IL RONZULLIANO GIORGIO MULÈ: “SENZA FORZA ITALIA IL GOVERNO NON VIVE”
“DALLA MELONI TROPPA RIGIDITÀ, COME SE NON SI VOLESSE APRIRE UN CONFRONTO”
Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia ed ex sottosegretario alla Difesa, è stato eletto vicepresidente della Camera.
Come giudica le dichiarazioni di Berlusconi su Putin?
«Il presidente ha fatto discorso di quasi un’ora nel quale ha riannodato i fili di un rapporto ventennale con Putin. Poi tutto è stato raccontato attraverso audio rubati e spezzettati, diffusi qui e là. Il problema è che manca la sostanza di quel discorso».
E quale sarebbe?
«Si tiene tutto con un finale: farò di tutto pur di riavvicinare la Russia all’Occidente. Il presidente ci ha detto: “Se io fossi riuscito a far entrare la Russia nella Nato, sarei potuto morire in pace”. Berlusconi non accetta la logica della guerra. Io sono stato sottosegretario alla Difesa e mai sono stato sollecitato da Berlusconi su questo».
Il governo potrà partire nelle prossime ore?
«Sono sicuro di sì. Ma non si deve chiudere in qualsiasi modo, bisogna farlo bene. La rigidità si deve trasformare in capacità di dialogo».
La situazione è molto tesa nel centrodestra.
«Questa fase è come una volata nel ciclismo. Si sgomita, ci sono magari delle scorrettezze: ma l’obiettivo è comune, tagliare il traguardo insieme».
I colpi bassi sono molti?
«Si consumano riti della politica che nel passato restavano privati: qui abbiamo fogli zoommati, audio rubati».
Per Forza Italia qual è l’obiettivo?
«Pari dignità con la Lega. E riconoscimento della storia del partito, che su alcuni temi, come Giustizia e Sviluppo economico, fonda la sua esistenza».
Cosa c’è che non va nell’atteggiamento di Giorgia Meloni?
«Viene avvertita troppa rigidità, come se non si volesse aprire un confronto. Berlusconi si faceva concavo e convesso, una qualità che un leader di coalizione deve avere. La verità è una: senza Forza Italia il governo non vive».
Temete che Forza Italia possa essere sostituita da altri?
«No. Nascerebbe un minotauro. Una creatura mostruosa della quale gli elettori sarebbero terrorizzati».
Teme che qualcuno stia pensando a questo mostro?
«Lo escludo. Ma quando scende in campo una pattuglia di cosiddetti responsabili, come nell’elezione di Ignazio La Russa, si dà un’idea sbagliata. Ha fatto bene, allora, FdI a dire che questa maggioranza è l’unica possibile. Altrimenti saremmo piccoli Conte, degli accattoni di parlamentari che si aggregano pur di fare un governo».
Al Senato, nel voto per la presidenza, la vostra strategia è stata sbagliata?
«Siamo stati ingenui. Non abbiamo calcolato che sarebbe arrivato il “soccorso rosso”».
Chi lo ha organizzato?
«Qualcuno nel centrodestra avrà incontrato questi stregoni, accettandone le offerte…».
Forza Italia è spaccata?
«Non ci sono correnti, ma al più ambizioni personali. Una cosa è certa: Berlusconi resterà il leader e quindi supererà delle divergenze in fondo normali in questa fase».
Antonio Tajani sarà ministro degli Esteri, vicepremier e capodelegazione: resterà anche coordinatore del partito?
«Maciste poteva sopportare molti pesi, ma fino a un certo punto. Antonio ha capacità straordinarie e sarà lui stesso, se ritiene di non poter sopportare questo peso, a porre il problema a Berlusconi».
Al suo posto può andare Licia Ronzulli?
«Licia è stata immolata sull’altare di una demonizzazione e strumentalizzazione interessata nel centrodestra, ma anche in Forza Italia. Ha grande visione e capacità organizzativa. Ma il faro che indicherà la soluzione rimane Berlusconi».
(da agenzie)
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