IL GRANDE GELO TRA DI BATTISTA E DI MAIO
DIBBA BRANDISCE LA BANDIERA DELL’ANTICORRUZIONE CONTRO LA LEGA E COLPISCE I VERTICI M5S DOVE PIU’ FA MALE, SULLA GIUSTIZIA: “IL GOVERNO DURA? NON LO SO”… I SONDAGGI SONO NEGATIVI E SI PREPARA IL FUTURO
Traccia un solco grande quasi quanto l’oceano che li separa.
Non è la prima volta che Alessandro Di Battista in collegamento dal Guatemala, usa toni incendiari contro l’alleato di governo, ma ora a differenza del passato il grillino più pasionario di tutti brandisce, come fosse un’arma di distruzione, la bandiera della giustizia e dell’anticorruzione contro la Lega.
E lo fa in un modo talmente irruento che crea più di qualche imbarazzo tra i vertici M5s che non vogliono rompere con l’alleato di governo e nello stesso tempo sono consapevoli che dentro il Movimento c’è una fronda che aspetta il ritorno dell’ex deputato.
Nonostante durante la trasmissione “Otto e mezzo” Di Battista più volte loderà l’amico Luigi Di Maio, appare evidente come per il vicepremier grillino adesso sarà sempre più difficile coprire questo solco dentro il Movimento 5 Stelle perchè Di Battista ha colpito dove fa più male.
Ovvero sulla giustizia, il tema che più sta a cuore agli M5s.
L’attacco alla Lega si fa poi durissimo sui fondi da restituire: “Rendano il maltolto fino all’ultimo centesimo. Non c’è nessuna sentenza politica, ma quando mai?”.
Sulla legge anti-corrotti, che poco piace al centrodestra, l’insinuazione è velenosa: “È arrivata a Salvini una telefonata dal San Raffaele perchè a Berlusconi era salita la pressione. Ma se stoppa il ddl si sputtana. E anche sulla nazionalizzazione di Autostrade: non ascolti Giorgetti”.
E come se non bastasse, pochi minuti dopo che il premier Giuseppe Conte ha garantito che il governo durerà fino alla fine della legislatura, con toni battaglieri il grillino rivoluzionario dice “non lo so” se durerà cinque anni “mi auguro non che duri per forza ma che faccia cose buone”.
Ai vertici pentastellati le parole di Di Battista sono apparse come un “accanimento” contro il partito guidato da Salvini. Che ci sia un po’ di freddo tra Di Maio e il leader della Lega lo ammette Salvini stesso “non ci sentiamo da quattro giorni, ma ci scriviamo sempre”.
Al centro dello scontro tra i due c’erano state le parole del vicepremier leghista contro i magistrati e il conseguente muro alzato dal capo politico M5s e dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
“Ma — spiegano fonti pentastellate vicine a Di Maio — noi ci siamo appellati al rispetto della sentenza, non abbiamo fatto attacchi personali a Salvini”. Quindi “Di Battista ha parlato a titolo personale, da non eletto”.
Ormai Di Battista, lontano dal governo, in camicia bianca con alle spalle il terreno da zappare dove sta prestando servizio in Guatemala, si è insinuato non solo tra Di Maio e Salvini ma soprattutto dentro il Movimento.
Tanto che lo stesso leader leghista non sembra scomporsi: “Sono questioni interne al M5s… io tiro dritto, non mollo”.
Nel giorno in cui i sondaggi non premiamo i 5Stelle anzi segnano la distanza dalla Lega che è in testa, Di Battista pungola così i pentastellati che siedono al governo rilanciando la linea della purezza.
Poi aggiunge: “Penso che Salvini sia pompato dal sistema mediatico in maniera vergognosa. Lo fanno perchè M5s fa molta più paura. Ma non siamo quattro sfigatelli subalterni: avanti con durezza, estremo rigore e intransigenza. Perchè contano i risultati, Salvini fa propaganda”.
Pur difendendo Di Maio, per esempio sull’Ilva, la tesi della Lega è però che gli affondi dal Guatemala abbiano come obiettivo politico proprio indebolire il leader M5s.
“Di Battista parla come Renzi e Saviano. Attacca Salvini per colpire Di Maio”, replica il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo.
I leghisti, che non nascondono irritazione, rilanciano il sospetto: Di Battista attacca la Lega per aprire un varco a una nuova maggioranza di governo M5s-Pd?, è il dubbio di un parlamentare.
Di Battista nega: “Io e Luigi siamo indissolubili”. E conclude con l’annuncio che a dicembre tornerà . Non si candiderà alle elezioni Europee, ma a Roma potrebbe continuare a scavare il grande solco dentro M5s.
Solco che separa i governisti con la Lega e gli scontenti.
(da “Huffingtonpost”)
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