IL GREEN PASS SIA OBBLIGATORIO ANCHE IN PARLAMENTO
I PARLAMENTARI DIANO L’ESEMPIO INVECE DI FARE CHIACCHIERE… E CHI LAVORA NELLE ISTITUZIONI IMPARI A RISPETTARE IL PROSSIMO
Da giovanissimo motociclista, vissi male l’approvazione della legge che nel 1986 introdusse l’obbligo del casco. Da tabagista adulto, vissi male la legge che nel 2003 introdusse il divieto di fumo nei locali chiusi.
Vissi male quelle leggi perché comprimevano le mie libertà, ma ne compresi la ratio e senza indugi accettai queste improvvise limitazioni al mio libero arbitrio.
Non che fossi convinto fino in fondo della bontà di simili norme più o meno ispirate alla tutela costituzionale della salute pubblica, ma essendo evidentemente valide per tutti le feci anche mie. Di sicuro non sarei stato così remissivo se la legge del 1986 avesse esentato i parlamentari dall’obbligo del casco o se quella del 2003 fosse stata derogata per i locali della Camera dei deputati o per quelli del Senato della Repubblica.
È per questo che, ritenendo doveroso che il legislatore dia il buon esempio, considero opportuno che l’obbligo di green pass imposto a ristoranti, musei, sale da concerto e simili riguardi anche gli ambienti parlamentari.
Prevedo l’obiezione: l’obbligo limiterebbe l’esercizio di una funzione costituzionale primaria. È vero. Ma pur ritenendo essenziale l’autodichia delle Camere, e non considerando affatto che gli eletti dal popolo debbano avere gli stessi diritti e gli stessi doveri dei cittadini comuni, ritengo comunque appropriato sollecitare il collegio dei questori dei due rami del Parlamento ad introdurre l’obbligo di green pass per accedere all’aula e alle commissioni. Simbolicamente, è la cosa giusta da fare.
Volendo poi passare dal piano simbolico a quello sostanziale, è evidente che l’obbligo sanitario andrebbe esteso anche al personale che frequenta i due palazzi. So che i sindacati interni resistono, ma avendo previsto il green pass per i dipendenti di aziende private, per il personale sanitario e, ora, per quello scolastico, davvero non si capirebbe il senso di un’eventuale esenzione per chi lavora in un luogo affollato
Andrea Cangini
senatore di Forza Italia
Leave a Reply