FAIDA FORZA ITALIA IN CAMPANIA: MATCH TRA GLI IMPRESENTABILI CESARO-COSENTINO, E LA PASCALE…
BERLUSCONI IMPANTANATO SULLE NOMINE
Accade pure che, per l’ennesima volta, Silvio Berlusconi rinvia le nomine di Forza Italia. E decide di non decidere.
E così in Campania, per dirne una, continua la grande faida del partito degli indagati. Per l’ambita poltrona di coordinatore regionale il prescelto era Domenico De Siano, ex sindaco del comune ischitano Lacco Ameno, e ora parlamentare.
Nel suo curriculum spicca l’indagine per presunti episodi di malcostume avvenuti nei tempi in cui era vicesindaco.
Ora è forte dell’appoggio non solo dell’ex guardasigilli Nitto Palma e di Mara Carfagna, ma soprattutto di Gigino Cesaro, detto Gigino ‘a Pupetta, il potente presidente della provincia di Napoli, noto per essere stato coinvolto in inchieste relative ai suoi rapporti col clan dei casalesi.
Ma contro ha Nicola Cosentino, che appena uscito dal carcere viene descritto dai suoi come una specie di conte di Montecristo assetato di vendetta, appoggiato dal suo referente nazionale Denis Verdini.
Per chiudere il caso si è impegnata addirittura Francesca Pascale, che si è sempre interessata alle vicende campane.
Soddisfatta per essere comparsa per la prima volta nei presepi natalizi di Napoli, di ritorno con tre statuette — una sua, una di Silvio, una di Dudù — ha invitato il Cav a non cedere a Nick ‘o mericano.
Risultato: per ora, tutto fermo.
Eccolo, il male oscuro che consuma il berlusconismo si tempi della decadenza. Paura. Paralisi nella scelta. Ricatti.
Tra il filmino che Lavitola minaccia di avere con scene hard di Berlusconi con signorine panamensi e le faide degli indagati sul territorio.
Il Cavaliere, raccontano i suoi, appare paralizzato.
Ripete lo stesso discorso, quello su magistratura democratica come le br, sulla persecuzione e sui plotoni di esecuzione. È convinto che si debba martellare contro i giudici.
Attorno lo sono meno: “Al brindisi era la sesta volta che sentivo lo stesso discorso — racconta un azzurro — ma non gli si può dire nulla
Per la prima volta la corte teme la frana: “Una volta — prosegue l’azzurro — la gente veniva con noi perchè c’era Berlusconi. Ora ci dice: vengo con te nonostante lui”.
E così diventa un problema anche nominare i coordinatori regionali di Forza Italia.
È stato Raffaele Fitto, taciturno e scontento per l’andazzo, a bloccare la nomina più imbarazzante.
Quella di Claudio Fazzone, il signore di Fondi e ras del basso Lazio. Colui che fece di tutto, con successo, per evitare lo scioglimento del comune fondano.
Il suo nome è chiacchierato perchè risultò essere nella proprietà di terreni e fabbricati con il clan dei Tripodo (a giudizio per reati di mafia).
Il senatore è stato indagato per abuso di ufficio. Ora fa parte dell’Antimafia in quota Forza Italia.
Berlusconi si era convinto ad affidargli un incarico, tranne poi tornare indietro di fronte alla sollevazione dei suoi.
Addio decisionismo.
Il Cavaliere, ai tempi della decadenza, appare stanco, frastornato.
Annoiato dalle beghe di partito. Ecco che un giorno loda i club e quelle facce nuove da contrapporre alle vecchie cariatidi del partito, tranne poi confessare che all’iniziativa dei club ha visto facce non solo più vecchie ma pure più brutte di quelle delle vecchie cariatidi.
E nessuno degli interlocutori sa quale sia la verità . Se ce ne è una o se l’ex premier si auto-convinca delle versioni che racconta perchè, in verità , ha la testa ad altro e non sa che fare.
Succede così, paradosso di tempi cinici e duri, che pure un Giovanni Toti, il potente direttore di Tg4 e Studio Aperto, sia il protagonista di una contrattazione che, a raccontarla, ha dell’incredibile.
Berlusconi lo vorrebbe come uno dei futuri coordinatori di Forza Italia. Ma Toti, che da Berlusconi è stipendiato a Mediaset, risponde che non ha intenzione di lasciare due Tg per essere uno dei tanti.
O coordinatore unico, dice, o niente. E allora niente, per ora.
Con Berlusconi che ai suoi ha confidato: “Su Toti, mi fanno problemi a Mediaset”. Ma l’analisi su come possa accadere che Berlusconi subisca Mediaset rientra nei misteri di questo tempo.
Non è invece un mistero che le truppe spaesate che già si vedono disperse stiano pensando a come non lasciarsi risucchiare dal melanconico e feroce male oscuro di Forza Italia.
E così Fitto e il grosso dei lealisti prova a imporre una logica politica: nomine, scadenze, riorganizzazioni, provvedimenti. Altri invece già la danno per persa.
Negli ultimi giorni lo studio di Gianni Letta è tornato ad avere la coda come ai bei tempi. È lui il grande regista dell’operazione “ricucitura” con Alfano, viste anche le difficoltà di Forza Italia ma anche quelle di Angelino da quando Renzi è segretario. Per la serie: due debolezze possono fare una forza.
Proprio Gianni Letta sta testando le truppe alla Camera perchè, come primo segnale di ricucitura, vorrebbe sostituire Renato Brunetta magari con Mariastella Gelmini, che dal Nuovo centrodestra non è affatto odiata. Chissà .
È chiaro che il Cavaliere di queste manovre non sa niente.
Fermo, mentre tutt’attorno frana.
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