IL DENTISTA SOCIALE, L’OTTURAZIONE SI PAGA IN BASE AL REDDITO
A GENOVA IL DOTTOR NICOLAS ESERCITA LA PROFESSIONE NEL CENTRO STORICO… MAGARI VENISSE UNA ILLUMINAZIONE A QUALCHE SEDICENTE “DESTRO SOCIALE”
Il dentista degli ultimi viene dall’isola di Icaro e lavora al quinto piano di un palazzo stretto tra il Porto Antico e la chiesa di San Torpete. Non è difficile da trovare.
Almeno quattro pazienti al giorno lo chiamano perchè hanno letto l’annuncio, un grande cartello in via San Giorgio: “Dentista sociale — Onorari secondo lo stato del bisogno a operai, pensionati, contadini, studenti, artigiani e artisti”.
Quando lo ha affisso, un anno fa, il dottor Nicolas Dessypris non ha chiesto il permesso a nessuno. E quando il Comune gli ha chiesto duemila euro, è scoppiato a ridere.
“Con tutte le persone che hanno bisogno, che cercano di mangiare con tre denti perchè non hanno i soldi per curarsi, duemila euro per un cartello?”.
Non vuole essere chiamato benefattore, questo signore che, come Icaro, vola alto ma non ha paura di cadere.
E cura i denti come una missione, anzi, come una filosofia: semplice e lampante come il suo annuncio abusivo: “Io penso che tutte le persone hanno il diritto di mangiare, hanno il diritto di avere dei denti. E se non possono permetterselo, qualcuno li deve aiutare. Ognuno, nel suo piccolo, deve fare la sua rivoluzione personale”.
La sua rivoluzione è in questo piccolo studio vicino al porto, aperto 26 anni fa. E, da sette, la definizione di dentista sociale: una figura che nasce in Italia nel 2009 in seguito a un accordo tra Ministero del Lavoro, delle politiche sociali e l’Associazione nazionale dentisti italiani.
E prevede un tariffario agevolato per chi ha problemi economici. Basta portare il proprio Cud, il 730 o il modello unico, precisa un altro cartello affisso nello studio.
Gli sconti saranno proporzionati al reddito: del 50 per cento per chi guadagna fino a 5000 euro all’anno, del 40 per chi è nella fascia da 5 a 10 mila, e via così.
Ma il dottor Dessypris, che ha quasi settant’anni eppure non lo diresti mai, dal lampo guizzante che gli accende lo sguardo, non è un uomo da calcolatrice alla mano.
Lo studio è invaso da un sottofondo di musica greca e dalle immagini della sua isola, Icaria, che ha lasciato più di quarant’anni fa per iscriversi a Medicina a Genova e che è dappertutto, nei depliant sul tavolo della sala d’aspetto e alle pareti.
“La prima visita e il preventivo li faccio gratis. Quando qualcuno ha un’urgenza, forte dolore, gli tolgo il male. E poi si vedrà . C’è un signore che viene da me da cinque anni, ha una malattia muscolare, all’inizio arrivava in studio con il bastone, poi con le stampelle, poi in ambulanza. Altre volte arriva qui un ragazzino autistico. Come faccio a chiedere dei soldi? Già hanno la loro disgrazia”.
Allo studio di Dessypris bussano per lo più italiani, “pensionati che prendono 300 euro al mese, famiglie numerose, genitori separati con figli a carico, operai in cassa integrazione, disoccupati, artigiani che hanno perso il lavoro. E poi qualche straniero, alcuni sono ambulanti che vendono al Porto Antico, altri me li manda un’associazione in via Prè che segue soprattutto i bambini. C’è tanto bisogno”.
Il dottore degli ultimi la conosce bene, questa parola.
A 22 anni ha lasciato la famiglia e i sette fratelli per venire a studiare medicina. A Genova.
“L’ho scelta per il mare — sorride — in Grecia, gli anni Settanta erano tempi durissimi. Per mantenermi agli studi ho lavorato in una ditta di forniture navali, ho fatto il corriere, il commesso nel negozio di un amico greco”.
A Icaria ci va ancora, tutti gli anni. “Per vedere i parenti, i nipoti. Quando andrò in pensione, tornerò a casa mia”.
La sua casa l’ha indicata sulla cartina, con un pallino rosso. Accanto alla mappa ha appeso anche un foglio tutto scritto in greco.
“Sono saggi delfici — spiega — ecco, qui dice: conosci te stesso, e non invidiare niente. L’unico modo per essere felici”.
(da “La Repubblica”)
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