IL FLOP DEL M5S AL NORD
LONTANI DAL COMPRENDERE LA QUESTIONE SETTENTRIONALE, ORA PRONTI A UN CAMBIO DI LINEA
Ilario Lombardo sulla Stampa di oggi ci racconta il fallimento del MoVimento 5 Stelle nelle regioni del Nord, dove, al contrario del Sud, i grillini non riescono a sfondare.
Con tutte le implicazioni che questo risultato ha a livello nazionale:
Il voto è stato quello che è stato, un flop che Grillo vuole rivestire di successo, interpretando a suo modo numeri e percentuali: «Il M5S ha vinto otto ballottaggi su dieci. Siamo passati da 37 sindaci a 45, un aumento di oltre il 20%».
Il comico prende a prestito il monologo motivazionale dell’allenatore di football interpretato da Al Pacino in Ogni maledetta domenica per indicare quale sarà da adesso in poi la meta da tenere in mente: «Le prossime sfide sono la Sicilia e poi la battaglia campale delle politiche. Per vincere dobbiamo essere una squadra che lotta insieme per un obiettivo comune»
Lo schema di gioco è chiaro: il M5S deve capitalizzare il forte consenso al Sud, vincendo la prima regione della sua recente storia.
Nel frattempo deve attrezzarsi per diventare capace di attrarre chi vive al Nord e vota per Matteo Salvini o Berlusconi. L’impresa non è facile e da tempo diversi parlamentari settentrionali lamentano l’inadeguatezza del M5S a piantare radici in regioni come Lombardia e Veneto, partendo innanzitutto dai leader e dai volti più riconoscibili che sono tutti quanti meridionali, a partire da Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico. Casaleggio ci sta lavorando .
Che il nord del paese sia strategico per chi vuole governare l’Italia non bisogna certo spiegarlo al M5S.
Ma è anche impossibile non notare che il M5S ha vinto solo ad Acqui Terme e quella Parzanica per la quale esultò quindici giorni fa Vito Crimi:
Il coinvolgimento del mondo imprenditoriale partito dal convegno di Ivrea va in questa direzione, nel tentativo di svuotare quel bacino che un tempo apparteneva al leader di Forza Italia.
Dopotutto è stato proprio da Ivrea che Massimo Colomban, imprenditore in prestito alla giunta Raggi in virtù dell’amicizia con Casaleggio, aveva profetizzato con La Stampa: «I 5 Stelle realizzeranno quello che voleva fare Berlusconi».
Allo stesso modo la campagna sui campi rom, le Ong e i migranti, assieme alla virata sullo ius soli, puntano a strappare quei voti che possono essere contesi alla Lega.
Non c’è più solo Renzi da sfidare, nell’orizzonte che si staglia di fronte al M5S la vittoria, se ci sarà , passerà anche da Nord e da destra.
Insomma, bisogna cambiare passo.
(da “NextQuotidiano”)
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