IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA MANCATO GRATTERI: “ABOLIRE DIA E DAP, BASTA COI TAGLI LINEARI”
“LEGGE SUL VOTO DI SCAMBIO INCOMPRENSIBILE”….”RIDUZIONE DELLE CORTI D’APPELLO E DEI TRIBUNALI, SPOSTAMENTO DEI MAGISTRATI DALLE SEDI IN SOPRANNUMERO”
Slide e proposte fumose. Ma anche urgenze, tagli e riduzione degli sprechi di un ministero “da non considerare intoccabile”.
La riforma della giustizia di Matteo Renzi ha ancora pochi punti fermi e molte intenzioni.
“Servono tagli concreti e non lineari per riformare davvero la giustizia” è l’idea Nicola Gratteri, che ha parlato delle sue proposte che dal prossimo autunno arriveranno sul tavolo del presidente del Consiglio.
“Lo sapete che io sono un ministro mancato”, è l’incipit che Gratteri sceglie per il suo intervento, con una battuta che nei fatti rispecchia la realtà .
Dato per favorito come guardasigilli per il governo Renzi, il magistrato è stato sostituito poco prima dell’annuncio dell’esecutivo.
Oggi guida la commissione che deve redigere norme e procedure per combattere la criminalità organizzata e annuncia le proposte che verranno fatte nei prossimi mesi. “Io lo posso dire aboliamo la Dia“, continua Gratteri criticando il soprannumero di dirigenti, uffici e segreterie, mentre gli stessi uomini in surplus potrebbero essere riportati sul territorio.
Sono queste le propose che avrebbe fatto se fosse arrivato al dicastero della giustizia. ”Nessuno ha il coraggio di farlo, i politici mi chiamano e mi dicono: ‘Se lo facciamo ci danno dei mafiosi’. Allora lo dico io. Non possiamo pensare che non si possa chiudere un tribunale inutile. Non possiamo lasciare il 35 per cento di magistrati in più alla procura di Palermo. O si ha il coraggio di mandare a regime il ministero della giustizia oppure non cambierà mai nulla. Tra Marche, Abruzzo e Molise non ci possono essere tre corti d’appello. In Sicilia, ad esempio, non possono essercene quattro. In un distretto con meno di mille detenuti non possiamo avere il tribunale di sorveglianza. Non possiamo sperperare le energie”.
La critica è diretta soprattutto agli interventi poco incisivi del passato: “Io sono d’accordo anche nel fare tagli, ma negli ultimi governi sono stati fatti solo quelli lineari del 5 per cento. Non si è avuto coraggio o la forza di entrare nel merito delle cose. Bisogna avere la forza di entrare nei ministeri e di chiudere le parti inutili. Vi parlo anche del sud e anche in zone di mafia. Non c’è giusta distribuzione delle forze. Io capisco le proteste della polizia per il blocco dei contratti. Ma vogliamo risparmiare davvero? Allora chiudiamo la Dia (Direzione investigativa antimafia). Parlo io: risparmiamo in dirigenti e segreterie e affitti e facciamoli tornare sul territorio. Aboliamo il Dap: sapete quanto guadagna un dirigente? 20mila euro”.
Ed è proprio lì che, secondo Gratteri, bisogna intervenire.
Molti i provvedimenti da adottare per evitare gli sprechi: inviare le notifiche attraverso indirizzi email di posta certificata e processi in videoconferenza non solo per i detenuti al 41bis.
Poi ancora tablet con le ordinanze di custodia cautelare da far tenere al detenuto in carcere: quando esce i documenti potrebbero essere dati su una penna usb. “Tutte queste idee le presenteremo dal prossimo autunno e gireremo l’Italia per farle conoscere agli italiani”.
Gratteri guida la commissione incaricata dal presidente del Consiglio di riscrivere le norme e le procedure per attuare un maggiore contrasto alla criminalità organizzata. “Io ho accettato di lavorare per questo organo perchè si trattava di un impegno gratuito. Ho lavorato tutta estate e in autunno presenteremo le nostre proposte. L’obiettivo è quello di introdurre tante modifiche di modo tale che non sia conveniente delinquere. Importante è pensare a modifiche normative senza preoccuparci di nulla. Siamo dei tecnici e parliamo con tutti i politici: quest’inverno mi vedrete dappertutto, sarò una soubrette, per spiegare le modifiche che noi pensiamo indispensabili per la riforma della giustizia”.
In lavorazione in questo momento c’è il codice antimafia: avvocati e boss in videoconferenza e aumento di pena per il 416 bis.
Un contesto in cui matura una forte critica per la modifica apportata dal Parlamento al 416ter, modifica che ha di fatto depenalizzato il voto di scambio.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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