunto» è all’incirca la metà . Ma si tratta, in ogni caso, di un venticello, non di uno tsunami.
Durante la campagna per le primarie, Renzi aveva denunciato che il Pd da rottamare era un partito maggioritario nelle categorie protette, minoritario nei ceti dinamici e meno tutelati.
Eppure le primarie che lo hanno incoronato sono state, rispetto alle precedenti, quelle in cui maggiore è stato l’afflusso proprio dei pensionati e minore quello di giovani e studenti.
Inoltre la composizione degli elettori di Renzi è analoga a quella di Bersani.
Come rivelato da un’indagine Ipsos, alle elezioni 2013 gli elettorati del Pd e del M5S sono complementari.
Il M5S è il più votato dagli elettori under 55, il Pd fa il pieno tra gli over 55.
I grillini surclassano il Pd tra studenti, disoccupati, autonomi, dipendenti privati, operai.
Il Pd stravince tra i pensionati (addirittura il 37 per cento contro l’11 dei grillini) e regge il confronto tra i dipendenti pubblici (29 per cento contro 31).
«Si tratta – scriveva su l’Unità l’8 maggio Franco Cassano, sociologo e parlamentare Pd, in un articolo intitolato “Lo schema che imprigiona la sinistra” – di una base sociale fortemente legata al sistema del welfare, la cui composizione è in buona misura il riflesso dell’espansione della sfera dei diritti che si produsse negli Anni 70. La maggior parte di coloro che non vengono raccolti da questa rete giocano un’altra partita e finiscono per approdare altrove. (…) Da tempo il centrosinistra possiede un elettorato ristretto e non espansivo. Un dato che, come accadeva per la lettera rubata di Poe, abbiamo di fronte agli occhi ma ci rifiutiamo di vedere».
Nemmeno Renzi ha finora fatto uscire il Pd da questo schema che lo imprigiona.
Giuseppe Salvaggiulo
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