IL NUOVO PARTITO “LIBERALE” DI RENZI
SE LE PRIMARIE LE VINCE ZINGARETTI ESCE ALLO SCOPERTO, SE VINCE MINNITI ASPETTA
Dopo l’articolo sul Corriere della Sera, il Fatto Quotidiano oggi torna sul presunto partito (o movimento) di Renzi, raccontando che l’ex premier si trova ancora nell’indecisione perchè è impossibile per lui prevedere l’esito delle primarie del Partito Democratico, che potrebbe dare un’accelerata (in caso di vittoria di Zingaretti) o una frenata decisiva al progetto:
I piani si incrociano e si confondono, perchè la strategia viene ritarata, un giorno dopo l’altro. Renzi, da una parte guarda al governo. Se dura, l’idea è quella di lanciare una lista già per le Europee. Se invece l’orizzonte sono le Politiche a breve, si può aspettare. Poi, c’è la questione congresso: se Marco Minniti si fa commissariare (e vince), allora diventa meno urgente uscire dal Pd.
Questi sono i ragionamenti. Ma come e cosa fare, l’ex premier non l’ha deciso ancora, ma ha invece chiaro che lo spazio da occupare è quello di un soggetto di centro, “liberale”.
Si parte da Forza Italia. Renzi e i suoi parlano con tutti, a partire da Niccolò Ghedini e Paolo Romani. Gli interlocutori sono quelli di sempre: da Luca Lotti a Maria Elena Boschi, passando per gente come Lorenzo Guerini e Antonello Giacomelli.
La squadra in campo lavora su più tavoli.
Ivan Scalfarotto (ex sottosegretario della Boschi) gestisce i Comitati civici. Sono arrivati a circa 500: una riserva a cui attingere, per attirare elettori moderati. Comitati della nazione. Ad aiutare lui (e Roberto Cociancich, il tesoriere) è Mattia Peradotto, il giovane collaboratore di Francesco Bonifazi, da lui portato pure nella Fondazione Eyu.
La Boschi intrattiene relazioni trasversali, quelle strette negli anni di Palazzo Chigi, da Gianni Letta a Paolo Romani.
Peraltro, mantiene qualche pedina in luoghi cruciali: come il suo ex capo di gabinetto, Cristiano Ceresani, ora con Lorenzo Fontana.
Lotti ha il compito di marcare stretto Marco Minniti, per commissariarlo: vuol fare il coordinatore della mozione, l’altro resiste.
(da “NextQuotidiano”)
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