IL SONDAGGISTA WEBER SUL COSTANTE CALO DELLA LEGA: “SALVINI ORMAI E’ PERCEPITO COME INAFFIDABILE”
IL CALO DEL M5S CAUSATO DA GRILLO MA CONTE PUO’ FARLO CRESCERE, LA MELONI RECUPERA L’ELETTORATO DI AN, LETTA HA STABILIZZATO IL PD
Il calo costante della Lega, il “reflusso” degli elettori ex-aennini verso la Meloni, il “sorprendente” gradimento molto elevato di Conte, l’“effetto Letta” sul Pd.
Alla fine della prossima settimana usciranno le rilevazioni dell’Istituto Ixé sul gradimento dei leader politici e sulle intenzioni di voto. Intanto il suo co-fondatore e presidente Roberto Weber, analizza le ultime tendenze, anche alla luce del sondaggio di Nando Pagnoncelli relativo ad aprile, pubblicato dal “Corriere della Sera”: “In quei dati c’è una cosa che mi sorprende e una che non mi sorprende affatto”.
Cosa la sorprende?
Il gradimento molto elevato di Giuseppe Conte (al primo posto tra i leader con 55 punti, ndr). Draghi è in campo da quasi tre mesi, e sconta un minimo la fatica di governare. L’apprezzamento di Conte a questa distanza dall’addio a Palazzo Chigi significa che in futuro – se non si azzoppa – potrà avere una funzione importante per i Cinquestelle, che in questo momento vivono una fase di incertezza.
M5S in un mese ha perso due punti, dal 18 al 16%. Colpa dell’estenuazione da pandemia o del video di Beppe Grillo?
Non ho dubbi che il calo sia attribuibile al video di Grillo. Il Movimento ne ha subito un danno oggettivo. Proprio nel momento in cui è stato risolto il rapporto con Rousseau, quell’azione da parte del padre fondatore, dell’uomo che ha da sempre indirizzato la politica del M5S, non è marginale.
E’ una tendenza che si può invertire o le parole con cui Grillo ha minimizzato un presunto stupro diventeranno uno “stigma” indelebile?
Nel medio periodo questa vicenda può addirittura tradursi in un beneficio per i Cinquestelle. Hanno l’opportunità di sciogliersi dall’abbraccio del fondatore e dalle sue chiavi di indirizzo. Possono diventare autonomi.
E qual è, invece, il dato che non la sorprende?
Il calo graduale della Lega che nelle nostre rilevazioni va avanti, ogni settimana e ogni mese, da novembre 2019. Una fase di erosione continua con spostamento molto nitido e preciso a favore di Giorgia Meloni. Il dato del 18,9% per FdI mi sembra un po’ esagerato, ma la tendenza è quella. I numeri sono effimeri, vanno presi con le pinze, ma il trend va in quella direzione.
Se il calo della Lega va avanti dal novembre 2019, la causa non sta nell’essere di lotta e di governo….
Quel fattore non c’è. C’è un elettorato che è passato per An, non poteva rimanere a lungo in un raggruppamento a trazione leghista che nasce come partito del Nord.
La scommessa di Salvini, però, è proprio quella di trasformare il Carroccio in una Lega nazionale sul modello lepeniano.
Sì, e ha ottenuto anche grandi risultati. Ma è tempo di reflusso, gli elettori tornano a casa . Poi le acrobazie di Salvini non potranno durare a lungo: gli elettori annusano una coltre di ambiguità. E non gli perdonano di avere sciupato tanto: dalla crisi del Papeete è ancora percepito come inaffidabile. Per questo la sua fiducia personale è così bassa.
E’ quarto tra i leader – dopo Conte, Meloni, Speranza – a pari merito con Enrico Letta. Vede un “effetto Letta” sul Pd?
Per ora vedo la fine dell’effetto sconquasso. Il neo-segretario cerca di dare compostezza al partito, di tracciare questo perimetro. La fiducia in lui è ancora bassa, ma vedremo: le amministrative in autunno saranno un punto di svolta.
Pronostici sulle amministrative?
L’esito non è scontato. Sono le uniche elezioni in cui la scelta del candidato conta molto, ma ha un peso significativo anche il campo della coalizione. Al primo turno il Pd andrà con un mazzo di liste civiche, con il M5S fuori, mentre il centrodestra sarà compatto.
Salvini e Meloni, che al momento non si parlano, faranno pace?
Ma certo, in questo sono molto più bravi del centrosinistra. Il centrodestra è una comunità soprattutto di interessi.
Renzi rimane sempre ultimo nel gradimento personale. Colpa dell’aver rotto l’alleanza giallorossa o dei troppi impegni extra-politici?
Renzi lavora su un altro piano. Non certo sull’impatto sull’opinione pubblica, che infatti è disastroso. Ha dimostrato però di avere una capacità di interdizione sia parlamentare che istituzionale molto rilevante. Diciamo che ne beneficia più lui che il suo partito.
Forza Italia, infine, cresce di mezzo punto, all’8%. Il famoso Dna governista?
Ecco, il dato di Fi è quello che mi suscita più perplessità. Tutti i sondaggi, compresi i nostri, sono uguali. Eppure non credo che siano davvero così alti. Purtroppo quel tipo di leadership non concede surroga: quando Berlusconi uscirà dalla politica, del suo partito non resterà più nulla.
(da Huffingtonpost)
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