IMPERO VENDESI: CHE FARA’ SILVIO CON 5 MILIARDI DI LIQUIDITA’?
BERLUSCONI METTE SUL MERCATO MILAN E MEDIASET PER FARE CASSA: UNA PARTE VERRA’ REINVESTITA IN POLITICA?
Follow the money. Per seguire Berlusconi.
Lo ammette, quasi non volendo, con candida sincerità il commissario pugliese di Forza Italia Luigi Vitali: “Il presidente sta facendo delle valutazioni e mi darà nella tarda serata di oggi o domani le date della sua presenza in Puglia. Purtroppo si è messo di mezzo anche un viaggio in Cina”.
In Cina, per vendere il Milan. Ad Arcore per la grande trattativa su Mediaset.
All’ufficio di presidenza del suo partito, l’ex premier si è collegato per telefono. Nel giorno in cui i suoi urlavano al “fascismo renziano”.
Follow the money, perchè è in atto una gigantesca trattativa sull’Impero delle 4 M: Mediaset, Mediolanum, Milan e Mondadori. Che porterà nelle casse di famiglia, nei prossimi mesi una montagna di soldi, liquidi: “A Berlusconi – sussurra chi lo ha sentito in questi giorni — non frega nulla del partito e delle regionali. Ha cambiato schema. Torna a muoversi come kingmaker economico, poi dall’alto di una smisurata liquidità e di una nuova rete di rapporti, punterà le sue fiches sulla politica al momento opportuno”.
Eccola, la grande trattativa. Che non è sinonimo di addio.
È all’asta il Milan tra Mr Bee e Cinesi. I quali, tra l’altro, e non è un dettaglio, gli hanno già assicurato che resterà “presidente” visto che in Cina è amatissimo e popolarissimo.
Mentre Mediaset è all’asta tra le mire australiane di Murdoch e quelle francesi della Vinendì di Vincent Bollorè.
Per la prima volta la famiglia Berlusconi si prepara a cedere la proprietà del Milan agli stranieri. A chi e a quanto è ciò che si sta definendo in queste ore. In cima alle quotazioni c’è il broker thailandese Bee Taechaubol, volato a Milano in questi giorni per definire l’affare nell’ennesimo faccia a faccia con Silvio Berlusconi ad Arcore.
Si fa sul serio, ha assicurato il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, al termine dell’assemblea di Mediaset: “Quest chi l’è vera”. Tradotto (dal milanese): sì, l’offerta è solida.
Mister Bee è pronto a staccare un assegno da 500 milioni di euro per il 51 per cento della società , potendo contare su un sostegno che va dalla Ads Securities di Abu Dhabi alla China Citic Bank, valutando di fatto i rossoneri circa 1,2 miliardi di euro, se si escludono i 250 milioni di debiti finanziari certificati nel bilancio chiuso qualche giorno fa e che ha visto peraltro un rosso record sul fronte del risultato netto, con un passivo di 91 milioni di euro.
Ed è solida la manovra attorno a Mediaset.
Il 7 per cento messo sul mercato a febbraio, pari a quasi 380 milioni di euro, è stato soltanto l’inizio. Perchè, di fronte al crollo della pubblicità , urgono nuovi soci per Premium: “Siamo al centro dei giochi — dice Pier Silvio Berlusconi – ma noi non siamo venditori, semmai siamo aperti a partnership di minoranza”.
È in questo quadro che il Cavaliere ha incontrato ad Arcore nei giorni scorsi il suo vecchio nemico d’affari, Rupert Murdoch.
Al centro dell’incontro le possibili integrazioni nel settore delle pay-tv. E qui la questione si complica. Perchè Sky non ha intenzione a intavolare l’affare con un ruolo secondario: “Murdoch in minoranza — afferma Confalonieri – non lo vedo nemmeno a giocare a scopa”.
Epperò non è solo Premium l’oggetto della possibile trattativa tra Sky e Mediaset. C’è ad esempio il fardello dei diritti tv della Champions League, che Berlusconi ha soffiato a Sky a carissimo prezzo, 700 milioni di euro per i prossimi tre anni, che da un lato hanno sì valorizzato Mediaset lo scorso anno in vista di cessioni di quote ma dall’altro rischiano di non garantire introiti altrettanto cospicui alle casse dell’azienda.
L’altro soggetto dell’asta che ha in mente Berlusconi sono i francesi di Vivendi.
E non è un caso che sono bastate le indiscrezioni di un possibile interesse che il titolo Mediaset è letteralmente volato negli ultimi giorni. Per ora Pier Silvio Berlusconi ha giocato a sviare l’attenzione, ha pure precisato che “il controllo di Mediaset non è in discussione” e che Berlusconi non mollerà il comando delle sue tv, ma non ha affatto negato che c’è in ballo un affare che potrebbe portare nelle casse di famiglia un miliardo e settecento milioni.
Nello schema bipolare tra prede e predatori ha deciso di collocarsi decisamente tra i secondi Mondadori.
Perchè è vero che la due diligence su Rcs Libri è ancora in corso, ma l’ad Ernesto Mauri ha assicurato che entro il 29 giugno arriverà sicuramente l’offerta di Segrate, in una forchetta tra i 120 e i 150 milioni di euro.
Bruscolini in confronto al miliardo di euro che Silvio Berlusconi dovrebbe incassare, cedendo il 20 per cento di Mediolanum come chiesto dalla Banca d’Italia dopo la perdita dei requisiti di onorabilità seguita alla condanna per frode fiscale.
Follow the money, dunque. Facendo i conti: un disimpegno da Mediaset potrebbe valere fino a 1,7 miliardi di euro, quasi 1,2 miliardi la quota extra di Mediolanum che è pronta ad essere ceduta, 500 milioni quella che dovrebbe arrivare dalla cessione del Milan, che si sommano agli 1,5 miliardi che già oggi sono custoditi nella cassaforte della famiglia Berlusconi portando la cassa quasi a quota 5 miliardi.
È una montagna di soldi quella che spunta nel crepuscolo del berlusconismo: “Può — riflette chi gli sta attorno — uno con una tale montagna di soldi e con una tale rete di interessi considerarsi espulso dalla politica? Che cosa farà Berlusconi, li dividerà tra i figli o inizierà l’era di una nuova crescita aziendale?”.
E ogni nuova fase aziendale, per Berlusconi è intrinsecamente molto politica. Perchè il primo imperativo politico è la difesa dell’interesse.
È da lì che discendono le forme del suo “stare in campo”: “A finanziare un listone di centrodestra per andare al ballottaggio con Renzi ci mette un attimo. Già ha annunciato una rifondazione di Forza Italia come comitato elettorale. Struttura leggera e zero debiti. Poi, anche sulla politica, dopo i saldi la crescita. Si vedrà come e con chi. Salvini non sarà insensibile al discorso”.
Follow the money.
(da “Huffingtonpost”)
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