IL FOCOLAIO DI LATINA NATO DA UN UOMO CHE HA MENTITO SULLA VACCINAZIONE
ORA E’ IN RIANIMAZIONE CON IL FIGLIO, ALTRI SETTE MEMBRI DELLA FAMIGLIA CONTAGIATI, NESSUNO ERA VACCINATO… FACEVA IL POSTINO E NON USAVA NEANCHE PROTEZIONI… E CON QUESTI CRIMINALI SI DOVREBBE ANCORA DISCUTERE?
Un impiegato delle Poste di Formia (Latina) di 43 anni è finito in rianimazione con il figlio di due anni dopo aver detto ai sanitari dell’ospedale Dono Svizzero di essersi vaccinato contro Covid-19.
Ma nel nosocomio hanno scoperto che né lui né altri sette membri della sua famiglia avevano ricevuto l’immunizzazione: anche la zia del bimbo è stata ricoverata all’istituto clinico Casalpalocco di Roma mentre l’Asl di Latina sta monitorando il focolaio per scoprire da chi è partita l’infezione.
La storia, raccontata oggi da Repubblica, comincia quando l’uomo si presenta al pronto soccorso sostenendo di avere un tampone negativo e di aver ricevuto la vaccinazione, pur presentando i sintomi del Coronavirus.
L’uomo viene ricoverato in rianimazione al policlinico Gemelli di Roma ed è critica anche la situazione del bambino, che è stato trasferito in terapia intensiva al Bambino Gesù di Palidoro.
I sette positivi, tutti non vaccinati, appartengono alla famiglia del bimbo e a quella degli zii. Per ora non ci sono contagiati tra i colleghi di lavoro ma, scrive ancora il quotidiano, pare che l’uomo non utilizzasse nemmeno i dispositivi di protezione individuale.
Nel Lazio sono attualmente 63 i ricoverati in terapia intensiva: si tratta soprattutto di giovani che non si sono ancora vaccinati contro Covid-19. Per quanto riguarda le terapie intensive, le Regioni con i dati più alti, oltre alla Sicilia, sono, con il 7%, il Lazio e la Liguria. Per i letti di area non critica la regione più vicina alla soglia del 15% è la Calabria con l’11%.
(da agenzie)
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