IL SORPASSO
LE BATTUTE DI BENIGNI SUL RITORNO DI BERLUSCONI AVEVANO UN LIMITE: FACEVANO RIDERE MENO DI BERLUSCONI
La lezione di educazione civica impartita in tv con la consueta leggerezza da Roberto Benigni ha emozionato e istruito un Paese di maleducati civici che confondono la politica con i maneggi dei politici e non hanno il senso dello Stato perchè è lo Stato che fa loro senso.
Invece le battute, attese e inevitabili, sul ritorno in campo di Berlusconi avevano un limite: facevano ridere meno di Berlusconi.
Non che fossero brutte.
Alcune erano davvero gustose: «Ha diviso l’Italia in due: metà contrari e metà disperati».
Ma ormai nemmeno un premio Oscar può rivaleggiare con l’originale mentre, sprofondato nel salotto di una sua dèpendance televisiva, giustifica le notti allegre di Arcore sciorinando una litania di disgrazie: mia mamma era morta, mia moglie mi aveva lasciato e io ero stanco, solo e abbandonato da tutti… Sembrava John Belushi in «Blues Brothers», quando per giustificarsi con la fidanzata mollata davanti all’altare tira in ballo qualsiasi cosa, persino l’invasione delle cavallette.
Per la prima volta nella storia dai tempi di Nerone il politico ha sorpassato l’artista.
Una parte di me, non ho ancora capito quale, prova una sorta di reverenza estatica nei confronti del talento impudente di quell’uomo.
Ci prende in giro da vent’anni, però con un’inventiva e una compenetrazione nella parte che avevano soltanto le conferenze stampa giovanili di Maradona e i personaggi tragicomici di Vittorio Gassman.
Solo che, a differenza degli attori, anche dei più grandi, Berlusconi non fa Berlusconi. Lo è.
Peggio: crede fermamente di esserlo.
Massimo Gramellini
(da “la Stampa”)
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