ILARIA CUCCHI: “IO STARO’ CON I DERELITTI”
“SONO OGGETTO DI INSULTI E MINACCE, IO PENSO AI CONTENUTI DA OFFRIRE, DA ME NON AVRETE MAI MESSAGGI DI ODIO”
Dieci anni fa così scrivevo su questa testata, nel pieno di quello che poi verrà definito il processo kafkiano, quello partorito dai depistaggi orchestrati fin dai primi momenti immediatamente successivi all’uccisione di Stefano Cucchi, mio fratello:
“Non so cosa sono diventata, ma so che non sono più quella donna serena e fiduciosa nel mondo che la circonda e nello Stato, che ero prima. Non so cosa sarò quando il mio compito sarà terminato. Non so cosa mi rimarrà dentro ma so che questo è il mio compito e che, costi quel che costi, lo porterò a termine.”
Parole di frustrazione, parole di delusione ma anche di ferma determinazione nel completare quel difficilissimo viaggio all’interno della Giustizia per riuscire a restituire dignità a quel povero corpo martoriato, che mai a nessun essere umano può essere negata e calpestata. Tutto questo per la mia famiglia, per Stefano e per i miei genitori.
160 udienze, 16 gradi di giudizio. Tutti i responsabili condannati.
Quel che mi è rimasto dentro è impossibile da descrivere perché non lo so nemmeno io. L’anno scorso mi ero data un obiettivo: conseguire il diploma da geometra per garantire la vita allo studio di mio padre, aperto 50 anni fa. Il sogno che aveva pure mio fratello, geometra anche lui.
Il 2 agosto scorso ho ottenuto l’iscrizione al Collegio. Papà, gravemente ammalato, è stato fiero di me. Mi sono sentita appagata.
Una settimana fa ho ricevuto la telefonata di Nicola Fratoianni che mi diceva che avevano bisogno di me.
Volevo tornare alla mia vita. Oltre alla voglia di un ritorno alla normale quotidianità dopo tanti anni, mi sono invece accorta che vi era anche quella di poter mettere la mia esperienza al servizio di altri, di altre famiglie in difficoltà. Di altri ultimi derelitti i cui diritti fondamentali ed inalienabili fossero stati negati dallo Stato. Di poter portare loro un messaggio di solidarietà e speranza.
Sono continuo bersaglio di insulti ed attacchi da parte di coloro che provano rabbia ed invidia (sic!) per tutto ciò che ho passato. Sono state aperte sui social pagine e pagine con il solo scopo di insultare me e la mia famiglia. Alcuni magistrati hanno addirittura legittimato il comportamento di alcuni dei miei cosiddetti haters.
Il Procuratore della Repubblica di Ferrara, per esempio, ha strenuamente difeso uno di loro che, identificato, aveva addirittura manifestato il proposito di chiedere scusa. Aveva insultato, oltre a me, anche i miei genitori. Secondo lui la morte di Stefano era stata, per loro, la gallina delle uova d’oro ed io ero una mitomane disposta a tutto ecc ecc. Ha cambiato ovviamente idea, ma è stato poi condannato dal Tribunale.
Nel ricorso per Cassazione il Procuratore, indignato per la mancata assoluzione dell’imputato ha aggiunto, nei miei confronti, altri insulti del tutto gratuiti – cosi io ritengo – a quelli rivoltimi dall’imputato.
Tutti mi chiedono in queste ore cosa penso della Meloni. La rispetto come persona come voglio rispettare tutti. Per tutto ciò che ho e continuo a sopportare la mia campagna elettorale non sarà d’odio.
Non sarà “contro” ma solo per. Ritengo avvilente e svilente ciò cui siamo tutti costretti ad assistere in questi giorni. L’insulto, la contrapposizione manifestata financo con odio, non mi coinvolgerà a costo di poter risultare noiosa.
Credo fermamente in questo nuovo compito. Se riuscirò a trasmettere e coinvolgere la gente in ciò in cui credo ne sarà comunque valsa la pena. Anche in caso di sconfitta
Non mi spaventa per nulla l’idea di tornare ad una vita normale. Non mi spaventano gli insulti o le minacce. Certo mi sottrarrò alla violenza verbale perché questa cela la mancanza di contenuti ed io di contenuti ne ho da offrire.
Ilaria Cucchi
(da Huffpost)
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