IL DEPUTATO LEGHISTA ANGELUCCI NON HA PRESO BENE LO STOP ALL’ACQUISIZIONE DELL’AGI: È STATA GIORGIA MELONI IN PERSONA A CHIEDERGLI DI RALLENTARE L’OPERAZIONE PER EVITARE CONTRACCOLPI (L’UE TIENE D’OCCHIO IL DOSSIER)
E LUI SI “VENDICA” CON DUE EDITORIALI DI SALLUSTI E CERNO CONTRO IL GOVERNO SUL CASO STRIANO
Lo stop alla trattativa per acquistare l’agi non va giù ad Antonio Angelucci. L’operazione è in stallo da mesi. Almeno da prima dell’estate.
E le interlocuzioni tra l’Eni e la Tosinvest, la holding del deputato leghista e proprietario di cliniche private in tutta Italia, si sarebbero interrotte anche per la volontà del governo: dopo le proteste della redazione dell’agenzia e quando la questione è diventata l’emblema del rapporto malato tra l’esecutivo e la stampa, sarebbe stata proprio la premier Giorgia Meloni a chiedere in prima battuta di rallentare l’operazione e poi di farla interrompere definitivamente. Anche perché l’unione europea ha acceso un faro sull’acquisto dell’agenzia di stampa da parte del deputato della maggioranza.
Strategia che sta facendo infuriare Angelucci, deputato leghista che vuole acquistare l’agenzia possedendo già i quotidiani Il Giornale, Libero e Tempo per completare la sua operazione di costruire un polo editoriale di destra.
Martedì scorso, durante la votazione (andata a vuoto) dei giudici della Corte costituzionale, Angelucci si è fermato a parlare in Transatlantico con il ministro Francesco Lollobrigida. Un breve colloquio con la mano davanti alla bocca per evitare di far capire il labiale, interrotto solo dall’arrivo dei cronisti.
Che Angelucci però non abbia preso bene lo stop del governo all’operazione Agi si è visto negli ultimi giorni. Su Il Giornale e Il Tempo sono usciti due editoriali dei rispettivi direttori, Alessandro Sallusti e Tommaso Cerno, particolarmente critici contro la maggioranza e contro esponenti di Fratelli d’italia accusati di fare poco o nulla sulla questione del presunto dossieraggio del finanziere Pasquale Striano.
Un caso più unico che raro e che è stato notato ai vertici dell’esecutivo. Il primo colpo è arrivato dal direttore del Giornale con un articolo, uscito giovedì, dal titolo: “Lo strano sonno sui dossieraggi”. Sallusti ha criticato la presidente della Commissione antimafia di FDI Chiara Colosimo, molto vicina alle sorelle Meloni, per non far nulla sulla posizione dell’ex procuratore antimafia Federico Cafiero De Raho.
Stessa inerzia, ha aggiunto, dei due presidenti di Camera e Senato Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. Ma comunque, in generale sul tema del dossieraggio, a parte la Lega, per Sallusti “neppure la maggioranza nel suo complesso pare ricettiva”.
Editoriale che è stato notato a Palazzo Chigi: c’è chi dice che Sallusti sia stato “armato” dalla Lega ma fonti di governo vedono nell’attacco una ripicca da parte di Angelucci. Il giorno dopo è stato Cerno a metterci un altro carico con un articolo simile: “Chi ha messo il sonnifero all’antimafia”, ha scritto il direttore del Tempo.
(da Il Fatto Quotidiano)
Leave a Reply