I TESORIERI DEI PARTITI PROVANO A SPIEGARE I MOTIVI PER CUI NON FANNO COME I GRILLINI: “DIAMO AL PARTITO PIU’ DI QUANTO UN CINQUESTELLE RESTITUISCE ALLO STATO”
NEL PD OGNI PARLAMENTARE VERSEREBBE AL PARTITO 3.200 EURO, IN SEL 3.500, NELLA LEGA 2.000, IN SCELTA CIVICA 1.500, NEL PDL 800 EURO…”NON ABBIAMO MILIARDARI CHE CI METTONO I SOLDI”
“Perchè non restituiamo la diaria?” Antonio Misiani ci pensa su: “Perchè, Grillo l’ha restituita tutta? Mi risulta solo la parte non rendicontata”.
Bene, e allora perchè i parlamentari del Pd non fanno altrettanto, ovvero restituiscono la parte non rendicontata, quella che non riguarda spese documentate?
“Non abbiamo un sistema di rendicontazione della diaria”, risponde ancora lui. Poi, si fa serio. Ha una posizione chiara su come dovrebbe essere: “Noi siamo per una revisione complessiva del trattamento economico dei parlamentari, che completi il lavoro avviato nella scorsa legislatura nella direzione della trasparenza e della rendicontazione”.
Guglielmo Epifani si è affrettato a dichiarare: “I parlamentari del Pd versano una quota importante per il partito, si scelgono strade tutte degne”.
“Non mi risulta che il Pd sia l’unico a non restituire la diaria”, esordisce Matteo Mauri, tesoriere del gruppo democratico a Montecitorio. Questo è pacifico.
Allora, va avanti: “Loro ci hanno fatto un pezzo di campagna elettorale”.
Poi, arriva al punto: “Se si fanno i conti, alla fine è meno di quanto un nostro parlamentare restituisce al Pd”.
Le cifre: “Diamo 1500 euro al nazionale, circa 1200-1300 (la cifra è variabile, a seconda delle zone) ai provinciali, e circa 500-600 al mese ai Regionali”.
Non basta: “In più per l’elezione devono dare 30-40 mila euro”.
Oboli consistenti. Ma i Cinque Stelle li versano allo stato, non al partito. Pronta risposta: “Noi abbiamo un partito, e loro non ce l’hanno. Il Pd deve poter vivere, per far vivere la democrazia. Noi non abbiamo il miliardario che mette i soldi, e neanche l’altro miliardario, quello del blog”.
“Eh, la stessa domanda si può farla a tutti i partiti”, alla domanda risponde così il tesoriere del gruppo di Scelta Civica a Montecitorio, Paolo Vitelli.
Ma la domanda è stata fatta a tutti i partiti. “Noi diamo un contributo significativo a un partito che essendo neonato non ha preso soldi dallo stato”.
Ma a quanto ammonta questo “contributo significativo” versato a Scelta Civica? “Non so, non sono autorizzato a dirlo”. Poi, dopo qualche minuto richiama: “Allora, volevo darle la cifra precisa: noi ogni mese diamo 1500 euro al partito”.
Ma insomma, c’è una differenza tra darli a Scelta Civica o allo Stato, no? “I Cinque Stelle vivono sul web, e bisogna vedere quanto vivono”.
Stesse motivazioni per la Lega Nord. Parla il tesoriere del gruppo, Nicola Molteni: “I deputati della Lega Nord contribuiscono con una parte consistente del loro contributo allo svolgimento dell’attività del partito”.
Quanto? “È tutto nei documenti ufficiali”. Va bene, ma allora quanto? “Nel 2012 più di 42 mila euro l’anno”. Quindi, più o meno l’equivalente di tutta la diaria. “Sostanzialmente così”.
Poi, comincia con le spiegazioni: “Io avevo pubblicato sul sito lo stato patrimoniale e la dichiarazione dei redditi”. Ma perchè i soldi al partito e non allo Stato? “Noi abbiamo questo meccanismo. Da sempre”. Pensate di cambiarlo?: “Per ora funziona così”.
Sergio Boccadutri, tesoriere di Sel, va sulla stessa motivazione. “Perchè non restituiamo la diaria? Noi versiamo 3500 euro al mese al partito”.
Solita obiezione: il partito non è lo stato. “Ho capito (deciso). Noi non abbiamo il miliardario che paga i palchi a San Giovanni”.
Parlare con il Pdl è piuttosto difficile. Il tesoriere, Maurizio Bianconi, non risponde neanche ai messaggi.
Loro sono un partito diverso: un contributo lo danno: 800 euro al mese a parlamentare e 15-20 mila per l’elezione. Però non hanno sensi di colpa.
Spiega Luca D’Alessandro: “Noi siamo il Pdl, mica il Movimento 5 Stelle. Non ci occupiamo di scontrini, ma di fare le leggi”.
Wanda Marra
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