I TERRORISTI DI ISRAELE BOMBARDANO IL GRATTACIELO DELLA STAMPA A GAZA, SI INDIGNA PERSINO IL GOVERNO USA
ERA LA SEDE DELL’ASSOCIATED PRESS E DI AL-JAZEERA, I GIORNALISTI: “INORRIDITI, LAVORIAMO DALL’OSPEDALE”… CASABIANCA: “LA SICUREZZA DEI MEDIA VA GARANTITA”
Abbattuto il grattacielo di al-Jala, sede di diversi media. La giustificazione di Israele: “Hamas usa edifici elevati a Gaza per fini militari”. L’emittente: “Atto chiaro per impedire ai giornalisti di svolgere il loro sacro dovere di informare”
Il numero uno di Ap: “Ora il mondo sarà meno informato su quel che accade a Gaza”. In mattinata l’esercito di Tel Aviv ha colpito un campo profughi: tra le vittime ci sono almeno 8 bambini.
Il bombardamento ha fatto crollare uno sull’altro tutti i 12 piani del grattacielo di al-Jala, nel pieno centro di Gaza, che si è dissolto dentro un’indefinita massa di polvere. Un luogo di importanza cruciale per i media internazionali, visto che agli ultimi piani ospitava le sedi di al-Jazeera e di agenzie di informazione, tra le quali l’Associated Press, mentre gli altri piani sono occupati da uffici commerciali.
E’ stato annunciato con un’ora di anticipo: Jawad Mehdi, proprietario dell’edificio, ha ricevuto l’ordine di evacuazione dall’intelligence israeliana e la sua richiesta di concedere un tempo maggiore, anche solo pochi minuti, è stata respinta.
L’ultimatum stringente ha quindi impedito ai reporter di mettere in salvo materiale e attrezzature. Mentre l’esercito israeliano, che prosegue senza sosta l’offensiva nella Striscia, ha giustificato la sua azione, “diretta a un palazzo che Hamas – dicono i militari – usava come nascondiglio”.
Da Washington la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki fa sapere che gli Usa hanno “comunicato agli israeliani che garantire la sicurezza e l’incolumità dei giornalisti e dei media indipendenti è una responsabilità fondamentale“. Oggi il presidente Joe Biden ha avuto due colloqui telefonici con il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e con il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen.
Associated Press: “Siamo inorriditi”. La reporter di Al Jazeera: “Lavoriamo dall’ospedale”
La giornalista di Al Jazeera Youmna al-Sayed ha riferito dal sito dell’emittente che attualmente l’ospedale Al Shifa di Gaza City è “l’unico posto” dal quale la testata è in grado di lavorare. “È il posto più sicuro che conosciamo – ha spiegato -. Shifa è stato preso di mira in passato, ma ovviamente è un ospedale, quindi potrebbe essere il posto più sicuro ora a Gaza da dove trasmetteremo”.
Durissima la presa di posizione dell’emittente del Qatar: “Al Jazeera condanna con la massima fermezza il bombardamento e la distruzione dei suoi uffici da parte delle forze armate israeliane a Gaza e vede questo come un atto chiaro per impedire ai giornalisti di svolgere il loro sacro dovere di informare il mondo e riferire gli eventi sul campo. Chiediamo a tutti i media e alle istituzioni per i diritti umani di denunciare questo crimine atroce”
“Siamo sconvolti e inorriditi”, scrive in una nota l’Associated Press rispetto alla distruzione di al-Jala, che era anche sede di un ufficio dell’agenzia di stampa americana. “Questo episodio rappresenta uno sviluppo incredibilmente inquietante della situazione”, afferma il numero uno dell’Ap, Gary Pruitt. “Abbiamo evitato per un soffio la perdita di vite umane“, aggiunge, sottolineando come ora “il mondo sarà meno informato su quello che accade a Gaza“.
Gli attacchi e le vittime
Nella notte tra venerdì e sabato è proseguita con una costante e inarrestabile escalation di violenze: finora ci sono 144 vittime, quasi tutte palestinesi, e tra loro ci sono anche 37 minori e 22 donne. Sono invece oltre 950 le persone rimaste ferite.
E la pioggia di bombe ha centrato anche un campo profughi di Al-Shati, nel nord della Striscia, in cui hanno perso la vita almeno 10 persone, tra cui 2 donne e 8 bambini.
(da agenzie)
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