IL FRATELLO DI LO PORTO: “LA CAMERA VUOTA? MI VERGOGNO DI ESSERE ITALIANO”
“RIVOGLIAMO QUALUNQUE COSA NE SIA RIMASTA, FOSSE ANCHE SOLO UN OCCHIO”
“Sono passati tre mesi dal raid americano, non so come sarà il corpo di mio fratello, se esista ancora. Qualsiasi cosa sia rimasta, anche un occhio, noi ne chiediamo la restituzione”.
Lo dice Giuseppe Lo Porto, uno dei fratelli di Giovanni il giovane cooperante rimasto ucciso in un raid americano a gennaio scorso al confine tra Pakistan e Afghanistan.
“Vogliamo la verità su quello che è successo. Qualcuno dovrà darci delle spiegazioni. Gli Usa hanno sbagliato ma non se ne possono uscire con delle scuse. Vogliamo conoscere la verità e sapere cosa è successo veramente”, ha proseguito.
“In questi anni, siamo stati sempre in contatto quotidiano con la Farnesina: 365 giorni all’anno per tre anni, ci hanno sempre chiamato sia a me che a mia madre. Al di là del fatto che sono il fratello di Giovanni, da cittadino italiano posso solo dire che è stato vergognoso assistere a un’aula del parlamento semivuota, con appena 40 persone che litigavano tra loro. Mi vergogno di essere italiano”.
(da “Huffingtonpost“)
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