IL MANIFESTO POLITICO DI CALENDA: SI RIPARTE DA 5 IDEE CONTRO LA MINACCIA MORTALE SOVRANISTA
L’EX MINISTRO LANCIA IL FRONTE REPUBBICANO: EUROPEISMO, INNOVAZIONE, DIFESA DELL’INTERESSE ITALIANO, CURA SHOCK DELL’ANALFABETISMO FUNZIONALE
Un “Fronte Repubblicano”, un’alleanza contro i sovranismi, cinque idee da cui ripartire e la convinzione che “si può fare: L’Italia è più forte di chi la vuole debole!”. Carlo Calenda sceglie il Foglio per presentare il suo Manifesto politico.
Non nomina il Pd, a cui è iscritto, non nomina mai partiti, guarda “oltre il Pd” per un fronte che contrasti la “minaccia mortale” dei sovranismi.
La premessa è che oggi “l’Occidente è a pezzi”, che l’Europa “ha assunto un modello di governance politica debole, lenta e intergovernativa”, ma non è essa la causa dei problemi di oggi. E che “i prossimi 15 anni saranno probabilmente tra i più difficili che ci troveremo ad affrontare da un secolo a questa parte, in particolare per i paesi occidentali”, con le principali sfide che si presentano, l’invecchiamento della popolazione e la diffusione dell’automazione.
L’Italia anello fragile, finanziariamente e come collocazione geografica, di un occidente fragilissimo, è la prima grande democrazia occidentale a cadere sotto un Governo che è un incrocio tra sovranismo e fuga dalla realtà . Occorre riorganizzare il campo dei progressisti per far fronte a questa minaccia mortale.
Calenda propone “un’alleanza repubblicana che vada oltre gli attuali partiti e aggreghi i mondi della rappresentanza economica, sociale, della cultura, del terzo settore, delle professioni, dell’impegno civile” per “salvare la Repubblica dal “sovranismo anarcoide” di Lega e M5S”. Ci sono 5 idee chiave.
Tenere in sicurezza l’Italia.
“Occorre chiarire una volta per tutte che ogni riferimento all’uscita dell’Italia dall’euro ci avvicina al default. Deficit e debito vanno tenuti sotto controllo, non perchè ce lo chiede l’Europa ma perchè è indispensabile per trovare compratori per il nostro debito pubblico. Sotto il profilo della gestione dei flussi migratori proseguire il “piano Minniti” per fermare gli sbarchi”
Proteggere gli sconfitti.
“Rafforzando gli strumenti come il reddito di inclusione, nuovi ammortizzatori sociali, le politiche attive e l’apparato di gestione delle crisi aziendali in particolare quanto causate dalla concorrenza sleale di paesi che usano fondi europei e i vantaggi derivanti da un diverso grado di sviluppo per sottrarci posti di lavoro. Approvare il salario minimo per chi non è protetto da contratti nazionali o aziendali. Allargare ad altri settori fragili il modello del protocollo sui call-center per responsabilizzare le aziende e impegnarle su salari e il no a delocalizzazioni
Investire nelle trasformazioni.
Finanziare un piano di formazione continua per accompagnare la rivoluzione digitale. Proseguire il piano impresa 4.0 e portare a 100.000 i diplomati degli Istituti Tecnici Superiori. Implementare la Strategia Energetica Nazionale e velocizzare i 150 miliardi di euro previsti per raggiungere i target ambientali di CoP21. Aumentare la dotazione dei contratti di sviluppo e del fondo centrale di Garanzia per ricostituire al Sud la base industriale che serve per rilanciarlo. Rivedere il codice degli appalti per velocizzare le procedure di gara. Mantenere l’impegno sulla legge annuale per la concorrenza. Prevedere un meccanismo automatico di destinazione dei proventi della lotta all’evasione fiscale alla diminuzione delle tasse, partendo da quelle sul lavoro
Promuovere l’interesse nazionale in UE e nel mondo.
Abbiamo bisogno di un forte senso della patria per stare nel mondo e in UE. Partecipando al processo di costruzione di una Unione sempre più forte, in particolare nella dimensione esterna (migrazioni, difesa, commercio), tra il nucleo dei membri storici ma ribadendo la contrarietà all’inserimento del fiscal compact nei trattati europei e all’irrigidimento delle regole sulle banche. Promuovere la rimozione dei limiti temporali sulla flessibilità legata a riforme e investimenti approvata sotto la Presidenza italiana della UE. Sostenere la conclusione di accordi di libero scambio per aprire nuovi mercati al nostro export, ma mantenere una posizione intransigente sul dumping rafforzando clausole sociali e ambientali nei trattati
Conoscere.
Piano shock contro analfabetismo funzionale. Partendo dalla definizione di aree di crisi sociale complessa dove un’intera generazione rischia l’esclusione sociale. Estensione del tempo pieno a tutte le scuole. Programmi di avvio alla lettura, lingue, educazione civica, sport per bambini e ragazzi. Utilizzo del patrimonio culturale per introdurre i bambini e i ragazzi all’idea, non solo estetica, di bellezza e cultura.
Calenda parla di “uno Stato forte, ma non invasivo”, che “non butti i soldi pubblici per nazionalizzare Alitalia o Ilva”, con “un’architettura istituzionale che coniughi maggiore autonomia alle regioni con una clausola di supremazia dell’interesse nazionale che consenta di superare i veti locali”.
La battaglia che abbiamo di fronte si vince anche sconfiggendo il cinismo dei sostenitori di un “paese fai da te”. Si può fare: L’Italia è più forte di chi la vuole debole!
Calenda poi, parlando della leadership del Pd ai microfoni di “6 su Radio 1” afferma: “Gentiloni o Zingaretti per guidare il nuovo Pd? Paolo Gentiloni è un punto di riferimento per un’area anche più larga del Pd”. “Gentiloni – prosegue Calenda – possiede una reputazione, un’autorevolezza, e uno stile molto diverso da quello di Salvini e Di Maio, uno stile che a mio avviso rassicura il Paese. Penso che Zingaretti se si candiderà a fare il segretario del Pd, che è un lavoro ovviamente differente, sarà un ottimo segretario, una persona capace. Ma il punto ripeto è chi sia in grado di costruire una mobilitazione nazionale per la nascita di un soggetto nuovo; e questo secondo me richiede l’aiuto di tante persone e un punto di riferimento, che a mio avviso è Paolo Gentiloni”.
Padoan: “Manifesto di Calenda messaggio forte per il futuro dei progressisti”. “Il manifesto di carlo Calenda è un messaggio forte per il futuro dei progressisti: dare sicurezza all’Italia, proteggere i deboli, investire nelle trasformazioni, conoscere per crescere, modellare uno stato presente ma non invasivo”. Lo scrive su Twitter l’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
(da “Huffingtonpost”)
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